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Chi riconosce le repubbliche del Donbass (anche in Italia)

Mentre l’Occidente scarica l’artiglieria delle sanzioni, gli alleati di Putin si schierano a favore dell’indipendenza di Donetsk e Luhansk (anche se alcuni più timidamente). L’appello dei Radicali torinesi contro l’unica rappresentanza diplomatica del Donbass esistente in Europa

 

Cina, Siria, Venezuela, Nicaragua, ma anche Abkhazia, Transnistria, Ossezia del Sud e gli houthi. Dopo il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Luhansk nella regione ucraina del Donbass da parte del presidente Vladimir Putin, molti Paesi occidentali hanno deciso di avviare dure sanzioni contro la Russia. Ma altri Paesi e comunità si sono schierati a favore del Cremlino in quella che è stata definita la più grande crisi di sicurezza in Europa dai tempi della Guerra Fredda.

CINA

Uno dei primi alleati a prendere le parti della Russia è la Cina, anche se la vicenda è gestita con molta cautela per evitare un ulteriore deterioramento nei rapporti con l’Occidente. Tuttavia, per il governo di Xi Jinping rafforzare il rapporto con Mosca sembra essere la priorità.

In seguito all’annuncio dei movimenti di truppe russe nel Donbass, il ministro degli Affari esteri cinese, Wang Yi, ha lanciato un appello alle parti coinvolte per “agire con moderazione”. In una conversazione con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, Wang ha detto che la crisi deve risolversi attraverso la negoziazione, ma ha sottolineato che considera legittime le preoccupazioni sulla sicurezza espresse dalla Russia.

L’ultima dimostrazione di alleanza tra Xi e Putin risale a poche settimane fa, quando i due leader hanno espresso il sostegno reciproco e la convinzione nell’opporsi ad un’eventuale estensione della Nato.

Secondo il Washington Post, Pechino potrebbe trarre un grande beneficio dalla crisi in Ucraina: “Le tensioni hanno deviato l’attenzione dalle violazioni di diritti umani in Cina e le sanzioni occidentali contro la Russia potrebbero creare opportunità di business per Pechino”. Ad ora però la Cina non ha sostenuto l’azione militare russa in Ucraina.

Per il quotidiano The Global Times, avvelenare i rapporti tra Cina e Russia, e diffondere speculazioni infondate sulla posizione di Pechino in merito alla questione ucraina non è un buon modo per risolvere la crisi. Secondo la pubblicazione, la Cina svolgerà un ruolo di mediazione solo se avrà il sostegno e l’approvazione di tutte le parti coinvolte: “L’Occidente ha deciso di trattare alcune delle preoccupazioni di Mosca con indifferenza, negligenza e persino arroganza. La Cina ha il diritto di opporsi alla mentalità da Guerra fredda e ai giochi a somma zero”.

SIRIA

Più esplicito invece è stato il governo siriano, che ha detto di sostenere la Russia nel riconoscimento delle regioni dell’est dell’Ucraina. Da quanto riferisce l’agenzia statale siriana, Faisal Mekdad, ministro degli Affari esteri della Siria, ha dichiarato che coopererà con le autoproclamate Repubblica Popolare di Luhansk e Repubblica Popolare di Donetsk.

La Siria ha anche riconosciuto le regioni Abkhazia, e Ossezia del Sud dopo la guerra con la Georgia nel 2008. E da quando nel 2011 è scoppiato il conflitto siriano, Putin è diventato grande alleato di Bashar al-Assad.

NICARAGUA

“Sono sicuro che se sottopongono la questione ad un’elezione o a un referendum, come è stato fatto nella Crimea, la gente voterà che vuole l’annessione alla Russia. Vogliono ritornare alla situazione nella quale si trovavano prima della caduta dell’Unione sovietica”. Con queste parole il leader del regime in Nicaragua, Daniel Ortega, ha espresso solidarietà nei confronti dell’amico Putin.

Per Ortega le truppe ucraine stanno cercando di attaccare e dominare i separatisti, per cui il riconoscimento da parte della Russia può dare sostegno militare perché questi governi abbiano sicurezza. Dal 2020, il regime di Ortega ha aperto un consolato nella Crimea.

VENEZUELA

Il leader del regime venezuelano, Nicolás Maduro, ha garantito il suo “totale appoggio” all’amico Putin, condannando gli “attacchi” degli Stati Uniti:  “Il Venezuela sta con Putin, con la Russia, saremo sempre di più al suo fianco. Siamo pronti a giocarci tutto. La pace della Russia è la pace del mondo”.

Per Maduro, il territorio di Luhansk e il territorio di Donetsk hanno assunto le funzioni di Repubbliche popolari “per difendersi da un massacro che i fascisti, peso il potere in Ucraina, stavano iniziando a perpetrare. Più volte il presidente Putin ha cercato dialogo diretto con i governanti ucraini per stabilire basi di intesa e risoluzione dei conflitti”.

“L’impero nordamericano e la Nato cercano, attraverso la via militare, di fermare la Russia e mettere fine a questo mondo multipolare che è ormai una realtà – ha aggiunto Maduro -. Il vecchio egocentrismo europeo e l’egocentrismo degli Usa si sono uniti con lo stesso obiettivo: attaccare la Russia, la Cina, l’Iran, Cuba, Bolivia, Nicaragua e Venezuela”.

Maduro ha anche detto che il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino Lopez, e tutte le forze militari del Paese sudamericano hanno istruzioni precise per offrire la cooperazione necessaria ai russi: “Aumenteremo tutti i piani di preparazione, allenamento e cooperazione con una potenza militare mondiale com’è la Russia. I nostri legami sono profondi e storici”.

GLI HOUTHI IN YEMEN

Il Governo di Salvezza Nazionale dello Yemen, con sede a Sana, ha anche annunciato il sostegno al “riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk”, secondo un tweet pubblicato dall’account di Mohammed Ali Al-Houthi, membro del Consiglio politico supremo, comando militare yemenita dei houthi in lotta contro i sunniti.

UNGHERIA

Olga Oliker, direttore del programma per Europa e Asia Centrale dell’International Crisis Group considera molto interessante il caso dell’Ungheria nella mappa di alleati e critici della posizione russa sull’Ucraina.

Il premier ungherese Viktor Orban si è impegnato nel rafforzare il legame con Putin. “Le sanzioni, le politiche punitive, i sermoni o qualsiasi altro tipo di arroganza da parte delle grandi potenze è fuori luogo […] L’indipendenza e viabilità dell’Ucraina sono di interesse diretto per l’Ungheria”, ha dichiarato Orban all’agenzia Associated Press.

E IN ITALIA?

I Radicali torinesi hanno chiesto a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (Fdi), e al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di fare chiarezza sull’assessore Maurizio Marrone (Fdi), che “nel 2016 ha aperto a Torino l’unica rappresentanza diplomatica del Donbass esistente in Europa”.

“La rappresentanza aperta da Marrone – spiegano i radicali Patrizia De Grazia, Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale – è una associazione privata che ha l’obiettivo di instaurare rapporti economici con quelle regioni dell’Ucraina. Lo abbiamo denunciato subito, e una interrogazione parlamentare ne aveva chiesto conto al governo. Torniamo a farlo oggi, alla luce dei gravi avvenimenti di questi giorni, ribadendo che l’Ucraina dovrebbe essere fatta entrare rapidamente nella Ue”.

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