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La crisi immobiliare colpirà anche Xi. La profezia di Soros

Il filantropo si è detto convinto che non dovrebbe essere data per scontata la conferma del leader cinese al potere, data la forte opposizione interna. Il suo intervento alla Hoover Institution

Sebbene Xi Jinping rappresenti la “più grande minaccia” per le società aperte di tutto il mondo, la posizione del leader cinese non è così solida come generalmente si crede. Omicron “minaccia di essere la [sua] disfatta” perché in Cina il Covid-19 “non è più sotto controllo”. Ne è certo il finanziere e filantropo George Soros, intervenuto alla vigilia delle Olimpiadi invernali di Pechino a un panel della Hoover Institution.

Nel 2022 si giocherà il futuro del mondo, ha detto. Durante i prossimi dodici mesi, il 20° Congresso del Partito comunista cinese deciderà se concedere a Xi un terzo mandato come segretario generale, Vladimir Putin deciderà se invadere l’Ucraina e Viktor Orbán ed Emmanuel Macron affronteranno gli elettori in Ungheria e in Francia.

Soros ha riconosciuto che il cambiamento climatico è “la sfida politica fondamentale per il mondo”, ma vede un’escalation nel conflitto tra “due sistemi di governance diametralmente opposti”. In una società aperta, ha spiegato, “il ruolo dello Stato è quello di proteggere la libertà dell’individuo. In una società chiusa il ruolo dell’individuo è quello di servire chi governa lo Stato”. La vittoria delle società aperte “non può essere data per scontata”, ha continuato, in un mondo in bilico sull’orlo dell’aggressione militare a Ucraina e Taiwan.

Tuttavia, il tentativo di Xi di imporre il “controllo totale” sulla Cina attraverso una strategia di lockdown di intere città potrebbe mettere a rischio le sue possibilità di essere confermato al potere, ha affermato Soros, poiché è “improbabile che funzioni contro una variante contagiosa come Omicron”.

Soros ha aggiunto che, nonostante abbia pagato enormi costi nel perseguimento di una politica zero-Covid, la popolazione cinese non è stata adeguatamente vaccinata contro Omicron, ma solo contro la variante originale. Per non mettere a rischio la sua nomina per un terzo mandato, Xi “non è stato onesto con la popolazione cinese riguardo a questa colpa segreta”. Se rivelata durante le Olimpiadi invernali potrebbe sconvolgere i tentativi dello “Stato autoritario più potente del mondo” di usare questo spettacolo per dimostrare che il suo sistema, basato su rigidi controlli, è vincente. Xi ha raccolto “dati personali per la sorveglianza dei suoi cittadini in modo più aggressivo di qualsiasi altro governante della storia”, secondo Soros. Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale gli ha dato un vantaggio “producendo strumenti di controllo funzionali ai regimi repressivi, che costituiscono un pericolo per le società aperte”. Il coronavirus ha “rafforzato il vantaggio di cui godono i regimi repressivi legittimando l’uso dei dati personali a fini di controllo pubblico”.

Nonostante il saldo controllo sull’esercito e i suoi strumenti di repressione e sorveglianza, Soros è convinto che che non dovrebbe essere data per scontata la conferma di Xi Jinping al potere, data la forte opposizione interna. I suoi tentativi di portare le aziende private sotto il controllo del Partito comunista cinese hanno avuto conseguenze economiche “disastrose” e gli hanno creato “molti nemici” tra coloro che vogliono un ruolo maggiore per l’iniziativa privata. Governa per “intimidazione” e “nessuno osa dirgli quello ciò che non vuole sentirsi dire”, il che sta creando un divario sempre più ampio “tra le sue convinzioni e la realtà”.

Soros vede uno dei suoi maggiori problemi nel boom “insostenibile”, fondato sul credito, del settore immobiliare, che rappresenta quasi il 30% dell’economia. I prezzi sono aumentati oltre quello che la gente comune poteva permettersi, con il risultato che a metà del 2021 hanno iniziato a scendere. “La fiducia della gente è stata scossa”, ha affermato Soros, e il calo dei prezzi “metterà contro Xi Jinping molti di coloro che hanno investito la gran parte dei propri risparmi nel settore immobiliare“.

Anche se “resta da vedere come le autorità gestiranno la crisi”, la situazione attuale “non è molto favorevole per Xi”. Questa crisi immobiliare sarà aggravata dalla natalità della Cina, la cui popolazione è stimata di circa 130 milioni inferiore alla cifra ufficiale di 1,4 miliardi. Ciò produrrà “carenza di manodopera, tensioni fiscali e un rallentamento dell’economia”, ha aggiunto Soros.

La possibilità di guerra tra Cina e Stati Uniti è diventata più realistica, ha detto. Ma, sebbene la Cina abbia dedicato enormi risorse agli armamenti, gli Stati Uniti “non intendono competere” con il suo missile ipersonico controllabile di nuova concezione “perché il successo ipersonico di Xi Jinping non cambia l’equilibrio della potenziale distruzione reciproca che impedisce di attaccarsi a vicenda”. Il missile è “solo una vittoria propagandistica”.

Xi è convinto che il sistema di governo da lui introdotto sia “intrinsecamente superiore alla democrazia liberale”. Tuttavia, se dovesse cadere, ha concluso Soros, sarebbe “sostituito da qualcuno meno repressivo in patria e più pacifico all’estero”.


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