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Bioenergie, gigante ancora da scoprire per la sicurezza energetica

Di Maria Michela Morese

I risvolti dei cambiamenti climatici e quelli tragici della guerra alle porte dell’Europa ci stanno trasmettendo un messaggio forte e chiaro: è il momento di intraprendere una rapida e vera transizione energetica verso le rinnovabili. Ecco da dove partire. L’analisi di Maria Michela Morese, executive secretary alla Global Bioenergy Partnership presso la Fao di Roma

I risvolti incalzanti dei cambiamenti climatici e quelli tragici della situazione belligerante alle porte dell’Europa ci stanno trasmettendo un messaggio forte e chiaro: è il momento di intraprendere una rapida e vera transizione energetica in direzione delle rinnovabili. Queste rappresentano la soluzione a breve e lungo periodo per rifornire il paese Italia e l’Europa intera di energia pulita così da poter rispondere all’urgente necessità di diversificare le fonti energetiche nazionali, garantendo una maggiore sicurezza energetica e contribuendo allo stesso tempo allo sforzo internazionale di riduzione delle emissioni inquinanti per combattere i cambiamenti climatici.

Il processo di transizione ecologica deve essere avviato subito, senza escludere alcuna possibilità, al fine di garantire una vera diversificazione. Tra le rinnovabili, le bioenergie rappresentano sicuramente la tecnologia energetica più disponibile e allo stesso tempo la meno valorizzata.

Sappiamo che la bioenergia può essere ottenuta dalle foreste, dall’agricoltura, da scarti organici di produzione agro-industriale e dai rifiuti organici (siano essi rifiuti organici municipali, deiezioni umane e animali). Il grande vantaggio delle bioenergie è che rappresentano l’unica fonte rinnovabile che può fornire energia sotto diverse forme: elettricità, calore e biocarburanti per il trasporto. Con le bioenergie infatti possiamo scaldare le case, alimentare auto, aerei e navi (biocarburanti liquidi e gassosi) e generare elettricità e calore per esempio mediante il biogas prodotto in impianti che sfruttano la componente organica di scarti e rifiuti.

Potremmo focalizzarci su tutte le forme di bioenergia per analizzarne i vantaggi in termini di sostenibilità, e ce ne sarebbero molti, ma in questa occasione ci soffermiamo sul biogas.

L’Italia è il quarto produttore mondiale di biogas dopo Germania, Cina e Stati Uniti: un buon auspicio per clima ed economia; contribuendo alla sicurezza degli approvvigionamenti, offrendo un’alternativa all’importazione di fonti fossili dall’estero e contribuendo alla decarbonizzazione del settore energetico – anche nel settore dei trasporti. Il biogas può essere utilizzato per produrre energia elettrica oppure, se ulteriormente purificato, produrre biometano che offre il vantaggio di poter essere impiegato nella rete e dalle utenze del gas naturale senza la necessità di apportare modifiche agli impianti. Il biometano prodotto in Europa oggi è il 30% più economico rispetto al gas naturale: oggi il biometano viene prodotto a partire da 55 Euro per MWh, mentre il gas naturale costa circa 80 Euro per MWh (EBA 2022).

Guardando alla situazione italiana, emerge che nel 2021 l’Italia ha importato dalla Russia circa il 38,2% del gas che consuma; si tratta di 29,07 miliardi di metri cubi di gas naturale (dati Consorzio Italiano Biogas). Gli impianti di biogas in Italia oggi producono 1,7 miliardi di metri cubi di biometano e dopo gli investimenti degli ultimi anni il Consorzio Italiano Biogas ha calcolato che si può arrivare entro il 2030 a una produzione di biometano di 6,5 miliardi di metri cubi. Sarebbe un ottimo contributo alla diversificazione e alla sicurezza energetica del Paese che, unita ad altre forme di bioenergia e ad altre fonti rinnovabili, potrebbero portare il paese a un livello di sicurezza energetica di grande rilievo.

È utile ricordare che oltre a fornire energia, il biogas e il biometano consentono numerosi vantaggi come la produzione, come co-prodotto, di fertilizzanti naturali, che apportano nutrienti naturali alla terra, oltre alla possibilità di nuove forme di posti di lavoro green.

C’è ancora molto da fare per dare alle bioenergie il giusto ruolo e soprattutto per permettere alle bioenergie di contribuire al transizione ecologica dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero. In questo sforzo globale è opportuno menzionare che l’Italia, nel lontano 2005, è stata lungimirante a proporre nel contesto del G8 l’istituzione di una iniziativa internazionale per lo sviluppo sostenibile delle bioenergie: la Global Bioenergy Partnership. A 16 anni dalla sua istituzione e in un momento d’intenso dibattito sulle fonti energia, la Global Bioenergy Partnership continua a lavorare attivamente per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare ed energetica. La partnership, che ha sede presso la Fao di Roma e ha ricevuto ripetute espressioni di supporto dai recenti G7 e G20, riunisce circa 80 membri tra governi e organizzazioni internazionali in un impegno comune per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile.

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