Cittadinanzattiva, con il supporto di Novartis, ha promosso la creazione del documento “Insieme per l’oncologia del futuro. Con i piedi per terra e lo sguardo al futuro”. Un testo imprescindibile per pensare una strategia condivisa nella lotta al tumore, presentato il 18 gennaio di quest’anno
Il cuore dell’oncologia è l’attenzione a tante persone colpite da un evento che cambia la vita, rende difficili le azioni più semplici e trasforma ogni gesto quotidiano in un traguardo. Due anni di pandemia hanno esasperato criticità e sfide, ponendo a dura prova la tenuta dell’oncologia italiana e segnalando la necessità di un cambiamento e di una ripresa coraggiosa e costante.
La battuta d’arresto di esami e visite specialistiche per la paura del contagio – ha scritto Walter Ricciardi – la riduzione degli screening e dell’esecuzione degli interventi chirurgici, il rallentamento dei trattamenti radioterapici, delle terapie palliative, dei supporti psicologici e dei follow-up, così come le sospensioni nell’ambito della ricerca, sin dalle prime fasi della pandemia, hanno creato le premesse per un’incidenza maggiore di tumori nei prossimi anni. Si stima che solo nel 2020 siano stati 19,3 milioni i casi di nuova diagnosi di cancro nel mondo e circa 10 milioni le morti da esso causate.
Per rispondere a questa sfida, Cittadinanzattiva, con il supporto di Novartis, ha promosso la creazione del documento “Insieme per l’oncologia del futuro. Con i piedi per terra e lo sguardo al futuro”. A guidare il lavoro è stato il Piano Europeo contro il Cancro, costruito sui quattro pilastri della prevenzione, diagnosi precoce, trattamento e qualità della vita, insieme al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che punta su innovazione, salute digitale, cure di prossimità, inclusione sociale, gestione della cronicità.
“In queste settimane di lotta alla variante Omicron – ha detto Luigi Boano, general manager di Novartis Oncology – vogliamo fare eco all’appello accorato dei pazienti oncologici, che chiedono di non rinviare più visite e cure e di recuperare i ritardi accumulati in questi due anni. In linea con le strategie messe in campo dall’Unione europea, la pandemia ci offre l’occasione di ripensare la lotta ai tumori, che, come ricordato dal Commissario alla Salute Stella Kyriakides, non è una sfida individuale ma una sfida della società intera”.
Il documento rappresenta quindi l’esito di un grande gioco di squadra, che ha coinvolto decine di attori sociali, politici, sanitari, scientifici e istituzionali, in una grande sinergia tra pubblico e privato che è riuscita ad evidenziare priorità e a mettere in campo proposte concrete, capaci di costruire un percorso inedito necessario. Questo documento, imprescindibile per pensare una strategia condivisa nella lotta al tumore, presentato il 18 gennaio di quest’anno, si pone in continuità con l’evento realizzato l’anno scorso dalle stesse realtà promotrici. In Italia il Piano Nazionale Oncologico è scaduto ormai nel 2016, e in vista del prossimo urge più che mai una visione politico-strategica di lungo termine, che superi la frammentazione delle misure, che vada oltre l’attenzione su questa o quella patologia oncologica e che si ponga degli obiettivi politici strutturali, nazionali e generazionali di lotta al cancro.
Il documento è tutto caratterizzato da questo approccio olistico e lungimirante, che tiene insieme la complessità della sfida occupandosi della realtà in modo organico. Gli oltre 4 milioni gli screening oncologici rimandati fra il 2020 e il 2021 e il 50-80% degli interventi chirurgici ritardati o annullati, anche in area oncologica, scrivono, di fatto, l’agenda politico-istituzionale, e chiamano a raccolta le migliori energie del Paese. Perché c’è in gioco la vita di decine di migliaia di persone. Il governo ha proposto delle misure per mitigare gli effetti di quella che si profila come la prossima emergenza sanitaria, mettendo a disposizione risorse economiche significative per il recupero delle liste d’attesa, ma la strada è ancora lunga e ogni giorno perso lo si paga in termini di diagnosi tardive o addirittura mancate, terapie interrotte, interventi rimandati. Le condizioni che si sono venute a creare ci impongono quindi di fare un salto di qualità nella definizione di un piano nazionale di prevenzione e lotta al cancro, che sia all’altezza delle sfide, ma che consideri pure le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sanitarie.
“Per questo Novartis Italia ha deciso di essere al fianco di Cittadinanzattiva nell’elaborare una strategia comune sul futuro dell’oncologia – ha affermato Boano -. L’obiettivo è stato quello di definire una visione strategica nazionale per combattere il cancro nei prossimi 10 anni, identificando anche azioni concrete da implementare nell’immediato e cogliendo la spinta riformatrice del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, grazie ad un approccio olistico e integrato, che ha tenuto conto del contributo di tutti i soggetti coinvolti, uniti per la prima volta con l’obiettivo comune di mantenere alta l’eccellenza italiana in ambito di ricerca e cura della persona”.
In estrema sintesi si può dire che la proposta del documento verte su quattro punti fondamentali: prevenzione; equità; innovazione; qualità di vita.
Nell’ambito della prevenzione propone di redigere protocolli d’intesa tra i diversi ministeri per portare l’educazione e la formazione sanitaria, nonché la prevenzione (quindi screening e vaccini) più vicino alle persone: nelle scuole, sui luoghi di lavoro, nei centri di aggregazione sociale e finanche nei centri di reclusione. Si propone ancora di incentivare l’adesione alla vaccinazione e agli screening oncologici, puntando sulle Case della Comunità previste dal Pnrr, facilitando le modalità di prenotazione e chiamata attiva (dove la digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale). Semplici passaggi, che rivoluzionerebbero il percorso di cura e la presa in carico del paziente.
Il secondo punto, l’equità, prevede di costituire entro il 2022, presso il ministero della Salute, la Cabina di Regia sul Piano Oncologico Nazionale (PON) per supportare, monitorare e valutare l’attuazione e l’efficacia dello stesso. Prevede inoltre di accelerare l’utilizzo da parte delle Regioni del fondo assegnato per la realizzazione dei Registri tumori regionali; di estendere i modelli innovativi di distribuzione e somministrazione dei farmaci oncologici presso le diramazioni territoriali (come le Case della Comunità), e farmacie di comunità; di incrementare il numero minimo di ore dell’assistenza domiciliare e intraprendere un adeguamento strutturale al domicilio del paziente, sfruttando anche risorse quali la domotica. Tra le proposte più interessanti, certamente, quella di introdurre con legge nazionale la figura dello psiconcologo a sostegno sia dei pazienti sia dei professionisti sanitari.
Ancora, a livello dell’innovazione, proposta è quella di aprire sotto il controllo del ministero della Salute, il “Portale nazionale dell’innovazione” che contenga l’elenco dei centri autorizzati a erogare trattamenti altamente specializzati e personalizzati, come pure i volumi delle prestazioni di ogni centro oncologico, le modalità di arruolamento dei pazienti nelle sperimentazioni cliniche con particolare attenzione alla popolazione oncologica pediatrica, nonché i protocolli di ricerca e i processi di HTA. Un’altra proposta fondamentale è quella di ammodernare il parco tecnologico utilizzando le risorse del Pnnr, e di investire nelle nuove tecniche diagnostiche assicurando standard minimi di qualità e sicurezza sia negli ospedali sia sul territorio.
Infine, semplificare i percorsi di attivazione della domanda d’invalidità civile sin dal momento della diagnosi, facendo circolare sul territorio nazionale la buona pratica del “certificato oncologico introduttivo”; promuovere una legge sul diritto all’oblio che permetta a tutti gli ex-pazienti oncologici di non dover più dichiarare che si è sofferto di un tumore al momento del reinserimento nel mercato del lavoro o quando si tenta di accedere a servizi finanziari, hanno come unica finalità: migliorare la qualità di vita del paziente.
Perché di questo si tratta, di offrire ai pazienti il miglior livello di vita possibile.
Il documento è un faro che illumina una rotta, un cammino di speranza e d’impegno che promette frutti significativi e importanti e richiede attenzione e grande responsabilità da parte dei decisori, che nella comunità di voci riunita da Cittadinanzattiva e Novartis trovano, com’è evidente, un interlocutore valido e propositivo.