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In nome dell’Onu. Dialogo strategico fra Usa e Cina sull’Ucraina

Di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi

Sia la dichiarazione Nato sia l’ambasciatore di Pechino a Washington citano la Carta delle Nazioni Unite. Segnali che si vuole mantenere la volontà di rassicurare

Rassicurazioni reciproche che, a parte la propaganda, lo scenario non è quello di una Guerra fredda. Rassicurazioni agli alleati e ai partner sul non intervento diretto nel conflitto in Ucraina. Rassicurazioni ai propri cittadini. Stati Uniti e Cina, in qualche modo, sembrano parlarsi.

Ecco un passaggio della dichiarazione dei capi di Stato e dei governi dei Paesi membri della Nato, riunitisi a Bruxelles.

Chiediamo a tutti gli Stati, compresa la Repubblica Popolare Cinese (Rpc), di difendere l’ordine internazionale, compresi i principi di sovranità e integrità territoriale, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, di astenersi dal sostenere lo sforzo bellico della Russia in qualsiasi modo, e di non intraprendere alcuna azione che aiuti la Russia ad aggirare le sanzioni. Siamo preoccupati dai recenti commenti pubblici dei funzionari della Rpc e chiediamo alla Cina di smettere di amplificare le false narrazioni del Cremlino, in particolare sulla guerra e sulla Nato, e di promuovere una risoluzione pacifica del conflitto.

Ecco, invece, le parole di Qin Gang, ambasciatore cinese negli Stati Uniti, sulla partnership “senza limiti” siglata da Xi Jinping e Vladimir Putin, pronunciate alla Phoenix Television, emittente partecipata dal governo di Pechino, e riportate da Bloomberg.

La cooperazione tra Cina e Russia non ha aree precluse, ma ha una linea di fondo. Questa linea è costituita dai principi della Carta delle Nazioni Unite, le norme fondamentali riconosciute del diritto internazionale e delle relazioni internazionali. Questa è la linea guida che seguiamo nelle relazioni bilaterali tra la Cina e qualsiasi altro Paese.

Poche ore prima Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, aveva dichiarato che i funzionari dell’amministrazione “non hanno visto il governo cinese andare avanti nella fornitura di armi” alla Russia, “ma è qualcosa che stiamo sorvegliando ogni giorno”. La dichiarazione Nato e le parole dell’ambasciatore sembrano confermare la volontà di rassicurazione su tre livelli e l’esistenza di un dialogo strategico tra Stati Uniti e Cina, come dimostra dall’incontro della scorsa settimana a Roma tra Sullivan e Yang Jiechi, membro del politburo del Partito comunista cinese e direttore dell’ufficio della commissione Esteri.



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