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Fiamme gialle per la privacy. Sgominata la banda della truffa Treccani

Operazione della Guardia di Finanza: quattro indagati. Per la prima volta viene contestato l’articolo 167 del Codice privacy. Ecco perché

È stata definita “la truffa del database Treccani”, sgominata dalle indagini del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, coordinato dalla procura della Repubblica di Milano e, in particolare, dal pool guidato da Eugenio Fusco. Perquisizioni condotte nelle province di Napoli, Caserta e Milano. Quattro indagati – tre italiani di origine campana e un rumeno – per trattamento illecito dei dati.Gli approfondimenti di natura economica hanno consentito di ricostruire il rilevante giro d’affari per centinaia di migliaia di euro. “Il tipo di attività che abbiamo svelato è estremamente lucrativo e mina le garanzie dei consumatori. I dati personali sono l’oro nero del nostro tempo”, ha dichiarato il colonnello Gian Luca Berruti, comandante del gruppo investigativo del Nucleo. “La loro protezione è un primario diritto civile da preservare adottando gli strumenti necessari a mantenere la loro integrità e riservatezza”.

Migliaia di generalità comprensive del numero di telefono e dell’indirizzo di residenza di clienti “selezionati” tra gli acquirenti di opere d’arte e numismatica di rinomate aziende del settore (Treccani e Editalia), venivano indebitamente sottratte, catalogate e commercializzate, senza il consenso delle vittime, mediante apposite società “schermo” costituite all’estero e intestate a prestanome, spiegano le Fiamme Gialle. Un sistema ingegnoso pensato unicamente per eludere le normative a tutela dei dati personali dei consumatori e disporre senza vincoli di preziose liste di clienti a cui sottoporre propri prodotti.

Gli indagati arrivavano a presentarsi telefonicamente anche come agenti della nota Enciclopedia Treccani, per promuovere in maniera subdola ai malcapitati, con la scusa di rivalutare le opere d’arte già in loro possesso, la vendita di quadri, enciclopedie e altri prodotti una volta fissato l’appuntamento.

È la prima volta in Italia che viene contestato l’articolo 167 del Codice in materia di protezione dei dati personali che prevede sanzioni fino a 20 milioni di euro di multa nei casi più gravi o il 4 per cento del fatturato. In questo modo, ha spiegato il colonnello Berruti interpellato da Formiche.net, viene attribuita responsabilità penale davanti a comportamenti analoghi e sarà possibile aprire l’istruttoria con il Garante della privacy.

L’ufficiale sottolinea poi l’importanza dell’indagine che mette al centro il consumatore e i suoi diritti in materia dei protezione dei dati ma anche il fenomeno del data wash tramite società all’estero. “Il Corpo è in grado di colpire, nella loro globalità, tutti quei fenomeni che costituiscono ostacolo alla crescita ed alla realizzazione di un mercato pienamente trasparente e concorrenziale su cui basare lo sviluppo di una società più equa ed attenta ai bisogni di ciascun consumatore”, dice.

Immediati i ringraziamenti alla Guardia di Finanza da parte di Treccani Reti, la rete di vendita dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani che aveva segnalato alle autorità competenti alcuni episodi illeciti.

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