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La guerra in Ucraina e le sfide dell’Ue. Roberta Metsola al Gruppo dei 20

La presidente del Parlamento europeo è intervenuta alla riunione del Gruppo dei 20, portando la propria visione sulle sfide che le istituzioni Ue dovranno affrontare nei prossimi mesi: energia, sicurezza, accoglienza

“Se qualcuno mi avesse chiesto cosa avrei fatto nei miei primi mesi di presidenza avrei parlato di post-Covid, di resilienza dell’Europa, di immigrazione. Tutto è cambiato e adesso dobbiamo confrontarci con un Parlamento in gran parte nuovo e che ha priorità differenti”. Comincia così il suo discorso la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, intervenuta all’incontro del Gruppo dei 20 presieduto da Luigi Paganetto per discutere le prospettive europee nel quadro della deglobalizzazione in atto e, soprattutto, delle conseguenze della guerra in Ucraina.

Tra le priorità dell’Europa c’è la questione energetica, come la presidente Metsola sottolinea subito: “La dipendenza energetica è una grande discussione, tre mesi fa dovevamo decidere una direzione verso le rinnovabili e adesso non è solo una questione economica e climatica, ma anche di sicurezza. Dobbiamo renderci conto che per troppo tempo abbiamo ignorato il problema delle isole energetiche che abbiamo o dei paesi che sono dipendenti al 100% dal gas russo”.

E affrancarsi dalla Russia vuol dire anche dipendere da Algeria, Azerbaigian o altri paesi, alternative che vanno vagliate e ponderate. Gli indicatori parlano di un salto di inflazione mai visto, la Bce non è molto preoccupata ma dobbiamo essere pronti a prendere decisioni da tempo prevedibili ma importanti, dice Metsola: “Quando la Russia ha invaso l’Ucraina parlavamo solo di Swift, ora di embargo completo sul petrolio. Un altro passo che possiamo fare è attivare l’embargo anche sul carbone proveniente da Mosca”. Serve però coesione, nelle sanzioni e nelle scelte di politica energetica. Ci sono Paesi candidati che già sono più avanti in termini di rinnovabili e Stati membri che possono cooperare di più per evitare di essere dipendenti dall’esterno dell’Ue.

La presidente Metsola ha anche ricordato che mai come in questo periodo si sono tenuti tanti dialoghi sulla sicurezza: “Non è il tempo dell’individualismo ma del multilateralismo, la realtà che stiamo vivendo ci impone di prendere decisioni difficili anche come co-legislatori nel Parlamento Europeo e di essere quindi anche più efficaci nella nostra azione. L’Europa è la nostra casa e si basa su certi valori e questo messaggio è importanti per i popoli dei Paesi potenzialmente candidati”.

In ambito fiscale, ha detto Metsola, le istituzioni europee stanno preparando la riforma del patto di stabilità e devono considerare che i costi di queste situazioni non dovranno essere pagati dalle prossime cinque o sei generazioni. “Lo abbiamo fatto con il Next Generation Eu ma servono altri passi nella transizione verde e in quella digitale: ci sono molti fondi ancora non spesi a livello nazionale, prima di parlare di nuovi finanziamenti bisogna rendersi conto di dove siamo e valutare le differenze tra i Paesi”.

La guerra in Ucraina ha anche portato nuove prospettive in termini di accoglienza e immigrazione: “Da vent’anni chiedevamo di attivare i meccanismi di solidarietà sui flussi irregolari, in questa situazione lo abbiamo fatto in una settimana”. È l’effetto dell’Unione Europea di crisi, come l’ha definita la presidente Metsola, che similmente a quanto ha fatto con la pandemia dovrà essere pronta a rispondere alle domande dei suoi cittadini, ricordando sempre come la democrazia sia il pilastro di ogni sua azione.

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