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La pandemia non è finita. A che punto è il Covid

Da Hong Kong alla Germania, il virus continua a lasciare strascichi, anche politici. Gli aggiornamenti sull’andamento della pandemia

Mentre l’attenzione è concentrata sulla guerra tra Russia e Ucraina, il mondo continua ad essere diviso sull’andamento della pandemia Covid-19.

La Scozia e Galles proseguono con l’allentamento delle misure anti-Covid e Hong Kong invece resta sommersa dall’emergenza scatenata dalla variante Omicron e pensa ad un nuovo confinamento, questa volta molto più duro, in stile cinese. Sebbene la strategia zero-Covid sembri fallita, l’amministrazione locale dell’ex colonia britannica studia questa possibilità a causa dell’aumento dei contagi e la pressione sulle strutture sanitarie.

Carrie Lam, capo dell’esecutivo di Hong Kong, aveva escluso un lockdown fino a pochi giorni fa. Ma Sophia Chan, ministra della Sanità, ha confermato che la quarantena per tutti è ancora un’opzione sul tavolo: “Da una prospettiva di sanità pubblica per ottenere i migliori effetti da un test obbligatorio per tutti, dobbiamo ridurre i movimenti delle persone per una parte”.

Le dichiarazioni della massima autorità sanitaria arrivano dopo che Li Dachuan, alto funzionario della Cina continentale impegnato in una task-force congiunta con le autorità di Hong Kong, ha descritto il lockdown come “l’approccio ideale e migliore per ottenere i migliori effetti dei test di massa”.

Il virus, che non è ancora sparito completamente, ha lasciato alcuni strascichi di natura politica in Europa. Come spiega il quotidiano The New York Times, in Germania i manifestanti che protestano contro le misure anti-Covid si stanno fondendo con i movimenti di estrema destra.

“Un movimento di protesta contro le misure di Covid-19 che ha mobilitato decine di migliaia di persone in tutta la Germania si sta fondendo sempre più con l’estrema destra, trovando ciascuna nuova finalità ed energia e radicalizzando ulteriormente l’altra”, spiega la pubblicazione.

Questo fenomeno sta prendendo una piega molto pericolosa, giacché i politici hanno affrontato minacce di morte e proteste fuori dalle loro case, allarmando le agenzie di sicurezza. “Ciò che è iniziato con le manifestazioni contro le politiche del governo è diventato personale – si legge sul NYT -. Il numero di attacchi ai politici è triplicato lo scorso anno a 4.458, secondo la polizia. I funzionari temono che i militanti di estrema destra vogliano usare la pandemia per scatenare un’altra ondata di violenza politica”.

A inizio settimana, per le strade della città di Dresda si vedevano cartelli e slogan – “Libertà”, “Democrazia” e “La grande resistenza” – quasi identici a quelli nelle strade di Ottawa, in Canada, dove le proteste iniziate dai camionisti ha costretto al governo a dichiarare lo stato di emergenza.

Il dibattito sulle limitazioni legate all’emergenza sanitaria ha stimolato il discorso di crisi, complotto e apocalisse, che “risulta stranamente familiare a quello usato per condannare l’afflusso di rifugiati e la crisi del debito in Europa – si legge sul NYT -. Lo Stato sta fallendo la democrazia è sovvertita da loschi ‘globalisti’ e le persone sono invitate a resistere”.



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