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Ripartire dalla filiera lunga del food. Il punto di AmCham Italy

Pandemia e crisi geopolitiche minacciano la filiera del food che ha bisogno oggi di essere sostenuta in un’ottica di rilancio e di sviluppo. Il lavoro di AmCham, confluito nel white paper elaborato dal gruppo di lavoro Food evidenzia quanto l’agroalimentare sia un comparto a valenza strategica per il nostro Paese

Promuovere la filiera del food, in tutte le sue sfaccettature, a partire dalla produzione agricola, passando per il commercio e il trasporto, fino ad arrivare alla ristorazione e al packaging. È questo l’obiettivo posto al centro del white paper del gruppo di lavoro Food di AmCham Italy, presentato il 23 marzo a Roma presso il Centro studi americani in occasione dell’evento “La filiera lunga del food e il suo ruolo strategico nell’economia italiana”.

Presenti alla discussione sul rilancio del comparto Gilberto Pichetto Fratin , viceministro dello Sviluppo economico; Isabella Cascarano, senior commercial officer dell’ambasciata Usa in Italia; Ornella Bettini, dell’ufficio affari agricoli dell’ambasciata Usa in Italia; Tommaso Valle, corporate and public affairs director european markets IOMBU di McDonald’s Italia; Francesco Cantini, managing director di Selecta; Vittorio Cino, direttore generale Federvini; Luca Nobili, sales vice president food service division di Seda international packaging group, moderati da Antonio Faraldi, managing director&partner BCG e segretario esecutivo del gruppo di lavoro Food di AmCham Italy.

Una filiera lunga del food

Ad aprire, a seguito dei saluti iniziali del direttore del Centro studi americani, Roberto Sgalla, l’intervento di Simone Crolla, direttore dell’American chamber of commerce: “Oggi presentiamo, grazie a Mcdonald’s e al gruppo di lavoro sul Food di AmCham Italy, il white paper «La filiera lunga del food e il suo ruolo strategico nell’economia italiana» che sottolinea quanto sia necessario tutelare il concetto di filiera lunga. Date le tante emergenze che caratterizzano il momento storico e alla luce degli ultimi eventi, il nostro progetto, che confluisce in alcune importanti raccomandazioni, è di rilevanza fondamentale, per offrire agli stakeholder politici e a chi fa business in Italia una giusta comprensione della nostra realtà”.

Bisognerebbe quindi sostenere la filiera agroalimentare in senso lato nel miglior modo possibile, adottando strategie che tengano conto di tutte le componenti del settore, non dimenticando che si tratta di un comparto estremamente rilevante per il Paese: “Al primo posto per ricavi complessivi, al secondo per numero di imprese, al terzo per valore aggiunto, rispetto agli altri settori del manifatturiero italiano” recita il paper.

Come aggiunto infatti anche da Antonio Faraldi, la filiera agroalimentare lunga va difesa proprio perché si tratta di un “mix unico per integrazione tra tessuto artigianale e industriale e, dimostrando una buona vocazione all’export ha una valenza meta-economica, che ne sottolinea l’importanza come vetrina di italianità”. Per questi fini, il lavoro del gruppo di lavoro Food ha l’obiettivo di proporre una strategia per far fare a questa eccellenza italiana il giusto salto di qualità.

Il valore della sostenibilità

Secondo Isabella Cascarano, il lavoro di AmCham evidenzia, a ragione, che una filiera stabile e resiliente deve essere orientata alla sostenibilità, concetto che, a suo avviso, si inserirebbe perfettamente nella cultura agroalimentare dell’Italia, tradizionalmente sostenuta dall’export statunitense: “Nel 2021, le esportazioni tecnologiche tra Usa e Italia sono state più che positive, mettendo in evidenza una precisa tendenza. L’apporto (soprattutto tecnologico) degli Usa per la filiera italiana consente una maggiore efficienza e sicurezza di tutto il comparto, facilitando ovviamente lo sviluppo diretto a un’agricoltura sostenibile”.

Dello stesso avviso anche Ornella Bettini, secondo la quale: “nella crisi attuale e nell’affrontate le sfide geopolitiche, il settore food è di importanza sostanziale, nell’ottica di garantire la sicurezza agroalimentare e fa la sua parte nella difesa dei valori democratici che si trovano alla sua stessa base”, ha concluso.

La sostenibilità è oggi una necessità per molti degli attori dell’agroalimentare, come ha tenuto a sottolineare Vittorio Cino secondo cui per il comparto vinicolo: “La filiera lunga collega i due estremi del settore, dalla produzione agricola al consumatore finale, che sono entrambi a rischio a causa del cambiamento climatico”.

Farm to fork

Tommaso Valle ha poi sottolineato che il focus per i decisori politici deve restare il tentativo di considerare la filiera nella sua interezza, fino al consumatore finale: “l’inclusione del consumatore, secondo il principio del Farm to Fork – uno dei pilastri dell’European green deal, che ambisce a trasformare il sistema agroalimentare dell’Unione puntando a un nuovo paradigma che tenga conto di tutte di tutte le sfaccettature del comparto – crea un valore aggiunto da non sottovalutare perché è nell’interpretazione dei suoi bisogni che si può creare una sinergia nell’affrontare le sfide”, ha aggiunto.

Al centro, il consumatore

Un limite del comparto sarebbe la profonda divisione tra gli attori in gioco: “la frammentazione del settore può essere superata e un ruolo di rilievo lo hanno le aziende capaci di avere un valore di scala per smuovere il mercato”, fondamentale in questo sarebbe l’opportunità dell’ascolto al consumatore – ha poi aggiunto Valle – secondo cui: “la tracciabilità e la sicurezza alimentare in questo dimostrano il ruolo che il pubblico ha avuto nello stimolare il comparto a una modifica. Il consumatore è foriero di novità”, ha concluso

Dello stesso avviso anche Luca Nobili e Francesco Cantini, secondo i quali è proprio il consumatore a essere driver delle scelte di mercato delle aziende: “Le scelte coraggiose, che abbiamo assunto dopo il Covid-19, come l’abbandono dell’uso della plastica, sono derivate dall’ascolto al consumatore finale”, ha aggiunto Cantini. “L’ambito del packaging, poi, sottolinea quanto siamo dipendenti dalle scelte dei nostri utenti, si pensi all’aumento esponenziale della domanda dovuto all’aumento della richiesta di cibo take away”, ha concluso Nobili.

Le conclusioni sono state affidate al viceministro Pichetto Fratin, che ha chiosato sulla difficile situazione che l’Europa si trova a vivere su alcuni importanti dossier tra loro collegati, come l’energia e l’agricoltura: “oggi il mondo ha cambiato paradigma, se fino a trenta giorni fa vivevamo in un mondo in cui pensavamo che tutto fosse possibilmente contrattabile, oggi ci troviamo in un scenario difficile da delineare. Dobbiamo rivalutare senz’altro le criticità del sistema, ma ancora non è chiara la lettura dell’attualità e quale sarà il quadro complessivo”.

In ogni caso per il nostro Paese sarà opportuno valutare la giusta strategia per una buona crescita della filiera, approfittando del Pnrr che, sebbene mitigato dagli eventi, è comunque foriero di cambiamenti positivi.

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