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Il super vaccino che protegge da tutte le varianti di coronavirus

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La ricerca, guidata dall’esercito americano, punta a un’immunità ampia contro le varianti del Covid-19 e gli altri coronavirus che sia sicura, efficace e duratura. A che punto è la sperimentazione

Nuove speranze nella lotta contro la pandemia. Mentre il governo del presidente Joe Biden è impegnato nel combattere la variante Omicron, l’esercito degli Stati Uniti ha annunciato un importante traguardo della ricerca scientifica contro il virus. Si tratta di un nuovo vaccino, ancora in fase di prova, che potrebbe fornire protezione contro tutte le varianti del Covid-19.

Secondo i ricercatori, il vaccino “non solo provoca una potente risposta immunitaria, ma fornisce anche un’ampia protezione contro tutte le varianti e altri coronavirus”.

Se è così, questo super vaccino pan-coronavirus potrebbe essere uno strumento efficace per proteggere la popolazione dalle future varianti, che sicuramente si presenteranno a causa della grande diffusione del virus.

Il vaccino è a base di nano particele di ferritina o SpFN ed è stato sviluppato da ricercatori del Walter Reed Army Institute of Research (Wrair). La strategia, conosciua come “Pan Sars” è di trovare un vaccino che protegga contro il maggior numero di varianti di coronavirus.

Kayvon Modjarrad, direttore della sezione malattie infettive emergenti del Wrair, e capo del dipartimento di sviluppo di vaccini dell’esercito Usa, ha spiegato all’Indipendent che l’obiettivo è “sviluppare una tecnologia di vaccino ‘pan-coronavirus’ che possa offrire protezione sicura, efficace e duratura contro molteplici varianti e tipologie di coronavirus”.

“La distribuzione ripetuta ed ordinata della proteina spike del coronavirus in una nano particella di molteplici sfaccettature – ha spiegato Modjarrad – può stimolare l’immunità in un modo che si traduce in una protezione significativamente più ampia”.

Defense One, che ha dato notizia per prima dello sviluppo del super vaccino pan-coronavirus, sostiene che questa tecnologia è totalmente diversa rispetto a quelle usate ad oggi per produrre i vaccini anti-Covid. Al posto del metodo mRna o dei vaccini con vettori virali, SpFN userà una una sferetta sulla quale sono applicate 24 versioni della proteina.

Federico Pio Fabrizio, Postdoctoral fellow at the Laboratory of Oncology della IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, insieme a Aureliano Stingi, Clinical Case Coordinator Medendi e PhD in Cancer Biology, hanno scritto un approfondimento su questa ricerca per Repubblica.

“È vero fino ad oggi, anche se non aggiornati a #Omicron, i #vaccini funzionano. Ma se si vuole pensare all’eradicazione del #virus, allora non possiamo fare altro che attendere questo vaccino, ormai in fase avanzata (trial di fase 2/3 inizia in questi mesi)”, ha scritto Federico Pio Fabrizio su Twitter. Il vaccino, spiega, “sviluppa diversi tipi di anticorpi neutralizzanti che corrispondono alle diverse varianti e pure a quelle future”.

Ma a quale punto è lo sviluppo del super vaccino pan-coronavirus? Sono terminate le prove sugli animali ed è cominciata la prima fase di test sugli umani, divisa in tre fasi.

Una delle più grosse difficoltà per portare avanti la ricerca è stata trovare soggetti che non siano stati né vaccinati né contagiati di Covid. Questo mese i ricercatori sperano di pubblicare i risultati della prima fase di sviluppo.

Tra i vantaggi di questo vaccino, secondo Federico Pio Fabrizio, c’è il fatto che “è progettato in maniera tale da predire alcuni tipi di mutazioni che potrebbero interessare la Spike in futuro e ridurre enormemente il problema varianti ed evasione immunitaria”.

E non solo: “Induce una ampia produzione di anticorpi neutralizzanti ma anche una robusta risposta cellulo-mediata con linfociti B e T (da risultati in vitro e preclinici)”.

Per il dottore Nelson Michael del Wrair l’investimento nella creazione di un vaccino di nuova generazione “è un passo importante per anticipare il Covid-19 e tutte le future minacce di malattie”.

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