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Chi sale e chi scende nella corsa all’Eliseo. La Francia al voto

Il presidente Emmanuel Macron è favorito nei sondaggi, ma l’avversario più temuto arriverà dalla destra. La scommessa europea e l’ascesa di Zemmour

Mancano meno di 100 giorni al primo turno delle elezioni presidenziali in Francia. Il presidente Emmanuel Macron non ha ancora ufficializzato la propria candidatura ma resta favorito nei sondaggi.

Secondo gli ultimi dati di Ifop, Macron avrebbe al primo turno il 27% dei voti, e potrebbe vincere al ballottaggio con il 59% contro Marine Le Pen e il 55% contro Valerie Pecresse. Molta attenzione verso lo scrittore Éric Zemmour. Nell’ultimo sondaggio ha il 13,5% e la sua candidatura sta mettendo in difficoltà Le Pen, che ha il 16%.

A sinistra invece non ci sarebbe nessuno in grado di superarlo; pochi riescono ad avvicinarsi alla soglia del 10%: Jean Luc Melenchon, leader del partito di sinistra radicale France Insoumise, è riuscito a raggiungere il 8,5%; l’ecologista Yannick Jadot il 7%; la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo il 3,5 e l’ex ministra della Giustizia, Christiane Taubira, il 2,5%.

SCOMMESSA EUROPEA

Il 2022 è cominciato con l’avvio del semestre della presidenza francese di turno dell’Unione europea e questo è servito a Macron per sottolineare la sua linea politica: un cambio di rotta per un’Europa “più potente nel mondo, più sovrana e libere nelle scelte del proprio destino”. E per farlo, il leader francese è convinto che bisogna sconfiggere il Covid-19. Per questo ha deciso, come ha detto esplicitamente, di “rompere” ai no vax.

Macron però dovrà gestire l’opposizione interna. Già l’iniziativa di issare la bandiera europea sull’Arco di Trionfo a Parigi è stata contestata dai candidati della destra come un tradimento ai valori francesi.

Nonostante nel 2017 il giovane leader di La Republique en marche sia riuscito a convincere l’elettorato della sinistra, il centro e la destra, il movimento non è mai decollato per davvero. Ora il suo programma è basato sulla ripresa economica e nuove regole fiscali, nonché sulla difesa e l’autonomia dell’Europa.

LA CARTA PECRESSE

La corsa per restare all’Eliseo sarà molto probabilmente con i candidati della destra. Secondo la stampa locale, l’unica avversaria da temere è Valerie Pecresse, candidata del partito Les Republicains, che aveva raccolto molto consenso nei primi giorni della nomina.

Pecresse, infatti, potrebbe stare più vicina a Macron rispetto a Marine Le Pen. Rieletta come presidente della regione dell’Ile-de-France, Pecresse ha battuto tutti gli altri candidati (uomini) alle primarie. La donna ha una forte esperienza politica dopo essere stata consigliera dell’ex presidente Jacques Chirac e ministro dell’Università e del Bilancio.

ZUAVI DI PARIGI

Intanto, in mezzo alla campagna elettorale, il governo francese ha deciso di sciogliere il gruppo di estrema destra “Zuavi di Parigi”, con l’accusa di essere implicato negli scontri al comizio elettorale di Zemmour. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha spiegato che la dissoluzione è stata approvata dal Consiglio dei ministri. “Zuavi di Parigi” è un gruppo nato nel 2017 che riunisce una ventina di membri accusati di essere responsabili di numerosi e ricorrenti atti violenti e di “propagare un discorso apertamente razzista”, secondo quanto si legge nel decreto.

Ma intanto, Zemmour continua a raccogliere consensi e anche finanziamenti. A fine anno il candidato presidenziale aveva riunito nove milioni di euro per la sua campagna elettorale attraverso doni e iscrizioni. L’emittente Europe1 ricorda che nel 2017, Macron aveva fatto di meno: era arrivato a 7,2 milioni di euro nello stesso periodo.

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