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Italia-Giappone. Gli obiettivi del premier Kishida a Roma

Dopo un tour nel Sud-Est asiatico e prima di volare a Londra da Johnson, il leader sarà a Palazzo Chigi. Incontrerà Draghi, il cui europeismo e atlantismo rappresentano un fattore importante per Tokyo e la sua visione di Indo-Pacifico aperto e libero. In cima all’agenda ci saranno cooperazione industriale e resilienza davanti alle sfide di Russia e Cina

Fumio Kishida, primo ministro giapponese, sarà in Italia la prossima settimana. Atterrerà nella capitale martedì 3 maggio e ripartirà l’indomani direzione Regno Unito dopo un vertice con il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Roma e Londra sono le uniche due tappe europee di questo tour diplomatico di Kishida, che prima di diventare primo ministro è stato ministro degli Esteri, il più longevo nella storia del Paese. Il politico è atteso oggi (venerdì 29 aprile, ndr) a Giacarta, in Indonesia, Paese che presiede il G20 quest’anno. Poi sarà a Hanoi, in Vietnam, e a Bangkok, in Thailandia, da dove partirà alla volta di Roma. Tonerà a Tokyo venerdì 6 maggio.

Il viaggio è pensato per un confronto “su varie tematiche, quali i contesti internazionali, compresa la situazione in Ucraina, e le rispettive relazioni bilaterali”, fa sapere la diplomazia giapponese. “Nel corso della visita”, il primo ministro “intende inoltre adoperarsi per consolidare ulteriormente la collaborazione con i vari Paesi in vista della realizzazione di un “Indo-Pacifico libero e aperto”, si legge in una nota ufficiale.

Per inquadrare il tour può essere utile evidenziare le circostanze in cui ne è stato dato l’annuncio. Ossia dopo l’incontro tra il primo ministro Kishida e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non è un coincidenza che il mio primo viaggio da cancelliere in questa regione sia stato qui, a Tokyo”, ha detto il leader tedesco. “Il mio viaggio è un chiaro segnale politico che la Germania e l’Unione europea continueranno e aumenteranno il loro impegno della regione indo-pacifica”, ha aggiunto. La svolta che il cancelliere ha promesso di intraprendere è chiara: dare più peso alla sicurezza nelle relazioni internazionali e nelle politiche commerciali. Sarebbe un chiaro segnale di discontinuità rispetto al suo predecessore, Angela Merkel, che nei 16 anni di cancellierato ha fatto il doppio dei viaggi istituzionali in Cina rispetto a quelli in Giappone e che si è astenuta dal criticare la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Se Berlino sta faticando a realizzare pienamente questa svolta, Roma, con Draghi a Palazzo Chigi, sembra più decisa. A soli tre anni dalla firma, dell’accordo del 2019 sulla Via della Seta non parla neanche più della diplomazia cinese. Sull’Ucraina e sui rapporti con la Russia, invece, l’Italia ha dimostrato di recente un rafforzato spirito europeista e atlantista, elemento che rappresenta inevitabilmente un fattore positivo per il governo giapponese. I motivi “europei” della tappa italiana del primo ministro Kishida sono ben riassunti da quanto dichiarato dal cancelliere Scholz, che da Tokyo ha parlato di deglobalizzazione e protezionismo: “Non sono opzioni, soprattutto per le nazioni aperte e liberali”, ha detto. “Ciò di cui abbiamo bisogno, invece, è una globalizzazione differente, una globalizzazione più intelligente”.

L’attenzione della Germania agli aspetti commerciali più che a quelli di sicurezza nelle relazioni con il Giappone sembra destinata a replicarsi anche per l’Italia. La guerra in Ucraina potrebbe aver congelato per molto tempo qualsiasi riflessione su un eventuale impegno militare italiano nell’Indo-Pacifico. Ma, come ribadito nel recente documento della Farnesina sul contributo italiano alla strategia europea per l’Indo-Pacifico, l’Italia sostiene l’idea di un Indo-Pacifico libero e aperto e appare decisa a parlare con il Giappone di cooperazione industriale e di sicurezza seguendo la via indicata dal cancelliere Scholz verso una “globalizzazione più intelligente” che possa ridisegnare le catene di approvvigionamento affinché l’Occidente sia meno dipendente dalle autocrazie.

Dopo Roma, il primo ministro Kishida sarà a Londra, dove il governo di Boris Johnson sta ricalibrando le relazioni internazionali alla luce della Brexit ma anche della guerra in Ucraina e dell’assertività cinese. Il conflitto nell’Est Europa, però, potrebbe spingere Londra a rivedere la sua strategia Global Britain nel breve-medio termine guardando un po’ meno verso l’Indo-Pacifico in termini militari, ma non commerciali.

In entrambe le capitali, il primo ministro Kishida ribadirà le preoccupazioni giapponesi per le provocazioni missilistiche della Corea del Nord sottolineando agli alleati l’urgenza della questione.

Il leader sarà poi nel Sud-Est asiatico con l’intento di rafforzare la risposta all’invasione russa dell’Ucraina nella regione, dove soltanto Singapore si è unito all’Occidente nelle sanzioni contro Mosca. In agenda, anche qui, c’è poi la Cina, le cui assertività e posizioni ambigue verso la Russia preoccupano il Giappone e molti altri Paesi dell’area. Anche per questo, a maggio il presidente statunitense Joe Biden sarà a Tokyo per partecipare a una riunione del Quad con i leader di Australia, Giappone e India.

(Foto: Twitter @JPN_PMO)



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