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Con l’Air policing, quasi una missione al giorno per la Nato (e per l’Italia)

Il 2021 ha visto ben 370 missioni, quasi una al giorno, portate a termine con successo nel quadro della Air policing della Nato. Dal baltico ai balcani occidentali, dall’Islanda al Benelux, le intercettazioni dell’Alleanza Atlantica hanno permesso di mantenere sicuro lo spazio aereo alleato in tutta Europa, anche grazie al contributo della nostra Aeronautica militare. Ecco i dettagli…

I dati di fine anno sull’Air policing della Nato mostrano come i jet dell’Alleanza siano stati richiamati centinaia di volte nel corso del 2021, per sorvegliare lo spazio aereo alleato. Ben 370, quasi una al giorno, sono state le missioni di quest’anno in tutta Europa.

SEMPRE PRONTI…

“I jet da combattimento della NATO sono in servizio 24 ore su 24, pronti a decollare in caso di voli non verificati vicino allo spazio aereo dei nostri alleati”. Così ha precisato Oana Lungescu, portavoce dell’Alleanza Atlantica, aggiungendo che “la Nato è vigile, e faremo sempre quello che serve per proteggere e difendere tutti gli alleati”. Sono più di sessanta, infatti, i jet Nato sempre in allerta pronti a intervenire 24 ore su 24, 365 giorni all’anno in caso di attività sospette in prossimità dei confini dell’Alleanza.

…IN TUTTA EUROPA

Quest’anno la maggior parte delle intercettazioni è avvenuta nella regione baltica dove la Nato gestisce una missione di Air-policing (polizia aerea) nelle tre repubbliche di Estonia, Lettonia e Lituania. Ma non è l’unica dal momento che l’Alleanza Atlantica svolge missioni simili anche per altri Paesi quali Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Slovenia. Non solo, gli alleati contribuiscono a proteggere e sorvegliare anche i cieli di Islanda, Bulgaria e Romania.

Sono due i centri (combined air operations centres) dell’Alleanza Atlantica delle operazioni aeree che controllano tutti i movimenti nei cieli europei. Uno si trova a Uedem, in Germania, per coprire l’area del nord Europa, e uno è a Torrejon, in Spagna, per coprire l’area sud.

LE INTERCETTAZIONI

Le intercettazioni possono rispondere a voli militari non annunciati o ad aerei civili che dirottano la propria traiettoria, per problemi tecnici o di comunicazione con i controllori del traffico aereo. Quelle effettuate quest’anno sono avvenute con successo, generalmente non registrando incidenti. Gli aerei Nato sono decollati molte volte per identificare i velivoli in avvicinamento e scortarli fuori dall’area, e sono infatti pochissimi i voli intercettati entrati poi nello spazio aereo alleato. Ben 290 missioni, cioè circa l’80% del totale, erano in risposta a voli di aerei militari russi.

IL CONTRIBUTO ITALIANO

L’Aeronautica militare italiana è l’unica forza ad aver preso parte a tutte le missioni di Air Policing dell’Alleanza. È terminato infatti questo dicembre, dopo quindici mesi di attività consecutiva, il contributo nazionale alla missione Nato “Baltic Air Policing” (Bap) per garantire la sicurezza dello spazio aereo delle tre repubbliche baltiche e sorvegliare i confini orientali dell’Alleanza. Da settembre 2020 ad aprile 2021 l’Aeronautica ha guidato la missione Bap in Lituania con i propri Eurofighter. Mentre, da maggio 2021 si è concentrata sulla missione Enhaced Air Policing in Estonia con la task force Air Baltic Eagle II. Quello in Estonia è stato inoltre il primo impiego da parte della Nato dei caccia F-35 (italiani) di quinta generazione in una missione di polizia aerea nella regione baltica. Per un totale di 1800 ore di volo e 70 interventi reali di intercettazione, il contributo italiano è stato sicuramente significativo.

AIR POLICING NATO

La Nato Air Policing è una missione difensiva “peacetime” permanente che mira a preservare, come detto, la sicurezza e l’integrità dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica, contribuendo alla difesa collettiva. Un compito sinergico che richiede una presenza continua di aerei da combattimento e relativi equipaggi, in grado di reagire rapidamente alle possibili violazioni dello spazio aereo. In questo modo i membri Nato possono assistere quegli alleati che non hanno i mezzi sufficienti a sorvegliare il proprio spazio aereo: un segnale di coesione e responsabilità condivisa in tutta l’Alleanza. La missione è svolta utilizzando il sistema integrato di difesa aerea e missilistica della Nato, e la responsabilità generale di condotta della missione è affidata al comandante supremo delle forze alleate in Europa (Saceur).

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