Domenico Giordano, Arcadia, ha messo in relazione i dati degli ultimi sondaggi per le presidenziali francesi con i numeri che i candidati hanno incassato nelle ultime settimane sulle due piattaforme social più popolate: Facebook e Instagram. Conferme ma anche sorprese
A voler dar retta solo ai sondaggi, che in Francia a dispetto di quanto avviene in Italia possono essere pubblicati anche nei quindici giorni che anticipano il voto, domani sera le urne dopo il primo turno dovrebbero consegnarci pari pari la rivincita del 2017.
La corsa per l’Eliseo, per la seconda volta consecutiva, è per gli istituti demoscopici una gara tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Infatti, nell’ultima rilevazione pubblicata ieri 8 aprile da Paris Match, il distacco che separa i due candidati con le maggiori probabilità di vittoria finale è di appena 2 punti percentuali: il consenso per la La Pen, che nelle ultime due settimane ha rosicchiato a Macron più della metà del vantaggio, è stimato al 24%, mentre quello attribuito al presidente uscente è sostanzialmente incollato da qualche giorno sulla soglia del 26%. Dietro la coppia Macron & Le Pen, che ha scavato un solco oramai incolmabile con tutti gli altri dieci candidati, c’è in particolare il terzetto Eric Zemmour (in foto), Jean-Luc Mélenchon e Valérie Pécresse che ha conteso fino all’ultimo ai due sfidanti principali il biglietto per accedere al turno di ballottaggio.
Per quanto sia fuori luogo pensare di confrontare statisticamente i numeri del sondaggio “rolling” di Paris Match (il campione complessivo, cioè quello che esprime la propria intenzione di voto, si rinnova parzialmente ogni giorno integrando i dati raccolti lo stesso giorno ed escludendo i dati più vecchi) può essere interessante invece metterli in relazione con quelli che i candidati hanno incassato nelle ultime settimane sulle due piattaforme social più popolate: Facebook e Instagram.
In questo caso, i rapporti di forza trovano sia delle conferme, in particolare nella comprensione del recupero messo in campo dalla leader del Rassemblement National ai danni di Emmanuel Macron, che delle rotture se ci fermiamo a sottolineare la capacità dei candidati a trovare “ascolto” da parte dei cittadini che popolano i social scegliendo quattro parametri di analisi: l’engagement, il tasso di interazione con i post, il totale dei like e, infine, la crescita assoluta dei follower. Per tutti i valori c’è poi una comparazione cronologica a 28 e a 7 giorni.
Partiamo quindi dall’engagement. Come è palese dalle percentuali ottenute nonostante Macron sia tra i candidati più accreditati quello con la base di follower più estesa, rimane ben ultimo con un asfittico 0,61% di engagement ottenuto dal suo account Instagram nel lungo periodo (ultimi 28 giorni), mentre in assoluto è Eric Zemmour, il leader gollista-bonapartista di Reconquête, a vincere a mani basse la palma di miglior profilo social nella battaglia dell’engagement. Alle sue spalle troviamo Jean Luc Mèlenchon, risalito peraltro nei sondaggi e accreditato quale terzo incomodo di questo primo turno di votazioni, che riesce a generare su Instagram una percentuale di engagement del 20%.
Se passiamo all’analisi del tasso di interazione con i post registrato dai canali ufficiali dei candidati all’Eliseo, ancora una volta, rispetto ai sondaggi, non mancano le sorprese. In questo caso, infatti, a contendersi la palma del primo posto sono sulla lunga distanza – periodo ultimi 28 giorni – Eric Zemmour con il 4,7% ottenuto su Instagram, mentre guardano ai dati dell’ultima settimana il tasso di interazione più consistente, sempre su Instagram, è di Valèrie Pécresse, la candidata neogollista e leader dei Rèpublicains che raggiunta la quota del 4,2%.
In queste prime due classifiche, la presenza di Macron agli ultimi posti è anche una conseguenza determinata dalla zavorra che appesantisce l’appeal comunicativo di coloro che al pari del presidente francese sono gravati dal peso della responsabilità di governo e che arrivano alle elezioni dopo un periodo di profondi e repentini sconvolgimenti, dalla pandemia al conflitto ucraino-russo.
Il terzo parametro preso in considerazione, quello al quale tanti politici condizionano l’umore della giornata e per il quale molto spesso gli staff social vivono ore di stress lavorativo, è il censimento dei like. In questa specialissima classifica, come nelle precedenti è sempre Eric Zemmour a mettersi al collo la medaglia d’oro totalizzando solo su Instagram, negli ultimi 28 giorni, oltre 2 milioni di like.
Mentre, seconda è Marine con 1.800 mila like, quarto invece c’è il leader di La France insoumise, Jean-Luc Mèlanchon che ne riesce a incassare, sommando i like di Facebook e quelli ottenuti su Instagram poco meno di 2 milioni.
Ultimo indicatore da considerare, per comprendere quanto i social network siano, al tempo stesso, una cartina di tornasole dei risultati dei sondaggi e quanto invece aiutino a capire il sentiment digitale dei francesi è legato alla crescita dei follower ottenuta dai singoli canali dei candidati. È utile precisare, prima di censire i numeri dei nuovi follower che dalla libreria inserzioni di Facebook nessuno dei nostri candidati ha effettuato sponsorizzazioni nell’ultimo mese.
A portarsi a casa la percentuale più alta è Jean-Luc Mèlanchon i cui follower crescono, dall’inizio di aprile a oggi, di ben 33.593 su Instagram e di 9.826 su Facebook. A rincorrere il leader del partito di Sinistra, ci sono Marine Le Pen con 6.166 su Instagram e 3.697 nuovi follower su Facebook ed Eric Zemmour che invece guadagna 5.998 follower su Instagram e 4.667 su Facebook.
(Foto: account Twitter @ZemmourEric)