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Dimmi che vaccini hai e ti dirò l’efficacia. La mappa nel mondo

Più ci vacciniamo, meglio è. Ma con quale vaccino? Uno studio conferma che gli anticorpi di Sputnik V, Johnson & Johnson e Sinopharm non proteggono dalla nuova variante Omicron. E, purtroppo, gran parte della popolazione mondiale è stata inoculata con loro

Nuova ondata globale di Covid-19. Dagli Stati Uniti ai Paesi Bassi, in questi giorni la variante Omicron del virus sta richiudendo il mondo, a causa di un aumento considerevole dei contagi.

Gli studi sulla nuova variante sono ancora in fase di sviluppo, ma i primi dati confermano ad oggi che molto probabilmente Omicron è più contagiosa ma meno pericolosa. La variante preoccupa anche per la capacità di eludere la protezione dei vaccini, spingendo le farmaceutiche ad adeguare i vaccini già in circolazione.

Un’altra ricerca svela un dato poco rassicurante. Uno studio della Humabs Biomed SA, unità di Vir Biotechnology e l’Università di Washington sostiene che i vaccini Sputnik V, Johnson & Johnson e Sinopharm sono meno efficaci nel combattere Omicron. Moderna, AstraZeneca e Pfizer invece funzionano ma in maniera ridotta rispetto alla prima variante del virus.

I trattamenti con anticorpi monoclonali di Regeneron ed Eli Lilly perdono completamente la capacità di neutralizzare la variante. Lo studio ha rivelato che la diminuzione dell’immunizzazione è minore negli individui che sono stati vaccinati e sono anche guariti dal Covid in precedenza.

Con un comunicato, la farmaceutica britannica che ha sviluppato Oxford-AstraZeneca spiega che, come con qualsiasi variante, si sta indagando su  B.1.1.529 (Omicron) per capire di più sull’efficacia del vaccino: “Questo ci permetterà raccogliere dati del mondo reale contro la nuova variante del virus”. L’Agenzia di Sicurezza Sanitaria del Regno Unito studiò 581 casi di Omicron e migliaia di casi Delta ed è raggiunto alla conclusione che il vaccino Oxford-AstraZeneca è molto debole di fronte alla nuova variante.

Sull’efficacia del vaccino Sputnik V, il Centro Gamaleya, che lo ha sviluppato, sostiene che i dati analizzati nel rapporto Humabs Biomed SA non sono rappresentativi: “Lo studio utilizza campioni di Sputnik con una minore capacità di neutralizzare la SARS-COV-2 rispetto al vaccino AstraZeneca, mentre uno studio molto più grande in Argentina, basato su campioni di vaccino rappresentativi dimostrò una neutralizzazione 1,8 volte più alta, per cui la versione eterologa è molto più efficace”. Dati più certi arriveranno tra una settimana, secondo quanto si legge sulla rivista Forbes.

Al 24 novembre, il vaccino inoculato in più Paesi al mondo è l’AstraZeneca (182), seguito da Pfizer (149), Sinopharm (85), Moderna (81), Johnson & Johnson (74), Sputnik V (50), Sinovac (44), Covaxin (9), Cansino (7), Sinopharm – Wuhan (3), Soberana 2 (2) e Abdala (3). Ma, in realtà, sulla quantità di vaccini conta la popolazione demografica. Il vaccino Covaxin, per esempio, è stato inoculato a circa 1,3 miliardi di persone soltanto in India. Stesso discorso per i vaccini di produzione cinese, che sono usati anche in gran parte dei Paesi latinoamericani.



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