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Madame Marine e lo spettro dell’astensione

Sarà un testa a testa, tutt’altro spartito rispetto al 2017. Macron e Le Pen si preparano alla sfida del ballottaggio. La leader in rincorsa continua la scalata, ma ha un nemico che può sbarrarle la strada. Il commento di Francesco Giubilei

Le presidenziali francesi arrivano in un momento particolarmente delicato a causa del conflitto in Ucraina che rischia di influire sul risultato elettorale scompaginando un quadro che, fino a sole poche settimane fa, sembrava orientato a una riconferma di Emmanuel Macron all’Eliseo. Se le previsioni generali facevano presagire una campagna elettorale basata sui temi economici dopo il covid incoronando Macron anche alla luce della presidenza francese del semestre europeo, la guerra ha cambiato tutte le carte in tavola.

Nonostante il suo tentativo prima di scongiurare il conflitto, poi di giungere a una soluzione diplomatica nel giro di pochi giorni, le azioni di Macron non hanno portato ai risultati sperati, con il risultato di indebolirlo internamente. Nel mentre, a destra, dopo un primo momento in cui i tre candidati Marine Le Pen, Eric Zemmour e Valerie Pecresse sembravano avere allo stesso modo opportunità per arrivare al secondo turno, si è registrata una crescita costante di Le Pen a discapito degli altri due candidati.

Per la prima volta qualche giorno fa è uscito un sondaggio in cui, in caso di ballottaggio, la candidata del Rassemblement National si attestava sopra Macron, uno scenario impensabile fino a pochi mesi fa. È l’effetto di una campagna elettorale dominata dal caro vita e dall’aumento dei prezzi dei carburanti che hanno provocato numerose proteste da parte di autotrasportatori, agricoltori e tassisti.

A ciò si sono aggiunte le rivolte degli indipendentisti in Corsica e la riforma delle pensioni presentata da Macron con l’aumento dell’età pensionistica a 65 anni. Resta da capire se, anche in questa occasione, al secondo turno prevarrà un “cordone sanitario” contro la Le Pen per evitare la vittoria del candidato di destra.

Certo è che, se i suoi voti si sommassero a quelli di Zemmour e Pecresse, la vittoria all’Eliseo potrebbe essere tutt’altro che improbabile. Ma c’è un elemento da non sottovalutare ed è l’astensione che, mai come in questa occasione, può influire sull’esito elettorale.

La vittoria di Le Pen potrebbe cambiare l’intero panorama politico europeo e avviare un cambio di direzione a cui far seguire una vittoria del centrodestra in Italia nel 2023 e un governo spagnolo a traino Partito popolare e Vox. È presto per dire se questo scenario potrà verificarsi, di certo le presidenziali francesi rappresentano un primo vero banco di prova per la destra europea.

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