Un nuovo polo integrato per la produzione di armi e munizioni di alta qualità. È il risultato dell’operazione di acquisizione di Beretta Holding della svizzera Ruag Ammotec, con la storica azienda bresciana che fornirà i sistemi e le ottiche e il gruppo elvetico il proprio expertise nel campo delle munizioni. Un’operazione che, una volta perfezionata, porterà a un fatturato consolidato di un miliardo e mezzo di euro. Ne ha parlato ad Airpress il presidente Pietro Gussalli Beretta
Il gruppo Beretta Holding, storica azienda italiana specializzata nella produzione di armi da fuoco di piccolo calibro, ha firmato un accordo per acquisire la totalità di Ruag Ammotec, società di proprietà del governo svizzero per la manifattura di munizioni. Una sinergia industriale che vedrà la nascita di un polo all’avanguardia per la realizzazione di piccoli calibri, con i sistemi di Beretta e le cartucce di Ruag. La storica azienda bresciana, inoltre, raddoppia fatturato e dipendenti: raggiungerà quasi 6mila dipendenti (2700 dei quali arrivati dall’ultima operazione), e toccherà un ricavo di un miliardo e mezzo di euro. A cui si aggiunge un margine operativo lordo (Ebitda) di trecento milioni e un nuovo totale di cinquanta controllate distribuite in tutto il mondo. Cosa comporterà questa acquisizione per il futuro del gruppo? Ne ha parlato con Airpress il presidente e amministratore delegato di Beretta Holding, Pietro Gussalli Beretta.
L’operazione di acquisizione da parte della Beretta Holding del gruppo svizzero Ruag Ammotec è durata tre anni, che scenari apre per il futuro della multinazionale?
L’acquisizione di Ruag Ammotec, il più grande gruppo europeo nel settore delle munizioni leggere, una volta formalizzata in via definitiva, aprirà a molteplici opportunità per il futuro di Beretta Holding. Occasioni che si mostreranno sia sul mercato civile, quanto sul mercato della difesa e dell’ordine pubblico. Tutti i prodotti esistenti all’interno delle varie realtà aziendali che compongono il gruppo Beretta Holding si integrano perfettamente con quelli in essere all’interno delle aziende Ruag Ammotec: ciò fa sì che si venga a creare una realtà societaria con una gamma di articoli talmente tanto interconnessi da non avere pari in nessuna altra realtà del nostro settore. Il tutto potendo godere di posizioni di market share di grande rilievo nelle tre principali divisioni: armi, ottiche e munizioni.
I tratti distintivi del gruppo sono l’internazionalità e la tradizione familiare. Come si evolveranno ora con il raddoppio del personale e con la presenza di circa 50 controllate sparse per il mondo?
Questa acquisizione rafforza ulteriormente la struttura fondante di un Gruppo dalla spiccata visione internazionale, al cui vertice c’è una famiglia che si avvale del determinante contributo dei migliori manager del settore scelti in tutto il mondo. L’evoluzione che ora ci aspettiamo è certamente quella di vedere ancora di più espressa questa nostra vocazione: un arricchimento di cui tutta Beretta Holding saprà e dovrà fare tesoro.
L’unione delle due realtà promette di creare un polo integrato per la produzione di armi e munizioni di alta qualità. Quali sono i mercati esteri più attraenti con il nuovo assetto?
Con l’assetto che andremo a formare ci aspettiamo un impulso molto concreto e interessante sui due principali mercati a cui facciamo riferimento: Europa e Stati Uniti, che pesano entrambi per circa il 45% del fatturato del nuovo gruppo. Ciò che mi attendo, inoltre, è che ben presto si vedano opportunità di crescita anche oltre le due aree geografiche prima citate. Il tutto grazie alla leva formidabile di avere una gamma di prodotto estesa come quasi nessuno. Inoltre, il focus sul continuare a creare i migliori prodotti del mondo nei nostri settori, coniugando l’alta tecnologia con l’attenzione massima alla qualità e ai dettagli, rimarrà uno dei caratteri distintivi del gruppo.
Il comparto della Difesa è innovativo e dinamico. Quanto investe la vostra realtà in ricerca e sviluppo? E come l’acquisizione di Ruag potrà influire sul settore R&D?
L’investimento consolidato in ricerca e sviluppo prima di questa acquisizione ammontava a circa 25 milioni di euro. Dopo l’acquisizione e per gli anni a venire, la quota parte in questo ambito sarà fra i 40 e i 50 milioni di euro. Per questo motivo ritengo che l’area cosiddetta “R&D” sarà tra quelle maggiormente interessate dal “dialogo” sinergico che attueremo fra armi, munizioni e ottiche.