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“Siamo Ong”. “No, terroristi”. Scontro tra Israele e palestinesi alla Camera

Dura condanna da parte dell’ambasciata israeliana a Roma per l’audizione di due Ong palestinesi (Addameer e Al Ha) al Comitato per i diritti umani nel mondo presieduto da Laura Boldrini: “I terroristi non possono dare lezioni alle democrazie”. Ecco cos’è successo

Un’audizione alla Camera dei deputati riaccende il dibattito sulla questione israelo-palestinese in Italia.

Ore 19 di lunedì 20 dicembre. Il Comitato permanente per i diritti umani nel mondo, costituito in seno alla commissione Affari esteri e presieduto dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, svolge l’audizione, in videoconferenza, dei rappresentanti delle Ong palestinesi Addameer e Al Haq all’interno di un’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.

Si tratta di due delle sei Ong definite “organizzazioni terroristiche” nei mesi scorsi dal ministro della Difesa israeliano Benny Gantz. L’accusa del governo israeliano è che le organizzazioni non siano affatto non governative. Anzi, sostengano e offrono copertura alle attività del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, partito marxista presente con tre seggi al Consiglio legislativo palestinese, nella lista nera di Stati Uniti e Unione europea, attiva in Italia negli Anni di piombo. Un’accusa “non giustificata”, secondo la presidente Boldrini. L’audizione è stata dedicata quasi esclusivamente proprio all’inserimento delle Ong nella lista nera.

“La sistematica diffamazione da parte di Israele delle Ong palestinesi per i diritti umani e dei difensori dei diritti umani mira a delegittimare, opprimere, mettere a tacere e drenare il loro lavoro e le loro risorse”, spiegava il direttore di Al Haq, Shawan Jabarin, al manifesto.

L’ambasciata d’Israele in Italia guidata da Dror Eydar si è detta “scioccata dal fatto che un terrorista condannato (Jabarin, ndr) e due organizzazioni terroristiche come Al-Haq e Addameer, entrambe parte dell’organizzazione terroristica Fronte popolare per la liberazione della Palestina, siano state formalmente invitate a parlare” alla Camera. Di lui, si legge in una nota diffusa dall’ambasciata, nel 2009 la Corte Suprema israeliana ha scritto che “agisce come dottor Jekyll e Mister Hyde, a volte come amministratore delegato di un’organizzazione per i diritti umani e altre volte come attivista in un’organizzazione terroristica che non ha evitato omicidi e tentati omicidi e che non ha nulla a che fare con i diritti”.

Addameer, invece, ha rappresentato in tribunale un suo affiliato, “Samer Arbid, un terrorista palestinese che lavorava in quell’organizzazione e che ha ucciso in modo crudele e disumano Rina Shnerb, una giovane donna israeliana innocente il cui unico ‘crimine’ era la sua identità ebraica”, continua il comunicato.

“I terroristi non possono dare lezioni alle democrazie sui diritti umani”. L’ambasciata israeliana definisce l’invito come “un riconoscimento per il terrorismo e contrasta completamente con l’aspettativa dell’intera comunità internazionale di dissuadere e impedire alle organizzazioni terroristiche di operare dall’interno di strutture civili e di impedire che qualunque forma di finanziamento finisca nelle mani delle organizzazioni terroristiche”. Per questo, il governo israeliano suggerisce: “Invece di dare un palco alle organizzazioni terroristiche, la sottocommissione dovrebbe dare un chiaro messaggio che chieda all’Italia di dichiarare che le organizzazioni terroristiche non saranno finanziate dall’Italia e che l’Italia taglierà qualsiasi legame con le organizzazioni terroristiche designate come tali, anche se queste nascondono le loro azioni con una copertura umanitaria”.

Come ricorda anche un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri, prima firmataria Boldrini, “in base alla legge antiterrorismo israeliana la messa al bando di queste Ong autorizza l’esercito a chiudere i loro uffici, a sequestrare i loro beni, ad arrestare e incarcerare il loro personale, a vietare il finanziamento delle loro attività, aspetto quest’ultimo particolarmente delicato visti i loro rapporti con molti Paesi donatori, inclusa l’Italia”.

È su questo punto che la diplomazia israeliana insiste: secondo Israele, le istituzioni del Fronte popolare per la liberazione della Palestina hanno ingannato le organizzazioni umanitaria in Europa presentando progetti fittizi, trasferendo documenti falsi, falsificando e gonfiando fatture, deviando gare d’appalto, falsificando documenti e firme bancarie, dichiarando stipendi gonfiati e altro ancora. Il tutto per finanziare l’attività terroristica.

Contro l’invito anche la Lega, che l’ha definito un episodio “grave”. “I legami di Addameer e Al Ha con il terrorismo antiebraico sono noti. Non a caso, durante la loro audizione, hanno definito lo Stato di Israele ‘razzista e coloniale’: espressioni inaccettabili dalle quali tutto l’arco parlamentare italiano dovrebbe prendere subito le distanze”, hanno dichiarato i deputati leghisti Paolo Formentini e Simone Billi, rispettivamente vicepresidente e membro della commissione Affari esteri della Camera.

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