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Draghi, il Colle e gli sfascisti in servizio permanente

Di Fabrizio Cicchitto

Salvini e la rumba leghista, Meloni e le picconate nel centrodestra, Di Maio vs Conte, Letta e il campo largo che non c’è. Sarà un lungo anno per il governo Draghi. Il corsivo di Fabrizio Cicchitto

Il governo Draghi ha di fronte a sé una serie di problemi, alcuni di contenuto, altri riguardanti il quadro politico. Sul piano politico non ha solo il problema dell’opposizione frontale di Giorgia Meloni, ma quello irrisolto di Matteo Salvini e lo scontro interno al Movimento Cinque Stelle.

Salvini con la sua schizofrenia è innanzitutto un problema per sé stesso, per la Lega, specialmente per i governatori del partito che governano la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia. In teoria avrebbe avuto davanti a sé due scelte precise: quella di andare all’opposizione come Meloni e da lì gareggiare con lei su chi le sparava più grosse, fermi rimanendo i suoi rapporti preferenziali a livello internazionale con la Le Pen e con Putin. L’altra via era quella di entrare nel governo, ma ciò avrebbe comportato come conseguenza logica l’avvicinamento al Ppe, magari grazie a Silvio Berlusconi.

Invece il segretario della Lega sta cercando di combinare insieme le due cose: ha deciso di entrare al governo, ma lo contesta ogni giorno in concorrenza alla Meloni e con riferimenti internazionali tutt’altro che chiari. È in concorrenza con la leader di Fdi addirittura sul terreno della politica sanitaria, perché ha sempre civettato con i no-vax entrando in contraddizione non solo con il governo, ma con quello che dicono e che fanno i governatori leghisti del Nord.

Nulla è scontato, e non è affatto detto Salvini di qui a un paio di mesi non esca dal governo. Ciò destabilizza sotto traccia la politica italiana e allo stesso tempo porta alle estreme conseguenze la dialettica interna al centro-destra. Ma in modo più coperto anche nell’area che va dal Pd al M5s esistono forti contraddizioni.

Nel Movimento lo scontro fra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio è certamente personale, ma anche politico. Sul piano politico Conte reputa Draghi è un usurpatore e Di Maio un concorrente da eliminare dal movimento e dal governo. Poi quello che Conte non può dire per ragioni di opportunità lo dice Il Fatto Quotidiano che è una sorta di suo organo di stampa e anche il principale giornale di opposizione.

Di conseguenza Mattarella e Draghi hanno di fronte un periodo assai difficile. L’Italia ha bisogno di stabilità, di serietà e di grandi capacità realizzatrici in un quadro internazionale assai pericoloso. Invece abbiamo visto nel corso della vicenda dell’elezione del presidente della Repubblica quali danni allo Stato possono fare gli sfasciacarrozze. Che non sono piazzati solo nel centro-destra, ma anche nel centro-sinistra.

Enrico Letta e ancora di più Goffredo Bettini, che hanno ritenuto decisivo il Movimento Cinque Stelle per il campo largo che vogliono costruire, più che il ruolo di strateghi dovranno svolgere quello di domatori, non solo dei leoni, ma anche di serpenti a sonagli e di vipere, mestiere assai difficile e pericoloso.

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