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Golden power, un campanello francese (oltre le urne)

Di Giorgio Volta

Esiste il rischio di blackout energetici in Europa legato all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale acuito dalla crisi Ucraina? E può avere un ruolo il nuovo golden power appena rafforzato (abbastanza?). L’analisi di Giorgio Volta (Geopolitica.info)

Il dibattito attuale sulla protezione delle fonti e della filiera energetica si inserisce in un contesto ricco di adeguamenti normativi nei vari Stati dell’Unione Europea: in Francia i provvedimenti si sono succeduti tempestivamente, come pure in Italia.

Il governo francese, fra i più attivi nella difesa delle proprie infrastrutture, ha istituito primo in Europa una scuola specializzata nella propria difesa economica, l’Ecole de Guerre Economique. Non è l’unico provvedimento preso dalla Repubblica Francese: è un percorso che inizia dal 1986  per allargarsi a nuovi comparti, prosegue fino ad oggi ed è stato esteso a tutto il 2022, comprendendo l’abbassamento dal 25% al 10% della soglia per l’acquisizione del diritto di voto societario nell’ambito delle società ed enti che svolgono attività sensibili alla sicurezza pubblica, all’ordine pubblico e alla difesa nazionale.

In Italia si osserva analogo comportamento regolatorio, che vede come spartiacque l’introduzione del Golden Power nel 2012. Da allora il governo ha aggiunto comparti di rilevanza strategica per il sistema di Difesa e Sicurezza nazionale quali, ad esempio e non solo, i settori finanziario e creditizio, le infrastrutture e le tecnologie critiche delle reti di telecomunicazione, energia, trasporti, acqua e salute, abbassando al 10% del capitale e ad 1 milione di euro le soglie di attenzione, fino ad arrivare al D.L. del  21 marzo 2022 con il quale, a  seguito dell’invasione Russa dell’Ucraina, il governo Draghi ha rafforzato i presidi per la sicurezza e la difesa nazionale.

Dalla comparazione temporale dei decreti e delle leggi francesi e italiane si evince un trend verso una uniformità e una convergenza, da parte dei due Paesi, dei comparti strategici da difendere, pur partendo da presupposti politici e modelli economici differenti. Inoltre, si può rilevare come nel tempo “la tendenza di policy ‘’ sia stata in buona sostanza indipendente dal posizionamento politico dell’esecutivo in carica.

Mentre nel periodo fra gli anni ’90 e il 2018 l’influenza del mercato si è fatta sentire in diversi settori, dal 2018 in avanti si è notata un’indipendenza nel comportamento politico degli esecutivi rispetto al loro posizionamento nell’arco costituzionale, a vantaggio della  protezione degli asset strategici degli Stati. È stata  posta una grande attenzione al perseguimento della sicurezza e della resilienza dello Stato, dell’economia, della salute pubblica e della sicurezza politica intesa come mantenimento delle condizioni di esercizio delle libertà democratiche.

Tuttavia, viste le tensioni politiche legate all’esito delle elezioni francesi (con il ballottaggio fra Macron e Le Pen) e dall’andamento della guerra in Ucraina, ci costringe ad una riflessione. Come rilevato nelle ultime relazioni del Copasir e riportato da Formiche.net il 19 aprile 2022, la Francia continua a acquisire partecipazioni importanti nel sistema bancario italiano, posizionandosi come primo azionista in diversi Istituti bancari. L’ultimo, in ordine di tempo avvenuto ad inizio del corrente mese di aprile, è Banco BPM (3° banca italiana) con un rastrellamento di partecipazioni del 9,18%, poco sotto la soglia di attenzione del Golden Power (10%).

Non potrebbe essere questa l’occasione per un’ulteriore riflessione politica e strategica e rendere il golden power più tutelante per le nostre infrastrutture critiche?

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