Un futuro etico, fatto di creatività, reputazione e nuove competenze, raccontato in un evento-manifesto targato Federprofessional a Città del Vaticano per coinvolgere il mondo del lavoro indipendente in un momento di riflessione, crescita e impegno
Esistono formule e definizioni del nostro passato che, anche a distanza di quasi 100 anni, non perdono efficacia e non smettono di evocare grandi virtù, come l’operosità, la speranza e l’oggi inflazionatissima resilienza. Così, quando sentiamo parlare di “New Deal”, torniamo con la mente ai banchi di scuola, al capitolo del libro di storia che ci raccontava della Grande Depressione del 1929 e della risposta che, a partire dal 1933, il neo-eletto 32° presidente degli Stati Uniti, il democratico Franklin Delano Roosevelt, seppe dare, insieme al suo governo, a quel momento di fortissima crisi.
Lo stanziamento di fondi pubblici per dare lavoro ai disoccupati e impiegarli in grandi opere infrastrutturali e di conservazione delle risorse naturali, la coraggiosa abrogazione del Volstead Act (legge che aveva introdotto il proibizionismo), gli interventi a protezione dei sindacati e della leale concorrenza tra imprese, la riforma fiscale e bancaria: un piano socio-economico che risollevò un Paese che versava in condizioni per certi versi desolanti, come mirabilmente raccontato dal premio Nobel per la letteratura John Steinbeck nel suo capolavoro Furore (titolo originale: Grapes of Wrath). Uno dei momenti chiave nell’affermazione dell’idea di “welfare state” nella democrazia moderna.
Così, quando oggi si sente parlare in Italia di Ethic New Deal, non si può fare a meno di volgere con attenzione lo sguardo all’iniziativa che promette di lanciare e promuovere questa “nuova via etica” nel mondo delle professionalità indipendenti del nostro Paese. Un evento-manifesto (qui per rivedere il convegno) organizzato il 27 aprile da Federprofessional, l’Associazione delle Alte Professionalità Indipendenti, in un’esclusiva location di Città del Vaticano e anche in streaming su piattaforma online.
D’altro canto, intendiamoci, i corsi e ricorsi storici ci sarebbero tutti: la bolla del 2008, le nuove crisi portate dalla pandemia e dai venti di guerra russo-ucraini e tanti altri parallelismi che non sfuggiranno a chi conosce la storia e guarda con attenzione all’attualità.
Cosa propone allora questo Ethic New Deal? Come la formula ben sintetizza, per Federprofessional, rendere sostenibile il futuro dei professionisti italiani vuol dire renderlo innanzitutto etico. Sono tre, in particolare, i punti qualificanti: welfare, pressione fiscale e innovazione tecnologica. Su questi cardini bisogna costruire un cambiamento culturale nel nostro Paese che esalti la competitività tecnologica dei professionisti in un’economia sempre più legata ai concetti di progresso e innovazione, dai quali partire per strutturare un’offerta di servizi sofisticati, filosofici e personalizzati.
Il momento storico è denso di sfide e stravolgimenti, le nuove tecnologie e i nuovi domini di conoscenza stanno cambiando i paradigmi e la natura stessa della prestazione professionale, mutandone anche il contesto competitivo. E allora diventa di fondamentale importanza “rimboccarsi le maniche” e cogliere le opportunità che proprio tecnologia e digital transformation offrono al professionista che sa sviluppare nuove competenze e uscire dal proprio “seminato” specialistico facendo propri nuovi strumenti.
Dichiarazioni programmatiche a parte, l’evento promette concretezza e operatività: un vero impegno per la promozione dell’etica nel lavoro che si concretizza, per Federprofessional, nelle attività di attestazione di competenze, di formazione e di organizzazione di eventi culturali per gli iscritti.
Perché promuovere l’etica vuol dire anche parlare di sostenibilità, creatività e reputazione, valori funzionali al futuro dei professionisti e della società in cui questi operano. Valori che creano un ambiente socio-economico e politico favorevoli alle professioni emergenti, allo sviluppo di capitale umano qualificato e a un welfare che garantisca la libertà di scegliere la via della libera professione.
L’evento è partito dalla consegna di un piccolo dono artistico (l’opera “Ethos (La via del vivere)” del designer Ivan Nadin) al Papa: arte e buoni auspici per cominciare col piede giusto.
Sotto la moderazione di Claudio Brachino, sono state tante le figure autorevoli a prendere la parola e a partecipare: Andrea Maria Mazzaro (presidente Federprofessional), Stefano Cuzzilla (presidente Federmanager), Mario Cardoni (dir. generale Federmanager), Federico Mioni (Federmanager Academy), Pierluigi Valente (CFE Tax Advisers Europe), Marco Rossetti (Assidai), Roberto Betti (Giudice Tributario), Gaia Landoni (Stage Manager Premio MAB), Salvo Carbonaro (Praesidium), Barbara Pontecorvo (Avvocato Partner Tax & Legal), Davide Ippolito (Zwan e Selda), Anna Marras (EdiliziAcrobatica), Giovanni Francesco Scolari (Polo Tecnologico PorDenone SCPA).
Ma anche spazio a cultura e spettacolo, con l’intervento da remoto dell’attore e regista Paolo Ruffini, la partecipazione di Claudia Zaccari, già Prima Ballerina del Teatro dell’Opera di Roma, e uno spettacolo di danza dedicato alla pace, ad opera dei ballerini professionisti già allievi MAB per Gisella Zilembo Eventi Danza, tra i quali la giovanissima ballerina ucraina Alisa.
Non dimenticando mai che, per l’affermazione di una visione più etica del nostro mondo, è importante esserci davvero, non solo a parole.