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Chi chiede a Putin di abbassare i toni sull’Ucraina

L’appello rivolto al presidente russo Vladimir Putin da parte di un gruppo di intellettuali russi, tra cui filosofi, registi, giornalisti e attivisti per i diritti umani

Un cambio nella retorica del conflitto con l’Ucraina, a favore della pace e contro le minacce belliche. È questo l’appello rivolto al presidente russo Vladimir Putin da parte di un gruppo di intellettuali russi, tra cui filosofi, registi, giornalisti e attivisti per i diritti umani.

Si tratta del “Congresso degli intellettuali” in Russia, che ha sottoscritto l’appello in nome del “patriottismo” usato da Putin per sostenere ideologicamente le sue scelte. Questo appello è una delle poche manifestazioni di scontento della linea del Cremlino nei confronti della Nato.

“Noi, cittadini responsabili della Russia e patriottici del nostro Paese, ci appelliamo alla leadership politica e diamo vita a una sfida pubblica e aperta al ‘Partito della guerra’ che si è formato in seno al governo”, si legge nel testo, che accusa il leader russo di “ingannare e usare la gente”, promuovendo solo un punto di vista.

I firmatari condannano la scelta del governo russo di promuovere “l’idea di una guerra santa contro l’Occidente, invece di sviluppare il Paese ed elevare gli standard di vita dei suoi cittadini – prosegue il testo -. Nessuno chiede nulla ai cittadini russi. Non c’è un dibattito pubblico. La questione del costo non viene citata, ma sono le persone normali che dovranno pagare questo prezzo, un prezzo immenso e sanguinoso”.

E aggiunge: “La Russia non ha bisogno di una guerra con l’Ucraina e con l’Occidente.  Nessuno ci minaccia, nessuno ci attacca. I russi sono diventati di fatto ostaggio di un avventurismo criminale. Nessuno chiede loro se vogliono la guerra. La politica basata sul promuovere l’idea di una tale guerra è immorale, irresponsabile e criminale”.

Circa 5000 persone hanno firmato il documento e tra loro ci sono volti noti nel mondo culturale russo, come lo storico Andrei Zubov, che nel 2014 era stato licenziato, e in seguito riammesso all’Istituto di Mosca per le relazioni internazionali (Mgimo) per aver denunciato l’annessione della Crimea. Anche Lev Ponomarev, storico, ex parlamentare e difensore dei diritti umani e Natalia Evdokimova, ex deputata e segretaria generale del Consiglio di Diritti Umani di San Pietroburgo.



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