Berlusconi potrebbe diventare Presidente. Chi continua a ignorare il fatto evocando alternative irrealistiche non fa altro che aumentare le chance dell’ex Primo ministro. Quali sono le alternative e perché sono deboli? Quali sono le responsabilità dei partiti e cosa dovrebbero fare per trovare una soluzione?
*Considero Berlusconi assolutamente inadeguato per il ruolo. Ma credo che sia un suo sacrosanto diritto candidarsi al Quirinale e battagliare per riuscirci.
Berlusconi potrebbe diventare il nuovo Presidente della Repubblica. Attualmente è l’unico candidato dichiarato e con il numero di voti più vicino alla maggioranza. Alla quarta votazione potrebbe farcela.
Non c’è un candidato alternativo. Ci sarebbe Draghi, non pubblicamente candidato, e osteggiato da tantissimi sostenitori (interni e esterni) del suo governo.
Alcune forze politiche e i media continuano a evocare scenari che non hanno alcun riscontro nei fatti: il ritorno di Mattarella, il candidato donna, i pochi voti di Berlusconi, e candidati fantomatici, ecc..
Così facendo, media e poteri influenti vari illudono i cittadini e si illudono che Berlusconi non vinca. Non fanno altro che favorire l’ascesa dell’ex Primo ministro. I media dovrebbero attenersi ai fatti. I partiti dovrebbero presentare candidati che possano realmente dimostrarsi credibili garanti dei diritti e delle libertà dei cittadini.
Per i sondaggi (SWG) l’ampia maggioranza degli italiani (intervistati) ritiene Draghi il più adeguato tra una serie di potenziali nomi presentati (52%). Seguono Cartabia (29%), Gentiloni (28%), Casellati (26%), Severino (20%). Berlusconi è molto dietro (18%) con Franceschini, Casini, Moratti e Amato.
Per la coalizione di centrodestra, composta da Lega, Forza Italia, e Fratelli d’Italia, Berlusconi è il candidato. Non hanno i voti fino a giovedì 27 Gennaio. Invece, alla quarta votazione potrebbe raggiungere la fatidica meta di 505. Dove si possono trovare i voti? Nel gruppo misto, o tra qualche grillino ostile a Conte (che Berlusconi dice di non volerlo).
Quella di Berlusconi non è una missione impossibile. È molto più facile di quanto si possa pensare, soprattutto se non gli si contrappone un candidato più credibile, o non si trova un accordo più ampio per i primi tre voti.
Chi è il candidato/a più credibile? Di nomi ne sono girati molti, ma nessuno sembra trovare ampi consensi, se non la sen. Segre. Sarebbe una candidatura molto evocativa sia per la storia personale sia perché donna.
Ma anche qui servono i numeri, cioè un accordo con Berlusconi, o un tradimento di una parte del centrodestra. Questo ragionamento vale per qualsiasi candidatura che si opponga a Berlusconi alla quarta chiamata. Senza il benestare di Berlusconi non si va da nessuna parte. Il tradimento dei suoi comporterebbe l’immediata ritorsione dell’ex premier.
Ritorniamo allora alle tre prime chiamate. Chi potrebbe raccogliere i 2/3 dei grandi elettori? La risposta dei cittadini al sondaggio è chiara: Draghi. Ma Draghi non gode del supporto di una gran parte dei suoi stessi sostenitori al governo. A sinistra perché lo sopportano a malavoglia, cioè per convenienza. Tutti gli altri perché ne traggono vantaggio con la sua presenza al governo evitando di presentarsi ai cittadini e restando a gestire il potere. Fuori, i gruppi di potere lo vogliono a Palazzo Chigi perché non vedono un’alternativa che i partiti non sanno avanzare.
Draghi deve perciò convincere i partiti a sostenerlo garantendo un governo di continuità ma politico. Riuscirà? È difficile perché anche se i partiti acconsentissero qualche (tanti) franco tiratore si manifesta sempre.
È una situazione di stallo che favorisce solo un candidato: Berlusconi, ma che scontenta la maggioranza dei cittadini, anche quelli di Centrodestra per la ragione che lui, con i suoi comportamenti reali, ha dimostrato di non avere le caratteristiche di imparzialità che sono richieste al Presidente della Repubblica.
Inutile piangere sul latte versato. Ma dei partiti seri e attenti ai cittadini si sarebbero dovuti presentare molto prima con candidati seri e credibili che potessero rappresentare i cittadini. Così non è stato. Ora devono pescare dal cilindro un altro simil Draghi, cioè un candidato che tolga le castagne dal fuoco.
A perderci sono sempre i cittadini che si distaccano sempre di più dalla politica, e il sistema-Paese che diventa meno credibile. In altre parole, finisce l’effetto Draghi. Come dice un famoso quanto colorato personaggio cinematografico, “quando la fai sotto la neve e poi la copri, ma poi la neve si scioglie, e la m… viene a galla”. L’elezione del Presidente potrebbe sciogliere la neve…