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Tutte le sfide (italiane) del 2022 secondo Becchetti

L’anno che verrà ci porta sfide importanti su più fronti. Ci lascia sul fiato sospeso la gestione della pandemia e gli effetti di una sua probabile attenuazione sulle scelte delle politiche economiche comunitarie e nazionali. Ma non è tutto. Le previsioni di Leonardo Becchetti

La qualità della vita degli italiani dipende da una combinazione di scelte dall’alto e scelte dal basso. L’anno che verrà ci porta sfide importanti su entrambi i fronti. Sul primo ci lascia sul fiato sospeso la gestione della pandemia e gli effetti di una sua probabile attenuazione sulle scelte delle politiche economiche comunitarie e nazionali.

I dati sono ancora parziali ma quello che stiamo vedendo nel Regno Unito dove la variabile Omicron si sta affermando è un aumento significativo della contagiosità accompagnato da una riduzione della letalità. Il dato sarebbe coerente con la teoria per la quale i virus attraverso le mutazioni ottengono il loro “obiettivo evolutivo” di sopravvivere più e meglio non uccidendo il paziente e dunque si affermano le mutazioni più contagiose e meno letali.

Nel frattempo si è compreso quanto sia grave la carenza di conoscenze statistiche della popolazione e quanto essa alimenti l’ostilità nei confronti dei vaccini. In epoca di pandemie la statistica andrebbe insegnata dalle classi elementari e c’è bisogno di formazione continua per contrastare questa dimensione di analfabetismo funzionale che ha conseguenze sociali importanti.

La tragedia della pandemia ci ha portato due doni, quello dello smart work che ha il potenziale, combinato con il lavoro in presenza, di aumentare produttività, sostenibilità ambientale e capacità di armonizzare vita di lavoro e vita di relazioni e quello della rinforzata coesione e solidarietà a livello europeo.

La storia ricorderà quello trascorso come il più grande piano di salvataggio economico della storia. La sfida dell’anno che verrà è come tenere assieme il piano Marshall del Pnrr, le politiche di acquisto di titoli pubblici della BCE che hanno evitato crisi finanziarie nonostante l’aumento marcato del rapporto debito/Pil durante la pandemia affrontando al contempo il rischio inflazione.

Che anno sarà il prossimo sul fronte della transizione ecologica ? L’elemento di ottimismo nasce dal fatto che non ci sono dubbi che il progresso tecnologico ci aiuterà a trovare nuovi “vaccini” per la transizione, ovvero nuove tecnologie che aiuteranno a superare i maggiori ostacoli di oggi (batterie e capacità di accumulo di energia da fonti rinnovabili più efficienti, soluzioni nuove per la mobilità sostenibile nei trasporti pesanti) e forse, chi lo sa, soluzioni migliori anche per la cattura e il riutilizzo della Co2. L’elemento di pessimismo è che la spinta derivante dall’azione dei governi continuerà ad essere con tutta probabilità troppo lenta ed inadeguata.

Gli italiani devono però mettersi in testa che, al di là di queste questioni di carattere generale senz’altro importanti, gran parte della soddisfazione e ricchezza di senso della loro vita dipende da loro. L’anno che verrà sarà stato una tappa importante nel progresso civile se faremo altri passi avanti sulla via della cittadinanza attiva che è anche la molla decisiva per accelerare decisioni verso il bene comune da parte delle istituzioni.

Consumo e risparmio responsabile, gestione dei beni comuni da parte di cittadini o gruppi di cittadini organizzati, co-programmazione e co-progettazione tra organizzazioni della società civile ed amministrazioni locali per dare attuazione alla sentenza rivoluzionaria della Corte Costituzionale che prende coscienza del fatto che partecipazione ed intelligenza collettiva possono migliorare la qualità della vita e dei servizi di cura del paese. La qualità dell’anno che verrà non dipende solo dalle stelle o da accadimenti esterni fuori dal nostro controllo, dipende da noi.



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