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La Russia ha già perso. Il prezzo della fuga dei giovani talenti

Dall’inizio della guerra 200 mila russi hanno lasciato il territorio della Federazione, quasi tutti professionisti qualificati. Una ritirata motivata dalle sanzioni, ma anche per la repressione contro la dissidenza e il nuovo modello di vita imposto da Putin. Con effetti devastanti per l’economia russa

Una settimana fa, Ilya Krasilshchik, manager del settore tecnologico, ha fatto velocemente tre valige per volare dalla Russia a Dubai, senza avere nessun piano sul futuro ma con un’unica certezza: non voleva sprofondare insieme al Paese.

Come lui, migliaia di persone fuggono dalle sanzioni e la repressione del Cremlino contro la dissidenza. I passeggeri che hanno esaurito voli e biglietti dell’autobus direzione Paesi baltici, e città come Tel Aviv, Istanbul, Erevan, Bakù e Tiflis, sono quasi tutti professionisti qualificati, con attività avviate e una vita lavorativa solida, ma decidono lo stesso di ricominciare da capo altrove.

La storia di Krasilshchik è stata raccontata dal quotidiano Financial Times e somiglia a quella di tanti cittadini russi che negli ultimi giorni scappano dagli effetti dell’invasione di Vladimir Putin in Ucraina.

“Il Paese che abbiamo vissuto è distrutto – spiega Krasilshchik al Financial Times -. Che futuro può avere un Paese in cui i ‘chekisty’ hanno il potere? Credo che un Paese così non abbia futuro. L’unica cosa che si può fare è sopravvivere”. La parola “chekisty” si riferisce al termine sovietico per definire i servizi di sicurezza.

JP Morgan prevede che l’economia russa crollerà del 35% nel secondo trimestre dell’anno, un 7% nel 2022 e un 12% prima ancora di cominciare la ripresa. Se la fuga di giovani cervelli russi continua, gli effetti economici saranno devastati.

Secondo una stima di un economista russo ripresa dall’emittente britannico Bbc, dall’inizio della guerra ben 200.000 russi hanno lasciato il loro Paese. Il ministero dell’Economia della Georgia ha informato che fino a lunedì scorso circa 25.000 russi erano entrati nel Paese. Ogni giorno, l’ultima settimana, sono arrivati 6.000 cittadini russi e ucraini. La fuga è aumentata quando si sono diffusi rumors di un nuovo arruolamento obbligatorio dell’esercito russo.

L’esodo è aumentato anche per la nuova legge sul tradimento di Stato. Chiunque esprime sostegno all’Ucraina, e non solo, rischia una pena di 20 anni di carcere.

Un giovane russo Yevgeny Lyamin si trova in Georgia e sta già imparando la lingua: “Sono contro Putin, sono contro la guerra. Non posso ancora prelevare denaro dal mio conto in una banca russa, ma questo non è niente in confronto ai problemi che devono affrontare gli ucraini”.

“Pensano che stiamo scappando dalla Russia perché Apple Pay non funziona più – spiega un ragazzo russo alla Bbc -. Ma noi abbiamo perso tutto, siamo fondamentalmente rifugiati. La geopolitica di Putin ha distrutto le nostre vite”.



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