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Il social di Trump cerca un miliardo. Così si muovono i media di destra

Per capitalizzare sull’euforia di mercato intorno alla piattaforma social Truth di Donald Trump, la società ha stabilito un nuovo traguardo: raccogliere un miliardo di dollari in azioni, ma le sta vendendo ad un prezzo rialzato

Trump Media & Technology Group ha annunciato lo sviluppo della app Truth a fine ottobre, ma da quel giorno dell’applicazione non si è saputo più nulla. Intanto, però, la società dell’ex presidente degli Stati Uniti ha già fatto accordi con una spac, la Digital World Acquisition Corp, da cui riceverà 293 milioni di dollari appena Trump Media verrà quotata in borsa.

Secondo Reuters, l’accordo valuta Trump Media 875 milioni di dollari (incluso il debito della società), ma per avere azioni dello stesso valore di Digital World, valutate a 10 dollari ciascuna nell’accordo, Trump ha deciso di cedere le sue ad un prezzo maggiorato per raccogliere fino ad 1 miliardo di dollari. Alcune fonti hanno detto che per raggiungere questo traguardo, Trump media sta “cercando di assicurarsi un cosiddetto investimento privato in azioni pubbliche (PIPE),” una notizia che gli investitori hanno accettato con euforia.

Dopo l’annuncio di voler raccogliere 1 miliardo di dollari, sul Nasdaq le azioni hanno chiuso al 7% a 44,35 dollari ciascuna, ma sono poi salite al 31% nell’after market raggiungendo 58,01 dollari. Molte azioni sono state comprate da hedge fund o da individui con un cospicuo patrimonio, ma molte altre aziende che avevano investito in Digital World hanno detto di aver venduto le loro quote per non essere associati all’accordo con Trump.

Da quando ha perso la corsa elettorale lo scorso anno, Trump ha ripetuto più volte di volersi ricandidare una terza volta e di voler creare una sua piattaforma social, essendo stato bandito da quasi tutte quelle presenti sul mercato. Il lancio di Truth è previsto nel primo trimestre del 2022 e Trump Media ha posto l’obbiettivo di competere contro i servizi di Amazon e Google.

Come Trump, il mondo dei conservatori statunitensi sta creando un ecosistema di prodotti rivolti al proprio elettorato: app, gruppi editoriali, quotidiani e compagnie telefoniche per “combattere” il sistema mediatico considerato troppo vicino ai liberal. Tra queste piattaforme esiste Rumble, simile a YouTube, che, come riporta Axios, “ha accettato di sbarcare in borsa ad una valutazione implicita di 2,1 miliardi di dollari attraverso una fusione SPAC” sponsorizzata da Cantor Fitzgerald, una società  guidata Howard Lutnick, grande finanziatore della campagna di Trump.

Gli altri nomi da tenere d’occhio? The Daily Wire, MeWe Network, BlazeTV, Parler,
Newsmax TV, OANN, CloutHub. Un arsenale pronto a schierarsi per le elezioni di Midterm e soprattutto per le presidenziali del 2024. Alla faccia della echo chamber.

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