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È vitale che Zelensky parli a Montecitorio. Scrive Sensi (Pd)

Camera e Senato non possono ma DEVONO ascoltare la sua voce. Non per prendersi un giro di applausi, lo sdegno e il cordoglio del Parlamento, ma per affliggere i consolati, come ci ricordava sempre don Tonino Bello, rovesciando il comandamento della misericordia. L’intervento di Filippo Sensi, deputato Pd

Perché è importante che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy parli al Parlamento italiano, così come ha già fatto a Strasburgo e a Londra? Perché se la frontiera della democrazia passa oggi per Kyiv, per la resistenza contro l’invasione russa, per le città martoriate dalle bombe di Putin, il luogo della democrazia, la sua dimensione e’ quella del Parlamento, la casa della democrazia rappresentativa.

Quella che ha portato Zelenskyy alla guida del suo paese, con libere elezioni che l’attacco russo vuole negare, annichilire, distruggere, cancellare. Per questo alla violenza dell’autocrate il presidente ucraino sta rispondendo con la resistenza e con l’appello alle democrazie, alle piazze e ai Parlamenti. La Camera e il Senato non POSSONO semplicemente, ma DEVONO accogliere la sua voce, farla risuonare in aula, e nel nostro Paese.

Tanto più importante in quanto, purtroppo, anche da noi si sta diffondendo l’idea che la guerra non abbia un aggressore e un aggredito, che la resistenza strenua degli ucraini non possa essere chiamata col suo nome, che sarebbe meglio arrendersi subito alla violenza dei missili e dei tank, che Putin e’ stato provocato dalla Nato e dagli americani. Cazzate. Bugie. Menzogne. Che è bene contrastare con la forza degli argomenti di una democrazia liberale e con il monito e la voce del Presidente ucraino ascoltato in Parlamento.

Ogni volta che Zelenskyy si collega da Kyiv, sottolinea come potrebbe essere per lui l’ultima volta. Lo ha fatto anche a Firenze, davanti a una bella piazza sgomenta. A Santa Croce ha detto molto chiaramente quello che chiede all’Italia, all’Europa, all’Occidente, ai suoi politici. Se la prossima settimana lo ripeterà nell’aula di Montecitorio, se tornerà a chiedere alla politica di essere conseguente con le manifestazioni autentiche di solidarietà e vicinanza all’Ucraina, non sarà più possibile per nessuno degli eletti girare la testa dall’altra parte, non prendersi una responsabilità diretta, fingere che avvenga altrove e non a noi, qui.

Per questo è importante, vitale, che Zelenskyy parli a Montecitorio. Non per prendersi un giro di applausi, lo sdegno e il cordoglio del Parlamento, ma per affliggere i consolati, come ci ricordava sempre don Tonino Bello, rovesciando il comandamento della misericordia. E’ già troppo tardi.



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