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Dal Pnrr alle crisi internazionali, la road map dell’Italia secondo Garavini

Di Laura Garavini

L’Italia si deve confrontare con scadenze importanti e con scelte difficili. L’Unione Europea ci guarda. E noi, con un governo stabile e con un Capo dello Stato a garanzia delle istituzioni, possiamo continuare ad indicare la strada. L’intervento di Laura Garavini, vice presidente della Commissione Esteri

La rielezione di Sergio Mattarella al Colle è una buona notizia per le istituzioni. Ma soprattutto per le cittadine e i cittadini. Per il Paese tutto. E ci pone in una posizione favorevole nel contesto internazionale, in continuità con il percorso di ricostruzione già intrapreso con l’avvio del governo Draghi.

Come già fatto nei precedenti sette anni, il Capo dello Stato sarà garante di stabilità interna e di autorevolezza estera. Ossia del giusto equilibrio che serve in questo momento al Paese, per proseguire nella rinascita post pandemica. Con il Pil che segna un balzo del 6 per cento e l’occupazione femminile oltre il 50 per cento, il dato più alto mai registrato nel nostro Paese.

Risultati raggiunti grazie agli sforzi delle italiane e degli italiani. E grazie ad una leadership autorevole a Palazzo Chigi e ad una guida sapiente al Quirinale. Abbiamo un’architettura istituzionale che traghetta l’Italia nel mondo. E che ci restituisce il giusto prestigio internazionale.

In questa fase continua ad essere fondamentale garantire stabilità e continuità. L’attuale congiuntura è infatti ancora troppo delicata. Se da un lato la situazione legata al Covid sta migliorando, con i contagi in discesa e la riduzione della pressione sul nostro sistema sanitario, dall’altro lato non è ancora possibile fare previsioni attendibili sull’evoluzione della pandemia. L’economia ha fatto – sì – registrare un ottimo risultato nel 2021 e già in queste prime settimane del 2022. Ma permangono gravi fattori di incertezza. Tanto che uno dei dossier più urgenti dell’attuale governo è l’aumento dei costi dell’energia e la ripresa dell’inflazione, con un preoccupante balzo dei prezzi. Soprattutto dei generi di prima necessità.

In questo scenario, tutelare l’esecutivo e la nostra piena capacità di azione rimane una priorità. Perché abbiamo davanti mesi cruciali. Nei quali l’Italia deve dimostrare di saper assolvere compiti dirimenti per il nostro futuro. A partire dal Pnrr, la cui attuazione entra nel vivo proprio in questi mesi. Con riforme ambiziose per il futuro del Paese. In Europa si dovranno affrontare scadenze importanti, dall’adozione delle misure per gli obiettivi sul cambiamento climatico, alla revisione delle regole in materia di bilancio. Un tema sul quale l’Italia, attraverso il premier Draghi, ha già avanzato proposte.

A queste missioni centrali si uniscono inoltre scelte impegnative in tema di politica estera e di difesa comune. Il quadro internazionale rimane purtroppo caratterizzato da crescenti tensioni ai confini orientali dell’Unione Europea. Assistiamo ancora in queste ore allo scontro sul confine ucraino. Minacce alle porte dell’Europa, che si sommano al persistere di fattori di instabilità nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. E alla competizione sempre più globale tra l’Occidente e la Cina e ad una politica estera statunitense non ancora ben definita.

Tutte questioni che richiedono un governo autorevole, credibile e sostenuto da una maggioranza solida. Il fatto che Mattarella sia stato rieletto con i voti della stessa maggioranza che sostiene l’esecutivo è quindi di buon auspicio per la stabilità del quadro politico e la continuità dell’azione di governo.

Il Presidente Mattarella è, inoltre, la riaffermazione di una convinta adesione ai valori atlantisti ed europeisti. Anche per questo, gli esiti delle votazioni per il Quirinale e la prospettiva di una continuità nell’azione del governo sono stati accolti con parole di grande apprezzamento.

Dal Pnrr al caro bollette, fino alle crisi internazionali. L’Italia si deve confrontare con scadenze importanti e con scelte difficili. L’Unione Europea ci guarda. E noi, con un governo stabile e con un Capo dello Stato a garanzia delle istituzioni, possiamo continuare ad indicare la strada.

 

 

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