Chi c’è dietro alle manifestazioni contro le restrizioni sanitarie e chi le finanzia? Il successo internazionale tra gli estremisti di destra e lo zampino di Pechino nelle elezioni
Aumentano le tensioni interne in Canada per le proteste anti-Covid. Il premier Justin Trudeau ha annunciato il ricorso a misure di emergenza per i dimostranti contrari alle restrizioni sanitarie, tra cui il congelamento dei depositi bancari senza necessità di un atto giudiziario e la sospensione delle assicurazioni sui veicoli. Alla Bbc Trudeau ha spiegato che si tratta di misure proporzionate, e a tempo determinato, per “garantire la sicurezza del Paese, proteggere i posti di lavoro e ripristinare la fiducia nelle istituzioni”.
Ottawa è l’epicentro delle proteste, cominciate con un gruppo di circa 50.000 camionisti partiti da diverse regioni del Paese. L’obiettivo iniziale era fare pressione contro il governo per la revoca del certificato di vaccinazione per entrare in Canada.
L’iniziativa ha ricevuto un’accoglienza positiva sui social network. Con milioni di condivisioni, l’hashtag #FreedomConvoy è diventato molto popolare, soprattutto tra i movimenti di estrema destra internazionale, secondo l’analisi di Crowd Tangle. In un solo giorno, un gruppo su Facebook ha radunato 700.000 persone.
Da leader dell’estrema destra in Germania, Australia e Stati Uniti (Donald Trump in primis) fino ad organizzazioni no-vax in Regno Unito, Finlandia e Belgio, sono in tanti ad elogiare le proteste dei camionisti canadesi. Facebook ha già eliminato alcuni gruppi per violazione delle regole di contenuti associati con le teorie QAnon.
Ma i camionisti no-vax canadesi non solo raccolgo consenso, tweet e like. Sono in aumento anche le donazioni, tramite piattaforme come GoFundMe. Per questo il governo canadese cerca di bloccare i finanziamenti, grazie alle misure di emergenza, con il blocco dei conti che registrano movimenti sospetti. Il rischio però è che i finanziamenti adesso siano fatti con bitcoin e altre criptomonete.
E chi sono questi donatori? I nomi sarebbero trapelati dopo la segnalazione di un attacco hacker, secondo l’agenzia Reuters. Distributed Denial of Secrets (DDoS), un sito web dedicato alla diffusione dei dati, afferma di aver ricevuto informazioni sui finanziatori del movimento canadese anti-vaccini, dopo un attacco informatico alla piattaforma GiveSendG dove si raccoglievano i fondi. Tra le informazioni, che ora sono a disposizione delle autorità, ci sono nomi, indirizzi e-mail, codici postali e indirizzi del protocollo Internet.
Ugualmente, i cittadini scontenti per i disagi provocati dalle proteste hanno cominciato una “caccia” ai rivoltosi che si prospetta rischiosa. Il sito Technology Review riferisce che a Ottawa molti stanno “compilando mappe in crowdsourcing dei punti caldi del convoglio, e altri sono andati oltre, pubblicando i volti e i nomi dei partecipanti per farli vergognare pubblicamente”. Queste iniziative, secondo alcuni esperti, superano i confini dell’attivismo online per diventare “vigilantismo”.
Questa esposizione dell’identità dei manifestanti minaccia la loro privacy nonché la loro sicurezza personale e dei loro familiari.
Sul fronte esterno, invece, il Canada indaga la presunta influenza della disinformazione cinese nelle elezioni dello scorso 20 settembre. Un’inchiesta di DesinfoWatch e Atlantic Council’s Forensic Research Lab, pubblicata da Ottawa Citizen, sostiene che le autorità di Pechino sarebbero intervenute nel processo elettorale con una campagna di disinformazione per danneggiare il Partito Conservatore. L’operazione sarebbe molto simile a quella messa in atto durante le elezioni in Taiwan a gennaio del 2020.
Secondo il team di DesinfoWatch, “dopo avere analizzato i dati di codici aperti disponibili e avere consultato le parti interessate, crediamo che il momento e il contenuto delle narrative indicavano una possibile operazione di influenza coordinata e diretta agli elettori cinesi-canadesi”.