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Macron scippa la finale di Champions League a Putin (ma anche a Johnson)

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la partita in programma a San Pietroburgo si giocherà allo Stade de France. Fondamentale la diplomazia dell’Eliseo

La finale di Champions League in programma a San Pietroburgo, in Russia, si giocherà allo Stade de France di Parigi. L’ha deciso l’Uefa durante una riunione convocata dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Nei giorni scorsi il massimo organo del calcio europeo aveva espresso “la forte condanna dell’invasione militare russa in Ucraina”.

Politico Europe ha rivelato che l’accordo è stato concluso giovedì, quando Aleksander Čeferin, presidente dell’Uefa, ha incontrato nella capitale francese il presidente Emmanuel Macron. Battuto, dunque, il Regno Unito di Boris Johnson che aveva proposto lo stadio londinese di Wembley: non sono bastati l’alta probabilità di una finale tra due squadre inglese i buoni rapporti tra il primo ministro e il presidente dell’Uefa.

Sul tavolo dell’Uefa ci sono altri due dossier. Il primo è di diretta competenza della Fifa: giovedì 24 marzo e martedì 29 marzo sono in programma gli spareggi per i Mondiali e saranno impegnate le nazionali della Russia (una sfidante potrebbe essere la Svezia, che ha già annunciato che è impossibile una gara coi russi, soprattutto in territorio russo) e dell’Ucraina. Il secondo riguarda la richiesta dell’Unione europea di bloccare e sospendere la partnership con Gazprom.

Ieri lo Schalke 04, squadra della serie B tedesca, aveva annunciato la decisione di togliere, con effetto immediato, la dicitura “Gazprom” dalle maglie. A comunicarlo è stato il club tedesco con un tweet: “Con riferimento agli accadimenti e agli sviluppi degli ultimi giorni, abbiamo deciso di togliere ogni riferimento al nostro sponsor principale dalle maglie”. Gazprom era sponsor della squadra da 15 anni, versando circa 10 milioni di euro l’anno con un accordo fra le parti recentemente prolungato fino al 2025. Inoltre, la società ha deciso l’allontanamento di Matthias Warning dal consiglio di amministrazione. L’uomo, considerato vicinissimo al presidente russo Vladimir Putin, è espressione proprio di Gazprom ed è amministratore delegato del gasdotto Nord Stream 2, una società legata a doppio filo con la Gazprom.

Anche il Manchester United, club di Premier League, ha deciso di rinunciare al suo sponsor russo. Si tratta della compagnia aerea Aeroflot, messa al bando dal primo ministro Boris Johnson.


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