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Ecco come Farmindustria combatte l’inverno demografico

Favorire la natalità è un tema centrale per le imprese del farmaco, che attraverso welfare e cure vogliono dire stop al declino demografico che sta travolgendo il nostro Paese. L’evento promosso da Farmindustria e Fondazione Onda fa il punto sulla situazione

Nella giornata dedicata alla donna, Farmindustria ha scelto di fare il punto sulla tutela della maternità, e quindi sul contributo a superare l’inverno demografico, che le aziende farmaceutiche stanno dando al Paese.

“Noi abbiamo il maggior numero di presenza di donne rispetto agli altri, abbiamo una natalità superiore del 45% rispetto ad altri, e credo che questo sia dovuto a politiche che vengono da lontano che hanno favorito la genitorialità e la famiglia, mettendo in condizione soprattutto il genere femminile di poter lavorare e avere tutte quelle forme di aiuto e assistenza”, ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria.

“Dagli studi fatti ci siamo resi conto che le donne si occupano di tutto: figli, famiglia, genitori e la persona di cui si occupano meno è proprio sé stessa. Per questo – ha proseguito – nelle nostre imprese abbiamo cercato sempre di avere una attenzione particolare al welfare, questo per permettere alle donne si non essere discriminate e di avere le stesse opportunità”.

Favorire la natalità è un tema centrale per le imprese del farmaco, che attraverso welfare e cure vogliono dire stop al declino demografico che sta travolgendo il Paese, ed è un obiettivo strategico per il bene dell’Italia e delle stesse aziende. Perché senza giovani non può esserci innovazione né futuro. Né tantomeno crescita economica. Sono quattro le parole chiave per uscire da questa emergenza poco compresa: Donne, Welfare, Ricerca, Giovani.

Tutte declinate e approfondite nell’evento “Le imprese del farmaco per la natalità”, promosso da Farmindustria con la Fondazione Onda.

“Il bilancio di genere che fa il Mef ogni anno sottolinea che per sostenere la natalità e la parità di genere servono politiche sistemiche – ha rimarcato il direttore generale di Farmindustria, Enrica Giorgetti – e i dati dell’Ispettorato del lavoro mostrano che la difficoltà di conciliare tempi di vita e di lavoro causa l’85% delle dimissioni. Oggi discutiamo del perché e del come nel settore farmaceutiche le donne possono fare figli e le famiglie crescere grazie a politiche aziendali che lo favoriscono. Le aziende del nostro settore promuovono la natalità e anche il percorso professionale delle donne”.

Nel 91% delle aziende sono presenti da molto tempo, e ben prima della pandemia: forme di flessibilità oraria e misure part time; smart working; flessibilità in ingresso e uscita; i permessi retribuiti aggiuntivi. Nel 60% circa delle aziende sono diffusi: il sostegno per gli asili nido; l’assistenza domestica; ‘istruzione dei figli. Con congedi e aspettative per maternità/paternità più estesi rispetto alla legge e al Ccnl. Ma pure servizi come: lavanderia, take away, calzoleria, mense aziendali, trasporto collettivo e un’attenzione elevata alla salute grazie a forme di sanità integrativa, campagne di prevenzione e vaccinazioni, screening periodici e pacchetti check-up.

La ricerca offre un importante sostegno alla natalità. Con investimenti crescenti pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo tra il 2021 e il 2026 per cure sempre più mirate. L’industria farmaceutica è così il primo settore manifatturiero per sostegno alla natalità, con un numero di figli superiore alla media nazionale del 45%. Continua a puntare sui giovani, tanto che negli ultimi 5 anni l’occupazione degli under 35 è infatti cresciuta del 15%.

Secondo le stime Istat, infatti, la popolazione residente passerà dai 59,6 milioni di abitanti nel 2020 ai 58 mln nel 2030, ai 54,1 mln nel 2050 e ai 47,6 mln nel 2070.

Il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale.

L’impatto sociale positivo delle politiche del lavoro messe in campo dalle aziende farmaceutiche rappresenta quindi un valore assolutamente imprescindibile per il Paese.


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