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I prezzi alti delle merci possono stimolare un commercio più efficiente

Di Lorenzo Bona

L’aumento dei prezzi innescato da pandemia e colli di bottiglia nel commercio internazionale può offrire opportunità di profitto inesplorate, mettendo in moto nuovi fenomeni di imprenditorialità e più vantaggiose combinazioni produttive, nonché innovazioni nei sistemi di trasporto. L’intervento di Lorenzo Bona, Limestone Economics e Fondazione Economia Tor Vergata

L’ascesa dei prezzi del trasporto marittimo per la spedizione delle merci è forse uno dei fenomeni emersi nel corso dell’anno appena trascorso con modi che sembrano ancora condizionare l’andamento del commercio internazionale e generare ansie e timori in imprese che competono o che puntano a concorrere sui mercati globali.

Si tratta di un fenomeno iniziato ad emergere più o meno attorno al periodo in cui, un po’ ovunque, si è dato il via a crescenti allentamenti di molte restrizioni per il contenimento delle fasi iniziali della pandemia da Covid-19: cioè grosso modo da quando, con tali allentamenti, è potuta ripartire – forse in termini più veloci di quanto molti si attendevano – la domanda di numerosi prodotti che si era in qualche misura congelata nell’incertezza delle prime fasi dell’emergenza sanitaria.

Come è stato anche rilevato da vari studiosi e osservatori dei mercati globali, i prezzi del trasporto transoceanico di merci – che solitamente impattano in via significativa i costi delle sequenze principali della catena degli approvvigionamenti di numerose industrie – sembrerebbero essere stati spinti al rialzo da una pluralità di fattori. Ad esempio, l’aumento del costo di carburanti e combustibili registrato ultimamente, la carenza di container per la spedizione e lo stoccaggio delle merci attualmente richieste, l’insufficienza di personale per il carico e scarico delle navi.

Si tratta cioè di uno scenario che può apparire influenzato dall’avvento di situazioni che in gran parte possono assomigliare a dei colli di bottiglia in grado di  rallentare o ostacolare il flusso delle operazioni di spedizione e consegna delle merci.

In questo senso, potrebbe quindi non stupire troppo che possano essere in tanti a guardare a tutto ciò con uno stato di apprensione poco piacevole per il futuro. Tuttavia, un aiuto a contenere lo sviluppo di sentimenti caratterizzati da un eccessivo senso di sconforto può forse provenire provando a considerare alcune estensioni teoriche dell’economia, come quelle volte a dar maggior rilievo al ruolo dei prezzi sul piano del trasferimento dell’informazione e alla natura evolutiva del mercato concorrenziale.

In quest’ottica, con qualche sforzo di semplificazione e di astrazione dei ragionamenti e senza entrare in discorsi attorno al tema dell’inflazione, si possono ricordare due grandi condizioni ideali che consentirebbero ad un dato sistema sociale di giungere a crescenti livelli di efficienza nell’impiego delle risorse disponibili. Da una parte, la presenza di un insieme di regole e norme favorevoli all’iniziativa privata e ad una manifestazione libera delle preferenze dei singoli attori economico-sociali; dall’altra, l’assenza di barriere di costo rispetto all’ingresso e/o all’uscita nel mercato da parte di chi partecipa o aspira a partecipare alle dinamiche competitive di produzione e di scambio che danno vita al sistema dei prezzi.

All’interno dei mercati concorrenziali questo sistema trasferisce a chi consuma e a chi produce una gamma di informazioni di altissimo valore. Dal lato di chi acquista, i prezzi tendono ad agire come una sorta di bussola che aiuta ad orientare in modo agile e abbastanza accurato la scelta tra più beni; dal lato di chi vende, essi tendono a funzionare come una specie strumento per una rapida interpretazione delle preferenze dei clienti a cui sono rivolti i prodotti in vendita.

Se il mercato è concepito, in linea con questo tipo di considerazioni, come meccanismo di scoperta basato su comportamenti concorrenziali tesi a fornire prodotti migliori a prezzi più convenienti, il movimento dei prezzi di un bene finirà per avere grande influenza sulla diffusione della conoscenza finalizzata alla (ri)organizzazione degli schemi di produzione e di scambio. Un movimento dei prezzi verso l’alto (il basso) farà capire che i consumatori sono interessati ad avere una maggiore (minore) quantità di un certo bene e quindi aiuterà coloro che lo producono, dati i vincoli tecnici di produzione, a percepire meglio l’opportunità di impiegare le risorse in modo diverso per riversare sul mercato una quantità maggiore (minore) del bene.

Il modo in cui opera il sistema dei prezzi renderebbe pertanto possibile un’evoluzione in senso efficiente  delle dinamiche di produzione e distribuzione dei vari prodotti e servizi che sono richiesti sul mercato.

D’altra parte, un certo livello di incertezza tenderà inevitabilmente a permanere nel mercato e potrà riflettere situazioni con disequilibri, come possono essere quelle connesse a rapide impennate nei prezzi. Ma senza che tutto ciò debba automaticamente essere visto come qualcosa necessariamente proiettata a mettere in completa crisi coloro che guardano al domani con sentimenti di fiducia e di cauto ottimismo.

Per esempio, proprio la comparsa di situazioni con prezzi relativamente alti può contribuire a suggerire l’esistenza di preziose opportunità di profitto, con modalità favorevoli alla messa in moto di nuovi fenomeni di imprenditorialità e nuove e più vantaggiose combinazioni produttive, le quali possono consistere anche in innovazioni sul fronte dei sistemi di trasporto.

Provando ad andare verso una conclusione potrebbe essere utile aggiungere che le nuove combinazioni produttive tenderanno ad offrire all’imprenditore-innovatore vantaggi competitivi che si rifletteranno in situazioni di profitto. Ma, per le cose dette, è facilmente intuibile che queste situazioni tenderanno a durare per un tempo relativamente breve. Perché altri imprenditori, per non uscire dal mercato, cominceranno ad imitare sempre più le combinazioni produttive introdotte prima con successo, sino a quando il mercato ritornerà via via verso un livello di prezzi più basso e nuove condizioni di equilibrio.

È con questo tipo di cornice interpretativa, sinteticamente abbozzata sin qui attorno al ricordo di alcuni meccanismi di mercato tendenti ad agire come una sorta di rimedio spontaneo contro scenari economici in disequilibrio, che aziende operanti e/o desiderose di competere in ambito internazionale potrebbero forse guardare all’attuale scenario del trasporto marittimo intercontinentale con qualche ansia e timore in meno.

Tanto più se si considera che molte economie avanzate – come quella americana ed europea – sembrano rapidamente accelerare verso una transizione digitale; cioè verso modelli di crescita e sviluppo economico sempre più capaci di mettere a frutto il potenziale delle nuove tecnologie informatiche. E ciò – come molti si attendono – potrebbe generare considerevoli benefici in termini di effetti trasformativi e di maggiore efficienza per importanti settori industriali: specialmente per quelli dove attualmente sembra esserci un alto ricorso ad operazioni manuali, come quello dei trasporti e della spedizione delle merci.

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