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Quarantena ridotta? Le novità in arrivo sul (non) tracciamento

Tempi più brevi di isolamento (forse addirittura tre giorni) per chi ha avuto contatti stretti con i positivi, se ha fatto la dose di richiamo del vaccino. La decisione del governo dipenderà dal Comitato tecnico scientifico, convocato per domani. Ma i rischi non mancano. La scelta degli Usa

Nuove regole per la quarantena da Covid-19 in Italia e non solo. La diffusione della variante Omicron del virus ha spinto le autorità sanitarie a rivedere le norme. In Italia è stato convocato per il 29 dicembre il Comitato tecnico scientifico (Cts) con l’obiettivo di fare chiarezza sulla questione e a indirizzare, come sempre, le scelte dell’esecutivo.

Sebbene la linea resti quella della cautela, è molto probabile che ci sarà una significativa riduzione della quarantena per chi ha avuto contatti stretti con positivi e che abbia già fatto la dose di richiamo del vaccino.

Le regole attualmente in vigore non tengono conto della variante Omicron e della terza dose, per cui la gravità della malattia non è paragonabile a quella dell’anno scorso. L’ultima parola però resta agli esperti del Cts, che comunicheranno le loro valutazioni al Consiglio di ministri, che prevede di riunirsi il giorno dopo.

“Al momento si starebbe valutando la possibilità di ridurre i tempi di quarantena per chi ha già ricevuto il booster – si legge sul sito di Rai News -. Da fonti governative viene evidenziato come, qualora una persona abbia ricevuto la terza dose e venga a contatto con un positivo, debba restare in isolamento per alcuni giorni”. La durata si sta ancora valutando e potrebbe essere ridotta da sette a cinque o addirittura tre giorni. C’è chi propone di azzerarla del tutto.

Tre o cinque giorni di quarantena, sotto l’aspetto medico-epidemiologico, non hanno alcun senso: il Covid ha un tempo di incubazione di almeno tre giorni, dunque tenere le persone a casa tre giorni e poi farle uscire nel pieno della finestra della contagiosità vuol dire adottare un “liberi tutti”. Legittimo, ma chiamarlo quarantena non vuol dire niente. È questo l’avvertimento di Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata: “La variante iniziale del coronavirus aveva un tempo di latenza che poteva arrivare anche a due settimane, man mano questo periodo di incubazione è diventato più rapido, ma può arrivare anche a 7 giorni, ridurre la quarantena a meno di 7 giorni è rischioso soprattutto con una variante così contagiosa come questa”.

E come si sta comportando il resto del mondo? La riduzione della quarantena è stata già decisa negli Stati Uniti. I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) hanno dimezzato la necessità di isolamento per le persone contagiate da Covid-19 purché’ asintomatiche (da 10 a 5 giorni). Chi invece ha avuto un contatto con qualcuno positivo al Covid-19 deve fare 5 giorni di quarantena se è vaccinato e nessun isolamento in caso abbia fatto la terza dose.

Nella scelta hanno pesato gli effetti della pandemia sull’economia. Secondo il New York Times, venerdì, prima delle vacanze per le feste natalizie, i casi sono aumentati del 65% rispetto agli ultimi 14 giorni.  La carenza di personale sui voli ha fatto collassare i voli aerei e altri settori, tra cui il sistema sanitario, sono a rischio. Il picco di casi potrebbe essere ancora lontano.



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