Il gruppo francese di Bolloré pronto a essere azionista di minoranza della rete in caso di scorporo e intervento di Cdp (operazione che potrebbe avere la benedizione di Palazzo Chigi). Intanto il nuovo direttore generale Pietro Labriola scrive ai dipendenti. Sarà lui il prossimo ceo?
È arrivata l’attesa mossa di Vivendi su Tim, di cui è primo azionista con il 23,8% del capitale. La media company di Vincent Bolloré ha aperto alla maggioranza dello Stato nella rete. Tradotto: se Tim decidesse di portare avanti un piano di separazione dei servizi dall’infrastruttura, Vivendi non soltanto non si opporrebbe, ma sarebbe pronta a partecipare in minoranza, una prospettiva a cui finora si era mostrata contraria. Allo stesso modo si è espressa nei confronti dell’offerta del fondo statunitense Kkr per il 100% delle azioni, giudicandola insufficiente.
LA MOSSA DI VIVENDI
“Certamente puntiamo a riportare Tim su una traiettoria di crescita”, dichiara un portavoce del gruppo francese. “Le valutazioni in corso vertono su questo obiettivo. Vivendi è interessata a qualsiasi soluzione che promuova l’efficienza e la modernità infrastrutturale della rete, preservando il valore del proprio investimento. In questa prospettiva l’ipotesi di un controllo statale della rete, se fosse propedeutico a un progetto strategico a guida istituzionale verrà certamente valutata con apertura”.
Vivendi “ha già rappresentato la propria ferma intenzione di essere un azionista affidabile, di lungo termine, foriero di un dialogo costruttivo volto a rafforzare Tim, con l’obiettivo di lavorare a fianco delle istituzioni italiane nell’interesse di tutti gli azionisti e degli altri stakeholder di Tim” ribadisce un portavoce di Vivendi. “La priorità di tutti gli stakeholder di Tim è tornare a rivedere la società al centro delle strategie di sviluppo ed innovazione e protagonista, con le proprie migliori risorse, sul mercato delle telecomunicazioni”. “Si tratta di coniugare i necessari percorsi di innovazione tecnologica per il Paese con la valorizzazione delle risorse ed il rilancio di uno dei più rilevanti gruppi italiani”, conclude.
CDP IN CAMPO CON VIVENDI?
Secondo Il Messaggero, Vivendi sta lavorando con Cassa Depositi e Prestiti, secondo azionista dell’operatore telefonico con il 9,8%, su un piano per rilanciare le fortune di Tim che non si basa su Kkr. I leader delle due società si sono incontrati di recente e dovrebbero incontrarsi di nuovo per sviluppare la loro strategia comune. “Sarebbe questa la principale valutazione che circola a Palazzo Chigi”, scrive il quotidiano romano: “i 50,5 centesimi proposti da Kkr nella sua offerta non vincolante, sarebbero ampiamente lontani dal vero valore di Tim. Anche e soprattutto alla luce degli 1,25 euro emersi come valore di riferimento dall’impairment test della semestrale, che verifica la recuperabilità del valore dell’avviamento del gruppo telefonico pari a circa 23 miliardi a fine 2020”. Anche per questo, “Palazzo Chigi vedrebbe quindi di buon occhio una liaison fra i due principali azionisti di Tim”, osserva Il Messaggero.
LO SCENARIO
“Vivendi si è convinta che il rilancio deve passare da una presa più stretta dell’azionista pubblico sugli asset strategici di Tim quali la rete, i collegamenti internazionali di Sparkle e il cloud di Noovle”, continua il giornale. Il gruppo francese, in questo scenario, “potrebbe focalizzarsi sugli ambiti più commerciali e su quelli relativi ai contenuti video e non solo all’interno di un percorso che a medio termine evolve verso la fine di Tim come gruppo integrato, che è poi lo scenario che si apre per tutte le grandi telco europee”.
INTANTO, IL NUOVO DG LABRIOLA…
Il mercato “sta cambiando” con una “competizione sempre più accesa e complessa” e le “telecomunicazioni che prima erano al centro di tutto” ora hanno “tanti business ancillari che vanno a erodere parte del business e una velocità di innovazione cambiamento tecnologico sempre più rapido”, ha spiegato il neo direttore generale di Tim, Pietro Labriola, nel messaggio inviato ai dipendenti del gruppo. Secondo alcune ipotesi citate dal Corriere della Sera, l’impegno di Labriola potrebbe portarlo fino alla carica di ceo già nella prossima riunione del consiglio di amministrazione fissata per il 17 dicembre. E dunque ancora prima dell’offerta sulla società promossa da Kkr.