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Il Biot d’America si dichiara colpevole ma accusa la moglie

Jonathan Toebbe, ex ingegnere della Marina Usa, ha patteggiato ammettendo di aver cercato di vendere alcuni segreti dei sottomarini americani a un Paese straniero. Ma la consorte rimane fuori dall’accordo e ora rischia il processo

Jonathan Toebbe, quarantaduenne ex ingegnere della Marina militare degli Stati Uniti, si è dichiarato colpevole di aver cercato di vendere alcuni segreti dei sottomarini americani a un Paese straniero in cambio di pagamenti in criptovalute. Dovrà scontare un minimo di 12 anni in carcere e un massimo di 17 anni e mezzo. Rischiava l’ergastolo.

L’uomo, che su Formiche.net avevamo ribattezzato il Walter Biot d’America ricordando la recente spy story che ha toccato la Marina italiana, era stato arrestato a ottobre con la moglie, Diana Toebbe. Erano stati messi in manette dall’Fbi tramite agenti sotto copertura.

Lui ha patteggiato dichiarandosi colpevole di una singola accusa di cospirazione di rivelazione di informazioni riservate. Lei, ha raccontato l’uomo, faceva il palo quando si trattava di lasciare le informazioni nei dead drop concordati con il presunto ufficiale del Paese straniero.

La moglie non rientra nel patteggiamento. Anzi, il marito ha detto che anche lei “ha commesso molteplici atti illeciti a favore della cospirazione”. Una dichiarazione in contrasto con ciò che l’uomo aveva detto nelle telefonate in carcere a novembre. Al figlio aveva detto che lei non aveva commesso alcun crimine e che avrebbe fornito prove che “aiuteranno a scagionare Diana”.

Sul suo futuro si giocherà la prossima partita legale. “Se questi sono i fatti, sarebbe davvero difficile lasciare che una persona del genere, per quanto sia madre di bambini piccoli, non sconti una lunga pena”, ha detto Michael Atkinson, un ex ispettore generale della comunità di intelligence. Molto potrebbe dipendere dal recupero dei pagamenti in criptovaluta, su cui il marito ha promesso collaborazione con le autorità.

Intanto, ecco la cronistoria stilata dall’Fbi e già ripresa qui su Formiche.net.

Il 1° aprile 2020 Toebbe, padre di due figli, invia un plico a un governo straniero, elencando un indirizzo di ritorno a Pittsburgh, Pennsylvania, contenente una “dimostrazione” di dati riservati e le istruzioni per stabilire una relazione segreta per acquistarne altri. Il plico viene intercettato dal sistema postale di quel Paese e inviato a un addetto legale dell’Fbi, agenzia che ha tali addetti in 63 Stati del mondo. Così a dicembre iniziano le indagini e il contatto tra Toebbe e l’agente sotto copertura. L’8 giugno 2021, l’agente sotto copertura ha inviato 10.000 dollari in criptovaluta a Toebbe come pagamento “in buona fede”. Poco dopo, il 26 giugno, Jonathan e Diana Toebbe vanno in una località in West Virginia. Lì, con Diana che faceva da palo, Jonathan nasconde una scheda SD in un panino al burro d’arachidi in un luogo prestabilito. Recuperata la scheda, l’agente sotto copertura invia a Toebbe un pagamento di 20.000 dollari in criptovaluta. In cambio, Toebbe dà la chiave di decrittazione per la SD. Dentro c’erano documenti riservati relativi ai reattori nucleari sottomarini classe Virginia. Il 28 agosto, un altro “dead drop” in West Virginia, questa volta nascondendo la scheda in un pacchetto di gomme da masticare. Come l’altra volta: 70.000 dollari in criptovaluta, in cambio la chiave di decrittazione. E anche in quella scena c’erano documenti relativi ai reattori nucleari sottomarini. L’Fbi ha arrestato i Toebbe il 9 ottobre, dopo che lui ha messo un’altra scheda SD in un “dead drop” prestabilito, sempre in West Virginia.

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