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Anche gli Usa hanno il loro caso Alpi Aviation

Fbi e Cfius indagano sull’acquisizione cinese di una startup di ultraleggeri con sede in California. Si teme il trasferimento di tecnologia, come nell’episodio italiano

Un investimento cinese in Icon Aircraft, startup di aerei da diporto con sede in California, è finita sotto la lente d’ingrandimento del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti e dell’Fbi. A preoccupare le autorità è il rischio di trasferimento di tecnologia dagli Stati Uniti alla Cina, dove ha sede la Pudong Science and Technology Investment, fondo di investimenti sostenuto dal governo di Pechino, che dal 2017 è primo azionista di Icon Aircraft con il 47 per cento.

IL CONTESTO

A rivelarlo è stato il Wall Street Journal, sottolineando che le indagini confermano “l’aumento del controllo sugli investimenti dalla Cina” nel bel mezzo delle tensioni Stati Uniti e Cina. Il caso, continua il quotidiano, sottolinea anche “la battaglia dei due governi per dominare le tecnologie che vedono come cruciali per la futura competitività economica e militare”. D’altronde, è sui trasferimenti forzati di know-how e sulla zona grigia del dual-use che Pechino sta costruendo la propria fortuna puntando sulla cosiddetta fusione militare-civile, cioè all’integrazione fra settore della difesa e settore civile per ridurre i costi e facilitare i processi di innovazione, civile e militare appunto.

LE INDAGINI

Il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, una commissione interagenzia che può consigliare al presidente di bloccare o annullare accordi commerciali per ragioni di sicurezza nazionale, ha avviato la sua indagine alla fine di novembre su sollecitazione degli azionisti americani. L’Fbi, invece, sta parallelamente svolgendo i suoi accertamenti su possibili violazioni legate all’affare e trasferimenti di tecnologia. In particolare, c’è il timore che la tecnologia sviluppata dall’azienda possa avere applicazioni militari nei droni.

I CASI IN CANADA…

Gli Stati Uniti non sono l’unico Paese ad aver alzato gli scudi – seppur, come gli altri, dopo ad acquisizioni avvenute nella maggior parte dei casi. Alla fine del 2020, il governo canadese ha impedito a una società cinese di acquistare miniera d’oro nell’Artico per ragioni sicurezza nazionale. Oggi il primo ministro Justin Trudeau è sotto pressione in merito a un’acquisizione cinese di una società canadese di litio su cui sono in molti a chiedere all’esecutivo di intervenire al più presto.

… NEL REGNO UNITO…

A Londra, invece, sul tavolo della Competition and Markets Authority c’è il dossier che riguarda Perpetuus Group, piccolo produttore gallese del “supermateriale” grafene di 14 dipendenti e un fatturato annuo di 479.000 sterline (al marzo 2020), finito nel mirino di Taurus International, una società nata a fine 2020 e legata a uno “scienziato” con importanti interessi commerciali in Cina.

… E IN ITALIA

Infine, l’Italia, dove Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha spesso definito lo Stato “stratega” e si è detto convinto che il Gruppo di coordinamento che opera a Palazzo Chigi, “organo corrispondente al Cfius statunitense”, debba dotarsi di una struttura autonoma e stabile ad alta competenza tecnica.

Nelle scorse settimane, il governo Draghi ha fatto partire gli accertamenti su Alpi Aviation, l’azienda friulana produttrice di droni e con rapporti con il ministro della Difesa, passata nel 2019, attraverso una società offshore, nelle mani di due società statuali cinesi con “modalità opache” secondo la Guardia di finanza. All’azienda le Fiamme Gialle hanno contestato due violazioni a settembre: della legge 185/1990, che disciplina l’export di armamenti, e del cosiddetto Golden power per violazione dell’obbligo di notifica del passaggio di proprietà. La decisione di Palazzo Chigi è attesa tra poche settimane: si potrebbe arrivare fino all’annullamento della cessione e a sanzioni da 8 a 280 milioni di euro.



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