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Italia-Giappone, cosa significa la visita di Guerini a Tokyo

Il Paese del Sol levante apre a nuove collaborazioni internazionali in materia di Difesa e sicurezza. Dall’Indo-Pacifico all’Europa, passando per la Nato, Tokyo spinge sulle partnership strategiche per rafforzare il proprio ruolo e rispondere alle tensioni causate dall’assertività cinese e dall’invasione russa dell’Ucraina. L’incontro tra il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, e il suo omologo nipponico Nobuo Kishi

Si stringono i legami tra Roma e Tokyo nel settore della Difesa e della sicurezza. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha infatti incontrato a Tokyo il suo omologo giapponese Nobuo Kishi. Il vertice è stato l’occasione per approfondire i temi di comune interesse tra i due Paesi, e per discutere di possibili sviluppi nella cooperazione nel settore industriale della Difesa e della sicurezza. “Entrambi i ministri – si legge nel comunicato congiunto – concordano sul rafforzamento della collaborazione bilaterale tra i due Paesi in tema di sicurezza e di difesa dei valori comuni”. Il ministro Kishi, inoltre, ha riferito di aver concordato con Guerini di intensificare la cooperazione militare tra Italia e Giappone attraverso l’organizzazione di esercitazioni congiunte e lo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia per il comparto. In merito, si è discusso anche di una possibile collaborazione dell’industria italiana al caccia giapponese di prossima generazione F-X. Si tratterebbe del primo jet da combattimento sviluppato internamente dal Giappone da quarant’anni.

La condanna della guerra

L’incontro è stata anche l’occasione per i due Paesi di ribadire la comune opposizione all’invasione dell’Ucraina messa in atto da Mosca, come già ribadito dal ministro Guerini in diverse occasioni. Entrambi i Paesi hanno condannato “con forza l’aggressione russa, un atto totalmente ingiustificabile e inaccettabile che mina le fondamenta dell’ordine internazionale e della pace anche nel continente asiatico”. Si sono dunque trovati d’accordo sull’importanza di “restare uniti e agire con determinazione”, come ha ribadito Kishi, con quei Paesi che condividono valori fondamentali della democrazia come il Giappone e l’Italia.

L’apertura giapponese

Il Paese del Sol levante negli ultimi anni ha notevolmente ampliato i colloqui sulla sicurezza, rafforzando la propria partecipazione alle esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti, oltre che con i partner della regione indo-pacifica e europea. Questa nuova postura nipponica riguarda anche la Nato. Pur non facendone parte, il Giappone ha rafforzato la partnership con l’Alleanza Atlantica, ribadita anche dalla partecipazione del ministro degli esteri, Yoshimasa Hayashi, alla ministeriale Nato svoltasi all’inizio del mese per discutere della guerra in Ucraina. Un avvicinamento influenzato anche dall’aumento delle tensioni e delle preoccupazioni derivanti dagli impatti sul continente asiatico dell’invasione russa, che si aggiungono alle ormai consolidate attività militari sempre più assertive della Cina. In particolare, il Giappone si è detto più volte particolarmente preoccupato per le attività militari e della guardia costiera cinese nel Mar Cinese orientale, vicino alle isole Senkaku, controllate da Tokyo ma rivendicate dalla Cina.

Le altre collaborazioni di Tokyo

Nella nuova apertura di Tokyo alle collaborazioni internazionali in materia di Difesa si inserisce anche quella con la Gran Bretagna. Tokyo ha concordato con Londra un programma per sviluppare congiuntamente un motore all’avanguardia per un futuro jet, oltre a prevedere progetti esplorativi per altre tecnologie e sistemi per il combattimento aereo. L’iniziativa include da parte giapponese Mitsubishi heavy industries e Ihi, e da parte britannica Rolls-Royce e Bae systems. Inoltre, il Giappone ha concordato pochi giorni fa con le Filippine l’intenzione di firmare un nuovo trattato che faciliti le esercitazioni militari cogniunte e le visite delle rispettive Forze armate nei due Paesi. Di fronte alla campagna sempre più aggressiva della Cina nelle sue rivendicazioni territoriali marittime, inoltre, il Giappone ha stipulato un Reciprocal access agreement anche con l’Australia, misura che aiuterà ad allentare le restrizioni sul trasporto di armi e forniture per l’addestramento congiunto, nonché le operazioni di soccorso in caso di disastri.

(Foto: ministero della Difesa)


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