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La sfiducia dei cittadini e come uscirne. Paganini spiega il circolo vizioso

Noi cittadini possiamo affidarci al Metodo Liberale perché ci consente di creare le condizioni adatte affinché si possa giudicare giudicare i problemi esistenti ed indicare le migliori strade per affrontane la soluzione. Il commento di Pietro Paganini

La sfiducia di noi cittadini verso media, leader politici e guru della finanza sta esplodendo. Non crediamo più a quello che ci dicono. Perché? Ci polarizziamo in gruppi sempre più ristretti in guerra tra loro dove troviamo conforto per le nostre (non) verità. Cosa sta succedendo? Come possiamo uscirne?

Un nuovo report globale conferma che la fiducia dei cittadini verso i media e la politica continua a diminuire. Ci stiamo convincendo che i media, i politici, e i manager dei grandi gruppi finanziari e industriali, non ci dicano la verità. Questa sfiducia ci spinge a rifugiarci in gruppi sempre più ristretti e dissociati da tutto il resto.

I leader politici, economici, e i così detti opinion maker, tendono a ingannare noi cittadini al fine di mantenere e gestire il potere. Evitano il confronto con noi su dati oggettivi. Ideologicizzano la scienza facendone un simulacro. Nella contemporaneità questo comportamento viene facilmente smascherato.
La sfiducia polarizza i cittadini in gruppi tra loro ostili che evitano di confrontarsi criticamente. Ciascuno resta convinto delle proprie opinioni e non si fida di quelle altrui.

  • Secondo il Trust Barometer (leggi) i capi di governo, i politici, e i giornalisti sono i meno affidabili. Nonostante che per le funzioni esercitate non dovrebbe essere così.
  • I capi di governo sono quelli da cui dipendono le nostre libertà e prosperità;
  • I politici (rappresentanti) sono quelli che dovrebbero impegnarsi a risolvere i nostri bisogni e desideri, a cui dovrebbero rispondere con progetti e proposte per soddisfarli;
  • I giornalisti dovrebbero raccontare i fatti per quel che sono. Non è così, purtroppo.

Per la maggioranza degli intervistati (38.000 in 28 paesi) i giornalisti (67%), i capi di governo (66%), e i guru del business (63%) ci imbrogliano volontariamente con affermazioni consapevolmente false o appositamente esagerate.
Per i cittadini i media tendono a imbrogliare per ragioni commerciali, mentre i politici lo fanno per mantenere il potere acquisito.

Può essere che la percezione di noi cittadini sia sbagliata o esagerata? Se così fosse dovremmo indagare le ragioni di questa sfiducia ingiustificata.
Può essere che la nostra percezione sia fondata? Qui la risposta è più semplice. È infatti, sufficiente, seppure faticoso, riprendere l’operato di media e politici, per confrontarli con le loro affermazioni.
O possono essere vere entrambe le supposizioni? Si tratta di fatto, di un circolo vizioso.

Media, politici e leader economici, tendono a non dire il vero, o a affermare mezze verità, o verità esagerate, pensando di raggirarci. È vero che beneficiamo ancora di pochi strumenti di controllo sull’operato di media e potenti, ma nell’età digitale della globalizzazione, le bugie o le mezze verità hanno le gambe corte.

  • B. Johnson rischia di essere sfiduciato dal parlamento per aver tradito la fiducia dei cittadini.
  • La Volkswagen ha rischiato il fallimento per aver ignorato le regole.

Sono solo due casi emblematici di una lunghissima lista di furbata o malefatte scoperte.

Questi atteggiamenti fomentano la sfiducia dei cittadini. Siamo così portati a fidarci solo delle nostre credenze e di persone che le rafforzano. È la natura umana.
Se media e politici non ci dicono la verità, non mi devo fidare di loro, ma nemmeno di chiunque altro esprima opinioni diverse dalla mia, perché sono comunque false. Crediamo solo in chi conferma ciò che crediamo.

Siamo perciò spinti a rifiutare il senso critico che dovrebbe portarci a confutare gli altri, ma anche noi. Ma se gli altri ci imbrogliano per ragioni economiche e di potere, cioè per sopraffarci, dobbiamo arroccarci in noi stessi, per difenderci.
Questa polarizzazione rallenta il confronto delle idee, e quindi umilia l’elaborazione di nuove conoscenze.

Noi cittadini possiamo affidarci al Metodo Liberale perché ci consente di creare le condizioni adatte affinché si possa giudicare giudicare i problemi esistenti ed indicare le migliori strade per affrontane la soluzione.

Dobbiamo interrogarci se siamo in grado di esercitare questa funzione con responsabilità, coscienza, e rigore, o se vogliamo lasciarla a media, a politici e manager, senza punirli per i sempre più gravi difetti nell’esercizio della loro funzione.

Richiamare tutti gli attori della convivenza a comportamenti più virtuosi, è una necessità per mantenere in forma il funzionamento della società aperta.

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