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De Mistura riprende in mano il dossier del Sahara. E si parte dal Marocco

Staffan de Mistura, il nuovo Inviato Speciale Onu italo-svedese, ha appena concluso una visita nella regione incontrando le controparti oltre ad Algeria e Mauritania, Paesi direttamente interessati dalla crisi in corso. Il commento di Khalid Chaouki, direttore Indiplomacy.it

L’annosa questione del Sahara e del conflitto tra il Marocco e il Fronte Polisario, sostenuto dall’Algeria, è ritornata finalmente al centro dell’attenzione delle Nazioni Unite. Un impegno riattivato grazie alla nomina del nuovo Inviato Speciale Onu italo-svedese Staffan de Mistura (nella foto) che ha appena concluso una visita nella regione incontrando le controparti oltre ad Algeria e Mauritania, Paesi direttamente interessati dalla crisi in corso.

Un secondo segnale importante circa la necessità della comunità internazionale di trovare una soluzione alla crisi, sono state le dichiarazione del segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Gutteres, in particolare, ha riaffermato la centralità del processo politico delle Nazioni Unite sulla questione del Sahara rispondendo in maniera indiretta ai diversi attori europei e africani che hanno tentato di inserirsi nel solco della questione del Sahara con chiari obiettivi volti a strumentalizzare la crisi in corso al fine di trarne vantaggi politici ed economici circoscritti.

In risposta a una domanda sulla recente visita dell’inviato personale per il Sahara, durante la sua conferenza stampa di inizio anno Guterres ha risposto che “Staffan de Mistura ha fatto la sua prima visita al regione. Spero che il processo politico riprenda”. Gutteres ha aggiunto che “il mio messaggio alle parti è che un problema che dura da tanti decenni in una regione del mondo dove assistiamo a gravissimi problemi di sicurezza, dove vediamo crescere il terrorismo nel Sahel, è nell’interesse di tutti risolvere una volta per tutte questo problema del Sahara”, insistendo “che è tempo che le parti comprendano la necessità di un dialogo alla ricerca di una soluzione e non solo di mantenere un processo senza fine”.

Un’affermazione forte che ha ribadito il mandato delle Nazioni Unite, specificato nella Risoluzione 2602 del Consiglio di Sicurezza, adottata il 29 ottobre 2021. Questa risoluzione prevede infatti l’avvio dei colloqui con la partecipazione di Marocco, Algeria, Mauritania e il “polisario”, come quadro unico per raggiungere una soluzione politica, realistica, pragmatica, duratura, e di compromesso tra le parti.

Una risoluzione inizialmente respinta da Algeri al momento della sua adozione dichiarando difatti che non avrebbe più preso parte al processo politico. Tuttavia, di fronte alle pressioni internazionali, l’Algeria ha dovuto prenderne atto ricevendo il rappresentante Onu De Mistura, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise in un’area, del Sahel, che vive enormi sfide derivanti dalle minacce terroristiche e al controllo dei flussi migratori oltre ai fenomeni di contrabbando gestite da reti di ispirazione jihadista.

Una visita importante che ha portato Staffan de Mistura a Rabat, dove ha incontrato Nasser Bourita, ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e ad Algeri dove ha incontrato il ministro degli Affari Esteri algerino, Ramtane Laamamra. In entrambi i colloqui è stato ribadito da de Mistura la necessità di “regionalizzare” la soluzione della crisi nel Sahara a partire dalla proposta del Marocco di un modello di autonomia avanzata nell’ambito della sovranità marocchina.

Un territorio che ha visto negli ultimi due anni in particolare una crescita di investimenti del Marocco e di investitori stranieri nei settori delle infrastrutture, della pesca, dell’agricoltura e del turismo. Mentre a livello politico e diplomatico il Marocco ha segnato un notevole sostegno diplomatico tramite l’apertura di oltre quindici consolati soprattutto di Paesi africani e del Golfo nelle città di Laayoune e Dakhla, oltre alla decisione statunitense di riconoscere il Sahara quale territorio marocchino nel quadro dello storico rilancio delle relazioni tra Marocco, Stati Uniti e Israele.

Ora, grazie soprattutto rinnovato protagonismo delle Nazioni Unite e la saggia azione di un diplomatico del calibro di Staffan de Mistura, si spera che si arrivi in primis alla ristabilizzazione di un clima di dialogo pacifico tra Marocco e Algeria per siglare finalmente un accordo in cui una parte del popolo Saharawi finalmente trovi pace lontano dalle strumentalizzazioni ideologiche che si richiamano ancora oggi all’era della guerra fredda.


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