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L’attacco russo all’Italia rivela l’isolamento di Mosca. Il commento di Sensi (Pd)

Il deputato commenta l’affondo dell’ambasciatore Razov contro La Stampa e sugli aiuti del 2020: “Atti disperati come questo non fanno che gettare una luce ancora più oscura sulla Russia e sui suoi rappresentanti in giro per il mondo”

Il doppio attacco dell’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov, – la denuncia-querela nei confronti del giornalista Domenico Quirico e de La Stampa; e l’affondo all’Italia sugli aiuti del 2020 (“è stata tesa una mano di aiuto, ma se qualcuno morde quella mano non è onorevole”) rivela l’isolamento di Mosca sulla scena internazionale e la distanza tra democrazie e autocrazie. Ne è convinto Filippo Sensi, deputato del Partito democratico e segretario della commissione Politiche dell’Unione europea.

“Mi pare un gesto che rivela un isolamento assoluto e una distanza dalla realtà incolmabile”, osserva con Formiche.net. “Non è con la propaganda livorosa e con intimidazioni che lasciano il tempo che trovano che si impedirà alla stampa di fare il suo lavoro sulla invasione russa della Ucraina. Atti disperati come questo non fanno che gettare una luce ancora più oscura sulla Russia e sui suoi rappresentanti in giro per il mondo”, conclude.

Ironico Quirico all’agenzia LaPresse: “Consiglio all’ambasciatore russo di scegliere un traduttore di qualità migliore”, ha dichiarato. Razov, che ha presentato oggi in procura a Roma una querela per istigazione a delinquere e apologia di reato in relazione a un articolo pubblicato dalla testata torinese il 22 marzo scorso, sostiene che si sarebbero violate le regole del giornalismo in quanto nel titolo (“Guerra Ucraina-Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita”), a suo avviso, si considerava la possibile uccisione del leader russo. Al contrario di quanto sostiene il giornalista: “Una delle regole fondamentali del giornalismo è che uno è responsabile di quello che scrive, non di quello che gli altri capiscono”, prosegue Quirico. “È evidente che c’è stato un errore di traduzione o di comprensione dell’articolo”, continua il giornalista che poi ironizza: “Spero che quando la Russia scriverà trattati diplomatici si affiderà ad un traduttore migliore”.



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