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Il faro del Copasir su aerospazio e Ucraina

Ascoltato il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare sui temi della competizione geopolitica e della difesa europea. Decisa l’audizione dell’ambasciatore Talò, rappresentante alla Nato, per approfondire la situazione sul fianco Est dell’Alleanza

Riflettori puntati al Copasir su aerospazio e difesa europea. Di questo i commissari hanno parlato oggi con il generale Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Nel corso dell’audizione si è approfondito il ruolo della forza armata a difesa dell’interesse nazionale, analizzando le tematiche oggetto di due indagini che il Comitato sta conducendo: quella sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica e quella sulle prospettive di sviluppo della difesa comune europea e della cooperazione tra i servizi di intelligence.

L’AUDIZIONE DEL GENERALE GORETTI

Durante l’audizione è stata sottolineata l’importanza del dominio aerospaziale nelle sue molteplici correlazioni con applicazioni in ambito civile e militare e il ruolo svolto dall’industria spaziale e della difesa italiana. Inoltre, è stato trattato il tema delle collaborazioni in ambito internazionale che la nostra aeronautica militare svolge in ambito Nato e nelle missioni internazionali in cui il nostro Paese è coinvolto.

LA CONVOCAZIONE DELL’AMBASCIATORE TALÒ

Dopo aver ascoltato la scorsa settimana Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ed Elisabetta Belloni, direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il Copasir ha deciso di convocare l’ambasciatore Francesco Talò, rappresentante permanente presso il Consiglio atlantico, “per un approfondimento sulla grave crisi che interessa l’Ucraina e le ricadute di questa sugli interessi del nostro Paese”.

LA RELAZIONE DEL COPASIR SULL’UCRAINA

La situazione nell’Europa dell’Est è stata materia di approfondimento nella relazione annuale recentemente pubblicata dal Copasir. Ecco le conclusioni del comitato su ripercussioni energetiche e politiche.

Nel quadro della peggior crisi energetica degli ultimi decenni, risulta evidente che la Russia possa sfruttare questo tema per esercitare pressioni sull’Ue, usando le forniture di gas come strumento di tensione e di guerra asimmetrica. In particolare, l’Europa rischia di essere la principale vittima di questa sorta di guerra fredda del gas, andando incontro a ripercussioni sia di ordine politico-militare – poiché il malaugurato scenario di un conflitto sul confine orientale farebbe depositare sul vecchio Continente le scorie dell’ostilità russo-americana – sia di ordine economico a causa dell’incidenza che riveste il gas.

(…)

Gli ultimi sviluppi della crisi ucraina che vedono un dislocamento di una consistente presenza militare russa presso il confine, seppur un attacco su vasta scala sia ritenuto poco probabile, fanno temere un aumento del rischio di incidenti e l’innesco di reazioni. In ogni caso, la possibilità di attacchi di natura ibrida impone di mantenere alto il livello di attenzione, nella piena consapevolezza che l’Italia può e deve svolgere un ruolo di rilievo, di intesa con i partner Ue e Nato.



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