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Strategia nazionale dello spazio aereo. La roadmap di Enac, Enav e Iata

Gli attori-chiave dell’aviazione civile si sono riuniti oggi a Roma per discutere della ripresa post-pandemia, alla luce della Strategia nazionale dello spazio aereo (Nas) e sotto l’insegna della sostenibilità. L’evento è stato organizzato da Enac, Enav e Iata per guardare ai successi ottenuti e alle sfide future

Dopo l’impatto devastante del Covid-19, il trasporto aereo può ripartire. È il messaggio arrivato oggi da Roma, dove è andato in scena “Italian national airspace strategy”, l’evento organizzato da Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile), Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, e Iata (International air transport association), contestualmente alla pubblicazione di un report sullo stato di avanzamento dei lavori nella Strategia nazionale dello spazio aereo (Nas).

LE PAROLE DI BELLANOVA

L’evento ha visto la partecipazione di molti relatori che operano a diverso titolo nel settore dell’aviazione civile, ma non solo. Ad aprire le due tavole rotonde le parole di Teresa Bellanova, viceministra delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. La ministra ha definito “impegnativa la ripresa del traffico tradizionale”, dopo il duro colpo subito dalla sospensione dei traffici aerei avvenuto durante la pandemia di Covid-19; sottolineando come la ripresa debba essere “accompagnata dallo sviluppo di settori emergenti, come quello dei droni”. L’avvento delle nuove tecnologie ha, infatti, impattato anche il settore aereo, e l’avvento dei due nuovi domini operativi, quello cyber e quello spaziale, si integra anche in questo settore. Come evidenzia Bellanova, è infatti chiaro ormai il “valore strategico dello spazio, anche suborbitale”. Per fronteggiare le sfide attuali e future si rivela preziosa l’importanza di creare “uno spazio di interazione e interdipendenza attraverso la digitalizzazione e l’interconnessione tra infrastrutture”, ha sottolineato la ministra.

OSPITI

Il primo panel sulle sfide post-pandemia e le sfide ambientali, ha coinvolto Rafael Schvartzman, vicepresidente regionale europeo di Iata, Paolo Simioni, amministratore delegato di Enav, Alessio Quaranta, direttore generale di Enac, Marco Troncone, ceo di Aeroporti di Roma (Adr), e il generale Luca Baione, dell’Aeronautica militare italiana. La discussione ha visto la moderazione di Iacopo Prissinotti di Eurocontrol.

Mentre, nel secondo panel dedicato alla Nas italiana come catalizzatore per il miglioramento, sono intervenuti Luca Falessi, chair della Nas italiana per Enac, Oliver Iffert, direttore operativo di Vueling, Davide Pisoni, capo del dipartimento operazioni di Malpensa (Sea), Davide Martini, responsabile della qualità e degli affari regolamentari dell’azienda Neosair Alberto Casamatti, chief executive officer di Air Dolomiti, e Maurizio Paggetti, chief operating officer di Enav. A moderare l’incontro Giancarlo Buono, direttore regionale sicurezza e operazioni di volo in Europa di Iata.

L’EVENTO

Prissinotti ha evidenziato come nel 2017 fossero 37200 i voli giornalieri, mentre secondo una simulazione nel 2030 dovrebbero diventare ben 50000 i voli giornalieri: “Questo mette in luce la sfida per il settore aereo”. La ripresa del settore ai valori pre-pandemia, e dunque il pieno recovery, dovrebbe arrivare nel 2023, ma già nel 2022 si dovrebbero registrare dati sempre più incoraggianti, una vera sfida da affrontare non solo per il settore aereo, ma per tutto l’indotto che orbita intorno ad esso, come ad esempio il turismo. Quaranta, ricordando le parole del ministro Enrico Giovannini, ha richiamato l’attenzione sul concetto di “resilienza trasformativa” per superare le difficoltà poste dalla pandemia, al fine di ricostruire un sistema migliore dal punto di vista della sostenibilità. Questo si potrebbe realizzare anche, come stanno sperimentando in Francia, sviluppando una maggiore “complementarietà con il mezzo treno e non competitività”.

“L’importanza dei servizi di navigazione aerea si è ampliata oltre la gestione sicura dello spazio aereo: ha un ruolo cruciale nel contribuire a ridurre le emissioni e a generare risparmi sui costi per consentire un servizio competitivo per i vettori in Italia”, ha dichiarato Schvartzman. La sostenibilità dell’intero settore è stato infatti uno dei punti centrali dell’intera giornata: “è nostro dovere contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale, anche se le emissioni generate dal nostro settore, rispetto al totale, sono molto basse”, ha evidenziato Quaranta. La sostenibilità e la decarbonizzazione del settore vogliono essere a 360 gradi, dai biocarburanti alla roadmap per la decarbonizzazione fornita da Iata, che punta su quattro direttive principali: tecnologia, Saf, Atm, e market based measures. Quella dei biocarburanti è “una strada un po’ in salita che percorriamo con precisione”, come ha dichiarato Troncone incitando a “lavorare in modo più green possibile”. Infatti, va in questa direzione la partnership tra Adr ed Eni per portare il Saf all’interno degli aeroporti.

In questo discorso si inserisce anche la stretta collaborazione che deve esserci tra il settore dell’aviazione civile e l’Aeronautica militare. “Sicuramente non si può eludere questo bagaglio di esperienze, conoscenze e professionalità”, ha sottolineato il generale Baione in riferimento alla grande esperienza accumulata dell’Aeronautica nell’utilizzo di apparecchi a pilotaggio remoto. L’Aeronautica, sempre più vicina al festeggiamento del suo primo centenario, è stata infatti tra i primi promotori della legge 78 del 2004 che disciplinava l’aeronavigabilità dei droni, e da allora ha ampliato molto il suo expertise sull’utilizzo dei droni, il che potrebbe essere molto utile nella collaborazione con il settore civile.

“L’iniziativa Nas, sviluppata con Iata, Enac, gli attori chiave dell’aviazione e con il supporto del Governo, dimostra che negli ultimi tre anni abbiamo creato valore lavorando insieme, apportando benefici all’intero sistema nazionale e al più ampio network europeo. La digitalizzazione e la sostenibilità sono elementi ben radicati nel nostro dna e rappresentano fattori chiave del nostro continuo lavoro a sostegno della modernizzazione dello spazio aereo nazionale, per rispondere alle esigenze degli stakeholder dell’aviazione e aprire la strada al futuro”, ha dichiarato Simioni.

LA NAS ITALIANA

L’Italian national airspace strategy (Nas) è una parte fondamentale del più ampio programma “Single European sky” che mira a modernizzare lo spazio aereo in tutta Europa. In questa strategia sono previste numerose iniziative volte alla modernizzazione dello spazio aereo, a cui partecipano in sinergia i principali stakeholder di settore: aeroporti, compagnie aeree, Enac, l’Aeronautica militare italiana, Enav e il Governo. Lo scopo è permettere l’evoluzione del sistema aeronautico italiano per contribuire all’economia nazionale e all’efficienza dello stesso trasporto aereo, sia europeo sia internazionale.

Per l’evoluzione dell’infrastruttura spazio aereo si rivela più che mai necessario evolvere, e la modernizzazione è proprio la principale attività portata avanti da Enav. Grazie al suo impegno, oggi Enav è uno dei migliori service provider in Europa -come testimoniano anche i risultati economici positivi registrati nei primi nove mesi del 2021-, sia in termini di performance sia in merito alla puntualità, anche grazie all’introduzione del “Free route” nel 2016. Il Free route è una procedura che consente alle compagnie aeree di volare su percorsi diretti senza dover seguire rotte prestabilite, riducendo in questo modo: tempi di volo, consumo di carburante ed emissioni di CO2 (negli ultimi cinque anni ha permesso infatti di risparmiare circa 600.000 tonnellate di anidride carbonica).

RISULTATI OTTENUTI

Lanciata nel 2018, l’iniziativa Nas, è riuscita a favorire il raggiungimento di alcuni obiettivi, nonostante la crisi provocata dalla pandemia. I risultati ottenuti, sempre sotto l’insegna della collaborazione, sono i seguenti: il miglioramento nella gestione dello spazio aereo superiore; il ridisegno delle aree di spazio aereo terminale utilizzando rotte più precise e flessibili, basate sulle specifiche Pbn (Performance based navigation); e il miglioramento della capacità delle piste e della connettività degli aeroporti grazie all’introduzione di nuove tecniche di gestione del traffico aereo.

Catalizzatore di questi miglioramenti è senza dubbio l’evoluzione dei sistemi e degli strumenti di gestione del traffico aereo. La sempre crescente digitalizzazione del settore ha permesso inoltre di migliorare le prestazioni e i livelli di sicurezza, per mezzo dell’automazione e di un controllo rafforzato. Come recita il comunicato stampa di Enav, tali progressi tecnologici aprono la strada alle operazioni di torre remota negli aeroporti più piccoli che potrebbero consentire di razionalizzare il numero dei centri di controllo e ridurre i costi.

SFIDE FUTURE

La parola-chiave per il futuro dello spazio aereo nazionale è: modernizzazione. Una modernizzazione che in questo caso procede fisicamente in entrambe le direzioni, sia verso la parte più bassa dell’atmosfera, sia nello spazio aereo suborbitale. In questo senso, i velivoli a pilotaggio remoto (droni) diventeranno sempre più delle forme diffuse di traffico aereo. Perciò garantire la che domanda di questi voli possa essere adeguatamente soddisfatta, in modo sicuro e il più possibile efficiente, richiederà nuove progettazioni e capacità dello spazio aereo, come evidenzia il comunicato Enav. Secondo elemento rilevante sono le operazioni nello spazio aereo superiore, dal momento che aumenteranno sempre più i voli suborbitali a scopi commerciali o scientifici, e i voli supersonici e ipersonici. In ultimo, in linea con la designazione da parte del governo italiano della “space economy” come componente della politica economica nazionale, l’aeroporto di Taranto Grottaglie è stato identificato come il primo spazioporto italiano.


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