Il governo russo scrive ai Paesi occidentali per chiedere la loro posizione sul concetto di “indivisibilità della sicurezza” che riguarda l’allargamento a Est della Nato. Palla all’Ue
È arrivata anche al ministero degli Esteri italiano guidato da Luigi Di Maio la lettera inviata nei giorni scorsi dal governo russo che chiede una “risposta rapida” sugli impegni per l’indivisibilità della sicurezza. È il principio, che la diplomazia di Mosca ritiene sancito dall’Osce in almeno due occasione (1999 e 2010), secondo il quale nessun Paese può rafforzarsi a danno di altri.
“Vogliamo ricevere una risposta chiara su come i nostri partner intendono il loro obbligo”, ha scritto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov all’omologo irlandese Simon Coveney in una lettera visionata dall’emittente pubblica irlandese RTÉ. “Se rinunciate a questo obbligo, vi chiediamo di dichiararlo pubblicamente”.
“Siamo in attesa di una vostra pronta risposta”, recita la lettera di Lavrov all’omologo irlandese. “Non dovrebbe servire molto tempo – si tratta soltanto di un chiarimento dell’intesa che aveva spinto il Taoiseach Bertie Ahern (cioè il capo del governo irlandese a cavallo tra gli anni Novata e i Duemila, ndr) a firmare i relativi impegni”. Il riferimento è alla Carta per la sicurezza europea dell’Osce nata da un vertice a Istanbul nel 1999 e all’impegno l’Osce adottato al vertice di Astana, in Kazakistan, nel 2010 del concetto di “indivisibilità della sicurezza”. Gli Stati Uniti si dicono disponibili a rivederlo nell’ottica della “porta aperta” della Nato, mentre su esso la Russia basa il suo no all’adesione dell’Ucraina a Nato e Unione europea.
Come ha spiegato il presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, Mosca accusa l’Occidente di aver ignorato le “principali preoccupazioni russe”: “che l’Ucraina non potesse accedere alla Nato” e all’Unione europea, “e che venissero evitati dispiegamenti di truppe e armi occidentali sul fianco orientale”. Dal canto suo, i governi occidentali temono che la Russia, che ha ammassato oltre 100.000 uomini al confine con l’Ucraina, sia pronta a invadere. O, quantomeno, a mostrare i muscoli – e una serie di misure attive che vanno dalla disinformazione agli attacchi informatici – per destabilizzare il Paese.
Fonti della Farnesina hanno confermato a Formiche.net che Mosca ha mandato lettere dal contenuto analogo a tutti i Paesi dell’Osce.
La Russia chiede una risposta per singolo Paese Osce “dal momento che gli impegni menzionati sono stati presi da ogni Stato membro su base individuale e non a nome di, o come membro di qualsiasi organizzazione”.
RTÉ spiega che il governo di Dublino ha rifiuterà questa richiesta e si rifarà all’Unione europea. La risposta, infatti, arriverà da Bruxelles. La stessa emittente publica irlandese riporta che “la lettera è stata ricevuta con sgomento nelle capitali europee, vista la situazione militare della Russia ai confini dell’Ucraina”.