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La competizione globale Usa-Cina è un’occasione per l’Ue?


Sì, secondo un rapporto del centro studi tedesco Merics. Ma l’Europa non può farsi trovare impreparata. Ecco da dove partire

La competizione tra Stati Uniti e Cina si sta intensificando in tutto il mondo. Il Sud-Est asiatico, l’Africa e l’American Latina sono regioni cruciali. L’Unione europea, se vuole salvaguardare i suoi interessi in queste regioni ma anche verso gli Stati Uniti e la Cina, non può farsi cogliere impreparata.

Nel Sud-Est asiatico la sfida è più complessa anche alla luce delle sempre più forti critiche all’assertività cinese, l’Africa si è dimostrata molto ricettiva davanti alla diplomazia economica di Pechino incentrata sullo sviluppo e in America Latina la Cina sta cercando di aumentare la sua influenza con investimenti e controllo delle materie prime.

Che cosa può fare l’Unione europea? Ha provato a rispondere a questo interrogativo Matt Ferchen in un recente rapporto per il centro studi tedesco Merics, dal titolo “Growing US-China rivalry in Africa, Latin America and Southeast Asia: Implications for the EU”. L’esperto è convinto che l’Unione europea sia “ben posizionata per fornire alternative attraenti in tempi di accresciuta competizione tra Stati Uniti e Cina”. Merito di strumenti come le recenti strategie Global Gateway e quella per l’Indo-Pacifico, oltre delle politiche presentate nel recente vertice con i leader dell’Africa.

Nel Sud-Est asiatico, l’Unione europea “ha bisogno di stabilire un ruolo centrale nel fornire alternative alla Cina in campo economico, tecnologico, della connettività e della governance”, scrive. In Africa, invece, “dovrebbe sfruttare la sua vicinanza e i legami economici e sociali esistenti per costruire partenariati autentici”. In America Latina, invece, “dovrebbe costruire sui suoi legami economici e culturali di lunga data e su quelli più recenti per fornire una cooperazione sostenibile e a lungo termine mentre la regione riparte dopo la pandemia del Covid-19”.

Ma attenzione: affinché le alternative (come quella alla Via della Seta, il Global Gateway) “siano attraenti” e le strategie “siano all’altezza del loro potenziale, anche in aree chiave come l’energia verde e la tecnologia, è necessaria una presenza diplomatica coordinata, così come la fornitura di progetti concreti e misure di progresso”, avverte l’esperto.

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