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Crescere insieme. L’agroalimentare italiano pronto alla sfida

Di valorizzazione dei prodotti, investimento nell’occupazione e cura dell’ambiente si è parlato nell’incontro di Formiche con la partecipazione del sottosegretario Centinaio e di Dario Baroni, ad di McDonald’s Italia, coordinati da Roberto Arditti. Tutti gli ospiti e i temi

Quello agroalimentare è un settore che per l’Italia rappresenta storicamente uno dei fiori all’occhiello, un vanto che però rischia spesso di rimanere indietro quando si parla di affrontare mercati di un certo livello o sfide importanti come la transizione ecologica e l’innovazione. Di questo si è parlato nel dibattito “Crescere insieme. Qualità, persone, ambiente e territorio”, organizzato da Formiche in collaborazione con McDonald’s Italia, che in quest’occasione ha presentato il suo report di impatto socio-economico per l’anno 2021.

A introdurre la discussione, moderata dal direttore editoriale di Formiche.net Roberto Arditti, è stato un confronto tra Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia, e Gian Marco Centinaio, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Proprio dai principi dell’azione di McDonald’s nel nostro paese è partito Baroni, sottolineando come l’attenzione al territorio sia il vero fil rouge dell’operato dell’azienda sotto tre aspetti fondamentali: la valorizzazione dei prodotti, lo sforzo occupazionale e la cura dell’ambiente. Investimenti nel breve periodo, come l’apertura di nuove filiali – e quindi nuove assunzioni – o l’impegno alla riduzione della plastica nei packaging, che poi pagano con la fidelizzazione dei clienti nel lungo periodo: motivo per cui la divisione italiana di McDonald’s è una di quelle che sta conoscendo la crescita maggiore negli ultimi anni.

Profitto privato quindi, questo sì, ma anche vantaggi per il territorio come afferma Centinaio, che ha rilevato che il ruolo delle multinazionali nel nostro paese sia soprattutto la valorizzazione del made in Italy e in questo McDonald’s si sta dimostrando un alleato, premiando prodotti DOP o IGP e facendoli quindi conoscere al di fuori della territorialità. Si sta quindi cercando di fare capire a tutti i produttori locali che questa strategia di collaborazione può funzionare sul piano nazionale e su quello internazionale. Una battuta anche sul momento di speculazione che sta vivendo il settore: secondo Centinaio far uscire le nostre aziende agroalimentari indenni da questa situazione è la priorità, ma purtroppo è impossibile in questo momento riuscire a colmare tutte le falle. Intervenire con gli 1,2 miliardi del Pnrr aiuta, ma resta una goccia nel mare.

Terminato il dialogo introduttivo tocca al primo panel di discussione, dedicato al discorso qualità. Il primo a prendere la parola è Maurizio Martina, Vicedirettore generale della FAO, che ha ricordato come la questione centrale sia l’organizzazione: le carte da giocare le abbiamo se guardiamo alla qualità dei prodotti, servono altre esperienze che integrino produzioni locali e realtà imprenditoriali più grandi. L’On. Ylenia Lucaselli ha proseguito il discorso invocando l’azione della politica, il cui ruolo in queste dinamiche deve essere quello di connettore tra i diversi ambiti della filiera, mentre il Sen. Luca De Carlo ha sottolineato come per mantenere alta la qualità dei prodotti sia necessaria una remunerazione adatta per l’agricoltore. Ha concluso il panel l’On. Raffaele Nevi, secondo cui McDonald’s può diventare in un certo senso ente certificatore della qualità dei prodotti locali facendoli conoscere ai consumatori su più vasta scala.

La seconda parte del dibattito si è incentrata sulla tutela dell’ambiente e ad aprirla sono stati Mauro Rosati, Direttore della Fondazione Qualivita, e l’On. Tullio Patassini, che hanno ricordato come le politiche ambientali – e non meramente ambientaliste – possano e debbano partire dalle imprese e, in questo senso, l’azione di McDonald’s sulla riduzione della plastica nel packaging aiuta senz’altro il consumatore a entrare nell’ottica del riciclo dei rifiuti, secondo un modello educativo che poi resta più impresso. Un’applicazione a tutto tondo dell’economia circolare che si evince dal report di McDonald’s, come ha osservato poi l’On. Paola Deiana, mentre la Sen. Maria Alessandra Gallone ha posto l’accento sulla necessità del supporto all’innovazione per realizzare davvero una sostenibilità ambientale delle aziende: in questo lo Stato deve essere al fianco di chi sta lavorando bene, con un sistema di semplificazioni, incentivi strutturali e sostegno a formazione e realizzazione.

Il terzo e ultimo panel ha trattato insieme due temi inscindibili l’uno dall’altro, soprattutto se si parla di agroalimentare: il territorio e le persone. Roberto Calugi, Direttore Generale di FIPE, ha subito sottolineato come l’importanza del prodotto per il ristorante implichi di per sé anche quella inversa, cioè del ristorante per la valorizzazione del prodotto, ricordando poi che la formazione del personale resta uno degli aspetti più importanti in questo scambio e che servirebbe in questo senso una legislazione più fresca. L’On. Claudia Porchietto si è concentrata sulla filosofia aziendale di McDonald’s sotto il profilo della formazione del personale dell’attenzione alle persone, un sistema che andrebbe imitato anche nelle altre grandi multinazionali che operano sul territorio; di simile avviso l’On. Benedetta Fiorini, che ha chiuso il dibattito ricordando che la politica deve interagire con i distretti industriali per farli diventare più competitivi.

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