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Usa e Cina tentano a Roma il dialogo sull’Ucraina

Lunedì i consiglieri di Biden e Xi si incontreranno in Italia. La diplomazia di Pechino non cita la guerra ma sarà il tema centrale del confronto. Ecco l’offerta che Washington sta preparando

Domani (lunedì 14 marzo, ndr) Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e Yang Jiechi, membro del politburo del Partito comunista cinese e direttore dell’ufficio della commissione Esteri, si incontreranno a Roma. Si tratta soltanto del terzo incontro tra i due da quando Joe Biden ha giurato come presidente degli Stati Uniti nel gennaio dell’anno scorso.

L’incontro rientra nei “continui sforzi per mantenere aperte le linee di comunicazione tra gli Stati Uniti e la Repubblica popolare cinese”, ha spiegato la Casa Bianca aggiungendo che le due parti “discuteranno gli sforzi in corso per gestire la competizione tra i nostri due Paesi e discutere l’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina sulla sicurezza regionale e globale”. Sullivan incontrerà anche Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, “per continuare a coordinare una risposta internazionale forte e unita alla guerra scelta dal presidente [Vladimir] Putin”, continua la nota di Washington spiegando che Sullivan sarà a capo di una delegazione di funzionari del Consiglio per la sicurezza nazionale e del dipartimento di Stato.

Nessuna menzione dell’Ucraina, invece, nella nota della diplomazia cinese, che si limita a spiegare che i due discuteranno delle relazioni bilaterali così come di questioni globali e regionali di interesse reciproco.

Nonostante la scelta di Pechino di non menzionare l’Ucraina, il tema sarà inevitabilmente al centro dei colloqui. La Cina, infatti, sta seguendo una linea di ambiguità dichiarandosi neutrale, senza condannare esplicitamente l’aggressione russa e tentando nel frattempo di promuovere la propria visione di ordine globale.

A Roma potrebbe tenersi un nuovo tentativo americano di chiedere alla Cina di prendere posizione “responsabile” sulla situazione in Ucraina condannando l’aggressione russa e arginando la propaganda antioccidentale a suon di fake news sulle armi chimiche. Senza un simile passo difficilmente gli Stati Uniti potrebbero prendere in considerazione qualsiasi tipo di mediazione da parte di Pechino, che da parte sua non può permettersi di sacrificare per Putin i rapporti con Unione europea e Statti Uniti.

Per l’Italia può essere un’occasione di visibilità, anche se fortuita. Roma, infatti, sembra essere stata scelta per ragioni logistiche da Stati Uniti e Cina. Un’occasione da sfruttare per mostrarsi attiva nella ricerca di una soluzione alla guerra e per rafforzare la propria posizione nella sfida tra Stati Uniti e Cina.


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