Il ruolo di Macron nella de-escalation della crisi ucraina, la ripresa economica da consolidare attraverso innovazione tecnologica e tutela dei diritti, la Bussola Strategica, il partenariato Ue-Africa, il Trattato del Quirinale e la (sperata) riforma del Patto di Stabilità. Christian Masset e i punti cardine di un semestre “storico”
I ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Jean-Yves Le Drian si sono sentiti al telefono e hanno parlato della crisi ucraina, condividendo l’impegno a “proseguire sulla strada del dialogo con la Russia, mantenendo unito il fronte europeo nella definizione di una risposta comune in funzione deterrente che sia al contempo efficace e sostenibile”. Frasi simili a quelle pronunciate dall’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, nel nostro colloquio a Palazzo Farnese, di cui trovate anche il video su questa pagina.
Nel suo discorso al Parlamento europeo per il lancio del semestre di presidenza francese, il presidente Macron ha proposto “un nuovo ordine di sicurezza e stabilità in Europa”, anche per affrontare la Russia. Negli ultimi giorni ha parlato di de-escalation, e ha sentito più volte al telefono Vladimir Putin, che incontra oggi di persona.
La presidenza francese si apre con tante sfide, a partire da quella sanitaria, che non è finita. Ma quella geopolitica, alla frontiera tra Russia e Ucraina, è molto forte e attuale. L’obiettivo è avviarci, con tutti gli europei, verso una de-escalation. Partendo dalla Carta di Parigi che abbiamo firmato con i russi oltre 30 anni fa: inviolabilità delle frontiere, rispetto della sovranità nazionale, niente sfere di influenza. Se ci sarà una aggressione, ci sarà una risposta forte, ma nel frattempo dobbiamo mettere in chiaro la nostra volontà di cooperare. Siamo sullo stesso continente, la geografia ci porta a lavorare insieme e avere un canale sempre aperto. Nel contesto del dialogo con i nostri alleati americani e nella Nato.
Non è facile però mettere d’accordo 27 Stati membri, in particolare quelli dell’Est Europa. Come si fa a trovare una posizione comune?
Questa è una discussione permanente, al centro dei Consigli dell’Ue a Bruxelles. Ci sono atteggiamenti, storie e sensibilità molto diversi nei confronti della Russia. Non tutti gli Stati membri sono parte della Nato. È proprio trovando una architettura comune, come quella proposta dal presidente Macron, che si possono conciliare le diversità. Abbiamo dimostrato una solidarietà comune quando ci sono stati pressioni alla frontiera della Polonia e dei Paesi baltici.
Parliamo del programma del semestre francese: Europa sovrana, Europa di crescita, Europa umana. Cosa vuol dire?
Una presidenza è l’anello di una lunga catena, che dura solo sei mesi. Il che ci porta a essere umili ma al tempo stesso determinati. Si colloca in un momento decisivo: crisi sanitaria, necessità di rilancio, minacce geopolitiche, rottura nel rapporto con la natura, il tessuto delle nostre società che si sta trasformando. Davanti a queste sfide epocali, abbiamo bisogno della scala europea. Per questo il filo rosso sarà quello della sovranità europea.
Non nel senso che l’Europa deve occuparsi di tutto, ma in certe questioni è la dimensione rilevante. Sul piano geopolitico: quali sono le minacce, quali i nostri interessi, chi sono i nostri alleati, quali gli strumenti per essere attori e non vittime degli eventi. Di questo parleremo nel libro bianco sulla Difesa, la Bussola Strategica che dovrebbe essere approvata a marzo. E prima ancora ci sarà il vertice Ue-Unione Africana (a Bruxelles il 17 febbraio) per rifondare il nostro partenariato con il continente del futuro e garantire un vicinato più stabile e prospero.
Gli altri due elementi: crescita e umanità.
Oltre la ripresa, dobbiamo riflettere su un nuovo modello economico per il 2030. Il 10 e 11 marzo organizzeremo un vertice speciale su Europa 2030: tecnologia, clima, giustizia sociale, Patto di stabilità e crescita.
Infine, un’Europa umana. Possiamo essere forti solo se abbiamo un senso di appartenenza. Lavoreremo molto su questo, in vista della conclusione della conferenza sul futuro dell’Europa: cosa vogliamo da questa unione? Come possiamo dare nuove prospettive per i giovani? Ci concentreremo sui diritti, raccogliendo il testimone da David Sassoli che ha fatto un lavoro incredibile su questo tema e ci ha lasciato un grande messaggio di civiltà.
Macron tiene molto alla regolamentazione e allo sviluppo del settore tecnologico. La Francia investe oltre 11 miliardi l’anno nelle sue start-up.
La transizione digitale cambia la nostra società e sarà alla base della crescita di domani. Sarà alla base del rilancio sostenibile delle nostre economie. Quando guardiamo alle dieci più grandi imprese al mondo, otto sono americane e la stragrande maggioranza è nel settore digitale, e non ce n’è neanche una europea in questa categoria. Abbiamo un investimento enorme da fare, con il fine ultimo di creare dei campioni europei. L’unione del mercato dei capitali e l’unione bancaria ci aiuteranno a dare “profondità” alle risorse che servono per finanziare questa rivoluzione. Abbiamo i talenti e le imprese per permetterci di costruire un settore forte. I cosiddetti “importanti progetti di comune interesse europeo” sono un metodo di mobilitare gli attori europei, tra cui quelli su cloud e semiconduttori (ci sono anche quelli per idrogeno e sanità).
L’Europa deve poi essere in grado di formulare la sua propria regolazione del settore. È quello che stiamo facendo con il Digital Services Act per combattere odio e discriminazioni e con il Digital Markets Act per avere un mercato che funzioni e non sia vittima di monopoli sregolati. Lo faremo con l’intelligenza artificiale, per dotare l’Unione di una cornice di regole che corrispondano ai nostri valori.
Quando lei parla di campioni europei, c’è l’ostacolo della Commissione: quando si è tentato di crearne, in alcuni ed eclatanti casi è arrivato lo stop da Bruxelles per motivi antitrust. Ma oggi molti mercati sono globali e non si può più ragionare in una dimensione comunitaria.
Anche di questo ci occuperemo durante la nostra presidenza: potenziare il settore delle alte tecnologie. Usa e Cina hanno attori globali, anche i nostri dovranno diventarlo. Il diritto della concorrenza – e questo è un messaggio che la Francia condivide con l’Italia –deve permettere di farci crescere. Il mercato non è solo europeo, e nel gigantesco scacchiere globale dobbiamo lottare à armes égales, ad armi pari, con le altre potenze industriali.
Parlando di azione coordinata tra Francia e Italia, sono stati mesi molto densi di rapporti tra Draghi e Macron, con la firma del trattato del Quirinale e l’appello congiunto per la revisione del Patto di stabilità. Quali sono le prossime mosse per realizzare queste proposte?
Il lavoro per il trattato del Quirinale ha avuto una grande accelerazione con il presidente Draghi ma viene da lontano: è iniziato nel 2018, con l’idea di promuovere e rinforzarci reciprocamente e lavorare insieme per l’Europa. Risponde a qualcosa di ovvio: abbiamo tanti punti di convergenza, tante sensibilità comuni e dobbiamo farne tesoro trasformandole in proposte comuni. L’esempio migliore è il Next Generation Eu, che nasce da una proposta italo-francese, si allarga alla Germania della cancelliera Merkel e poi raccoglie il resto dell’Ue. Sul Patto di stabilità c’è comunanza di intenti tra Draghi e Macron. Ne riparleremo.
Cosa c’è in programma per l’ambasciata nei prossimi mesi?
L’8 febbraio ci sarà Una conferenza intitolata “Rinnovare il partenariato tra Unione Africana e Unione Europea” con la viceministra Marina Sereni, il direttore del PAM David Beasley e rappresentanti dell’Unione Africana. L’11 febbraio celebreremo la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza a Palazzo Farnese, con l’astronauta francese Claudie Haigneré, Alessandra Sciutti e Chiara Montanari. Il 10 marzo ci sarà poi La “fabbrica della difesa”, parte del ciclo di eventi organizzati dal Ministero della difesa in Francia e in tutte le capitali europee per sviluppare una cultura strategica comune. Attraverso 80 eventi organizzati in Francia e in Europa, la prima edizione ha raccolto nel 2020 14.500 partecipanti dai 18 ai 30 anni.
Un altro incontro cui teniamo molto è il “Grand Tour” del 29 marzo, “autoportrait de l’Europe par ses écrivains” (Il Grand Tour, “autoritratto dell’Europa dai suoi scrittori”): Olivier Guez ha coordinato un libro che raccoglie i contributi di 27 scrittori europei. Infine, ma sono solo gli eventi già programmati, il 9 maggio ci sarà la festa dell’Europa con una sorpresa a Piazza Farnese, e per fine maggio-inizio giugno la Notte delle idee a Palazzo Farnese.