Pubblichiamo un estratto di “Dissidenti” (Rizzoli). L’autore presenta il suo volume mercoledì 16 marzo alle ore 17 su Formiche.net
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[P]er comprendere appieno come funziona la macchina propagandistica di Pechino nei confronti di molti Paesi occidentali bisogna andare a Brescia, nel cuore della Pianura padana.
Il 14 ottobre 2021 il sindaco della città di Brescia Emilio Del Bono e la presidentessa della Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli si vedono recapitare una lettera dell’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, con la quale, ricorrendo a toni molto duri, si chiede alle autorità cittadine di cancellare la prima mostra italiana dell’artista dissidente cinese Badiucao, intitolata «La Cina (non) è vicina», prevista al Museo Santa Giulia di Brescia dal 13 novembre 2021 fino al 13 febbraio 2022.
La lettera, firmata dall’addetto culturale dell’ambasciata di Pechino, è molto dura e rivela una certa consuetudine ad azioni per mettere sotto pressione amministrazioni locali, enti culturali e università, che promuovono eventi che mettono in luce la grave situazione dei diritti umani in Cina: «Le opere che Badiucao espone sono piene di bugie […] diffondono false informazioni […] mettono in pericolo le relazioni Italia-Cina […] Vi chiediamo di cancellare l’evento programmato».
Nel 2018 a Hong Kong una mostra personale dell’artista Badiucao era stata cancellata con modalità molto simili (…). Ma la città di Brescia e la Fondazione Brescia Musei non hanno ceduto alle pressioni, rinviando al mittente le minacce cinesi. Il 13 novembre la mostra di Badiucao, con decine di disegni, stencil e installazioni di grande impatto emotivo, ha aperto i battenti con una grande affluenza di pubblico. La resistenza della piccola città di Brescia, che ha ricordato al colosso cinese come la libertà di pensiero e di espressione siano un valore irrinunciabile e non negoziabile, ha fatto scuola e dato coraggio ai molti enti che in Italia e in Europa subiscono continue pressioni da parte di Pechino.