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Perché Pechino punisce Viya, l’influencer da record dell’e-commerce

Testimonal di diversi marchi occidentali, aveva battuto il record di incassi. Ma il governo cinese, che teme la crescita dell’e-commerce, ha deciso di multarla per evasione fiscale e dovrà pagare 210 milioni di dollari

Colpirne uno per educarne cento. La frase attribuita a Mao Tse-Tung continua a guidare le ultime politiche della Cina contro il mondo della cultura e lo spettacolo.

Huang Wei, conosciuta in rete come Weiya o Viya, originaria della provincia di Anhui, è una famosa presentatrice di eventi in streaming. Sui social ha milioni di follower: 80 su Taobao e 18 su Weibo. È diventata famosa grazie al programma Super Idol, ma dopo ha sfruttato la notorietà partecipando allo shopping online con una catena di negozi in rete. È stata ingaggiata da molti brand occidentali, tra cui Tesla, Miranda Kerr Beauty e Procter & Gamble per diverse collaborazioni pubblicitarie. Nel 2019, partecipò a una campagna con Kim Kardashian.

Nello stesso anno, Viya è riuscita a battere il suo record personale di incassi: 50 milioni di dollari. Un successo che non è passato inosservato (e impunito) al governo cinese. Pochi giorni fa, le autorità fiscali della provincia di Zhejiang hanno accusato l’influencer di non avere pagato le tasse e hanno imposto una multa di circa 210 milioni di dollari.

Lei si è subito scusata pubblicamente dicendo di sentirsi “profondamente colpevole” e di essere pronta a pagare quanto dovuto. Secondo l’agenzia Bloomberg, tutti gli account social della giovane sono scomparsi, come nel caso dell’attrice Zheng Shuang (qui l’articolo di Formiche.net).

La punizione contro Viya risponde alla crescita del mercato del commercio elettronico in Cina. Da quanto si legge sul sito South China Morning Post, il settore produce 156 miliardi di dollari, con un incremento del 10% delle persone che si dedicano a queste transazioni, per cui non può sfuggire al controllo di Pechino.

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