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Bill Gates, Omicron e l’inizio della fine della pandemia

Il fondatore di Microsoft prevede che, superata quest’ondata, il virus sarà trattato come un’influenza stagionale, per cui sarà necessaria una vaccinazione all’anno. L’avvertimento sul bioterrorismo e la linea di Svizzera e Israele

“Con l’ondata Omicron, i sistemi sanitari dei Paesi dovranno superare una grande sfida. Gran parte dei casi gravi sono persone non vaccinate. Ma una volta che Omicron passa per un Paese, il resto dell’anno si registreranno meno casi, per cui il Covid sarà trattato come un’influenza stagionale”.

È questa la previsione di Bill Gates, fondatore di Microsoft, durante un dibattito trasmesso su Twitter con Devi Sridhar, presidente di Sanità Pubblica Globale dell’Università di Edimburgo.

Per Gates, che è riuscito a prevedere diverse fasi della crisi sanitaria, nonché lo sviluppo dei vaccini, la variante Omicron è dunque l’inizio della fine della pandemia. “Non è probabile che ci sarà una variante più trasmissibile – ha aggiunto Gates -, ma il virus ha sorpreso molti in questi due anni. Omicron creerà molta immunità almeno per l’anno prossimo”.

Tuttavia, per l’imprenditore “è possibile che dovremo ricevere una dose di vaccino contro il Covid all’anno per molto tempo”.

A novembre, Gates aveva dichiarato che il numero di contagi e l’indice di mortalità per Covid-19 sarebbe sceso sotto i livelli dell’influenza stagionale a metà del 2022, in assenza di varianti pericolose.

In una conversazione con Policy Exchange ha avvertito di un altro rischio globale: il bioterrorismo. “E se un bioterrorista porta il vaiolo in dieci aeroporti? Si sa come potrebbe reagire il mondo? Ci sono epidemie che cominciano naturalmente ed epidemie provocate da bioterroristi, che possono essere anche peggiori di quella che viviamo oggi”.

Per questo Gates ha invitato tutti i leader mondiali ad investire in sicurezza e lavorare insieme per sviluppare la ricerca scientifica. “Dobbiamo essere pronti per la prossima pandemia, abbassare i prezzi dei vaccini, produrli in grandi fabbriche ed eradicare l’influenza. Fare diventare in futuro i vaccini dei piccoli cerotti per averne beneficio tutto l’anno”.

Intanto, dopo la Spagna, anche la Svizzera si avvia ad un approccio più “soft” della gestione della pandemia. Un gruppo di esperti sanitari, consiglieri del governo, sostiene che quando si presenta una variante del virus più contagiosa, ma meno pericolosa, la fine della pandemia è vicina.

Comunque, il Covid resta una minaccia mortale per chi non è vaccinato e per i soggetti fragili, per cui l’esecutivo prevede di mantenere le misure di prevenzione fino alla fine del mese di marzo, quando si spera finisca la quinta ondata.

Alain Berset, ministro per la Sanità svizzera, sostiene che “forse siamo vicini al punto di svolta, che potrebbe essere decisivo per passare dalla fase pandemia alla fase endemica, grazie ad un’immunità elevata nella popolazione”.

La stessa linea è indicata da due esperti israeliani dell’Università Ebraica di Gerusalemme, Zvika Granot e Amnon Lahad. Secondo loro, sebbene la nuova variante della SARS-CoV-2 è preoccupante, non significa un disastro per la salute e potrebbe indicare la fine della crisi sanitaria mondiale.

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